8.02.2013

 

Per pochi milioni di euro

Un delinquente è un delinquente, è un delinquente.
Non è facile, anche perché non smette di perseguitarmi l’eco dell’ultima risata. Non è facile soprattutto perché non sono mai stata capace di scrivere di fantascienza. Non è facile perché temo di superare anche io il limite della decenza, lasciandomi trasportare nel vortice del surreale che ormai pare aver inghiottito quasi tutti noi.
Decenza e dignità son cose antiche, ormai sconosciute l’etica e la morale che in una giornata come quella di ieri avrebbero dovuto imporre a tanta gente di tacere; primi fra tutti i giornalisti, i primi ad essere stati ingoiati dal vortice del surreale, e ormai incapaci persino di rendersi conto delle bestialità che riescono a dire e scrivere e raccontare.
Facile partire dalla ragazzetta del calippo, che dichiara sommessamente “sono preoccupata per il mio ragazzo”. Fa ridere. È impossibile non farlo, avendo presente l’età del Matusalemme imbalsamato col quale per amore o per danaro è costretta a passare le notti.
Facile sogghignare dinnanzi “all’esercito di silvio” che non comprendendo la sentenza festeggia vittorioso.
Un po’ più complicato è parlare di moltissimi giornalisti, collegati in diretta tv con l’evento del secolo, che restano interdetti davanti alle parole del Giudice, perché proprio come i soldatini non sono in grado di comprendere, ed attendono che il magico auricolare gli traduca “pene accessorie” con “quella cosa dell’interdizione”.
Non è facile riportare il tutto alla realtà, rileggendo o riascoltando le dichiarazioni più o meno istituzionali, che hanno fatto da corollario alla condanna di un evasore fiscale, che mentre evadeva il fisco per milioni di euro ed accumulava il danaro in fondi neri in paradisi fiscali, imponeva alla nazione tutta il rigore della povertà, devastava il sistema pensionistico, sottraeva la speranza delle persone per bene che avrebbero solo voluto lavorare. Scriverlo così sembra ridondante; sembrano parole ideologizzate, ma non è altro che la realtà.
Non è facile e mi perdo.
Come si può accettare che una deputata del parlamento italiano, commentando la sentenza di condanna di un evasore fiscale dica: “"Fa stupore pensare, infatti, che una persona possa evadere il fisco per pochi milioni di euro quando ne versa alcuni miliardi" [Uno che ruba e poi fa l’elemosina, non è meno ladro. Uno che uccide e poi salva una vita non è meno assassino, uno che stupra e poi aiuta una vecchietta ad attraversare la strada …]
Come si può accettare che il presidente della Repubblica Italiana dica “Ritengo ed auspico che possano ora aprirsi condizioni più favorevoli per l'esame, in Parlamento, di quei problemi relativi all'amministrazione della giustizia”?
Non è facile scrivere di fantascienza, io non sono capace. Pare ovvio solo a me che questa siano dichiarazioni aliene? C’è qualcun altro che come me pensa che la gente non possa davvero credere che la cosa da riformare sia la giustizia, tanto più che a riformarla dovrebbero essere una manica di delinquenti, corruttori, ladri, debosciati, mafiosi e chi più ne ha più ne metta?
Gira un bel filmato di un Carabiniere che annoiato, in attesa dei giudici, inizia un piccolo e divertente balletto, fermo sul posto. Son pronta a scommettere che il poveretto andrà incontro a qualche azione disciplinare, per aver violato la sacralità di un’aula di giustizia. Perché l’Italia è attenta alle sue istituzioni, le protegge, protegge la Costituzione, e lo stesso Stato che non può essere offeso da aggettivi volgari.
Poi però trasmette a reti unificate il videomessaggio di un evasore fiscale, appena condannato, che promette e minaccia: “resterà in campo”.
Plancia. Teletrasporto …



Comments:
Io sinceramente non capisco: sembra che tutti o quasi tutti gli italiani abbiano perso la memoria, giornalisti o pseudo-tali in prima fila. E' stato condannato un evasore fiscale dopo il terzo grado di giudizio, così come previsto e sancito dall'ordinamento giuridico vigente. Parlare di persecuzione ventennale dopo una condanna del 1990 (4 anni prima della tristemente famosa "discesa in campo") per falsa testimonianza cancellata per amnistia e di 7 (sette) prescrizioni processuali in altri 20 anni grazie a leggi "ad personam" con avvocati nominati ministri mi sembra veramente ridicolo. Un colpevole è stato condannato. Nulla di più. Qual è il problema? Non è certo un problema dell'Italia, casomai il problema dell'Italia sono quelli che vorrebbero che il colpevole restasse impunito.
Jozsef Bocz
 
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