7.06.2003

 

LA SETTIMANA

Il problema di scrivere settimanalmente è riuscire a fare una collinetta di sabbia da una montagna di sterco. Non penso di essere in grado. Inizio a frugare tra lo sterco e una volta riordinato, la montagna somiglia all’Everest.
“Non scrivi?” mi si chiede, e io ci provo, perché come dicevo ad una amica, corre l’obbligo di dire e di essere voci libere dopo che, le testate giornalistiche vengono occupate dai megafoni del nano. L’ultima il Tgcom, giornale on-line in principio guidata dal buon Carelli ed ora finita tra le grinfie di un liguori che riesce ad affidare una rubrica persino a quel cane da lecca di un fede…”Fin ché c’è fede…” S’intitola. Finché c’è fede non c’è informazione, quindi, facciamocela noi.

Ma poi pare che non ci sia nulla da dire, tutto è così scontato e squallido che pare una perdita di tempo. Come posso mettermi a discutere di un nano malavitoso, mafioso e piduista che ha il coraggio di dire che le accuse degli eurodeputati sono false perché, le leggi ad personam, (quelle che lo salvano dalla galera) sono state solo tre?
Potrei mai, in coscienza, spiegare a qualcuno che i tedeschi hanno espresso delle verità sacrosante, quanto vergognosamente reali, quando hanno paragonato quel troglodita di bossi ad Haider, chiedendo lo stesso trattamento per l’Italia che al tempo fu adottato per l’Austria?
O forse dovrei scrivere della legge che impedirà agli omosessuali di lavorare? Come potrei? Siamo nel 2003, l’era di Marte e delle astronavi, della scienza che salva la vita, della tecnologia che ci consente la comunicazione globale, delle guerre per il petrolio, delle bombe intelligenti, del super missile della super bomba, della madre di tutte le bombe, e dovrei ritrovarmi a spiegare che l’orientamento sessuale delle persone sono solo ed esclusivamente cazzi delle stesse?
Sì viviamo il cambiamento del progresso, in ogni modo e da qualunque parte lo si voglia guardare, ma in Italia i balzi si fanno solo all’indietro.
Ci lasciano due o tre giorni senza corrente per poter decretare. Il primo provvedimento è stato quello di innalzare i limiti massimi della temperatura degli scarichi delle centrali elettriche in mare e nei corsi d'acqua, (tanto per gradire) e poi dare voce agli esperti, così troviamo Rubbia che dice: “C’è urgente bisogno di costruire nuove centrali”. Ecco fatto. Il piattino è servito. State pronti, qualcosa mi dice che presto, prestissimo, qualche manovra coatta ci porterà ancora un po’ indietro con la costruzione di qualche centrale nucleare, assicurandoci che inquinano meno delle scorregge degli ovini, per le quali, in Nuova Zelanda si paga una tassa anti inquinamento.
Sì, l’evoluzione dei tempi ci ha cambiato, ha cambiato le nostre vite, ed un’associazione di stampo mafioso al governo ci ha ridotto servi eunuchi, perché nemmeno la protesta in Italia ha più un senso.
Manifestare è diventata una sorta di raduno esclusivo per appartenenti ad un club, in piazza Farnese per Cuba piuttosto che a Cagliari per impedire l’arrivo delle scorie nucleari da stoccare nelle miniere dismesse del sulcis-iglesiente. Ci si incontra, si fa un sit-in, si sollevano pugni chiusi, si urla il dissenso e tutto resta là, recintato tra le mura dell’indifferenza e del silenzio di una stampa sempre più sottomessa e succube, affiliata alla cosca di governo per amore o per timore.
Timore di essere sostituiti, di perdere il privilegio di ingaggi pari quasi a quelli dei giocatori di calcio, che così tanto hanno dato al paese.
Sì, perché oggi, chi determina la cultura di una popolazione non è più la storia, la memoria, la letteratura, ma appunto, la tv e il pallone.
Così cessano di esistere i comitati e le unità di crisi, ed appaiono le cabine di regia, i mafiosi al governo scendono in campo, vanno a Strasburgo per fare autogol alla Nicolai, le varie squadre politiche arrivano persino all’invasione di campo.
Mi chiedevo qualche giorno fa quando ci onoreranno di nuove figure. Che so io? Il ministro al trucco e parrucca, il ministro al fashion e alle mode.
Il silenzio ci fa vittime, ci riduce tutti a miseri cabarettisti e soprattutto ci fa scordare.
Nel mondo si continua a morire ma tutto sembra meno nero, perché la sars è sconfitta, riappare l’aids ma solo perché non si aveva più un cazzo da dire e non si sapeva più che nastrino legare al bavero della giacca o sul taschino della camicia. La sars come l’aids è creatura umana, cresciuta e sfuggita al controllo genitoriale. L’Africa è scordata, il terzo e quarto mondo dimenticato. La guerra mai finita dell’Iraq è stata una pura aggressione americana per la sete di petrolio e la gente continua a morire, il petrolio brucia, e Saddam è morto, ma ha una taglia sulla testa, perché forse è vivo oppure no, e viene teletrasmesso sugli schermi giganti. Ma siamo nell’era della tecnologia, della MOAB e delle bombe intelligenti, forse è un clone o forse un ologramma. La CIA ancora non l’ha stabilito, ci sta lavorando. La Liberia si prepari, gli americani preparano il piano d’invasione. I Curdi sono stati scordati, ma sono gran parte di quelli che bossi vorrebbe bombardare.
E poi c’è sempre Cuba.
Ma non vi dico nulla, solo un link www.granma.cu.
Un sito degno d’esser chiamato giornale.

Rita Pani (apolide)

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