6.04.2012
Il volo del Papa
Mi
chiedono di far circolare una foto sul web, la guardo e sorrido. È la foto dell’arrivo
del Papa a Milano, dove è evidente che l’omino bianco ha viaggiato su un aereo
di Stato, il nostro; uno di quelli che ha su scritto: “Repubblica Italiana”. La
ragazza che mi ha scritto si firma col suo nome e cognome al quale ha aggiunto,
ora s’usa, “indignata”.
E di
grazia, perché dovrei indignarmi, ora? Dimmi, le rispondo, credi che se l’omino
bianco fosse salito su un aeromobile dell’Alitalia avrebbe pagato il biglietto,
fatto la coda al check in, o sarebbe stato in piedi davanti al nastro
trasportatore dei bagagli per un tempo infinito, disperando di trovare al fine
i suoi bagagli? Devo spiegarti, forse, che i viaggi del Papa sono da sempre a
carico dello Stato Italiano per gli assurdi patti firmati illo tempore, tesi a
garantire le infiltrazioni della Chiesa nella politica italiana?
Quel
che semmai mi indigna è sapere che l’omino bianco dalle scarpette rosse ha
donato 500 mila euro per la ricostruzione in Emilia Romagna. Mi indigna
fortemente perché soltanto su un giornale ho letto la notizia scritta bene,
tutta e senza sconti. Solo un giornalista si è preso la briga di spiegare che
la generosità del Vaticano è stata solo apparente, dato che tutta sua santità
ha devoluto solo ciò che i fedeli hanno donato durante la sua visita a Milano.
Mi
indigno quindi, sì, e doppiamente: primo perché da pusillanime ha donato tanto
senza aver tolto nulla dalle sue profondissime tasche, secondo perché
nonostante la crisi, la fame, la povertà e la carestia, c’è ancora chi si sente
in obbligo di foraggiare questa gentaglia che andrebbe mandata scalza ad arare
campi ed abbeverare vacche, in Africa.
Mi
dà la nausea, inoltre, leggere la notizia così come la maggioranza dei
giornalisti l’ha divulgata, lasciando emergere la grandiosa generosità del
Santo Padre. Mi rivolta persino che lo si chiami Santo Padre, in realtà. Un
uomo che il peccato lo ha scritto negli occhi, e che pecca ogni volta che muove
un passo non può essere santo, e tanto meno padre, visto che ha trovato la
lucentezza nella castità e nel celibato.
È grande
cosa l’indignazione, ma è un’energia preziosa che andrebbe canalizzata meglio,
stoccata e redistribuita, proprio come un patrimonio.
Personalmente
m’indigna la sola esistenza del Vaticano, la sua istituzione mafiosa e bigotta,
tutto ciò che nasconde dietro le loro mura infinite, sparse ovunque nel mondo. Mi
indigna che a trent’anni di distanza ci siano ancora due famiglie alla ricerca
dei resti delle loro bambine, rubate e ammazzate per i soldi dello IOR, per il
vizio pedofilo dei santi padri e fratelli. Mi indigna lo sfruttamento dei malati
e dei disabili custoditi nelle strutture della Chiesa a prezzi da Grandhotel Excelsior
(quando si può pagare) e foraggiati dalla sanità pubblica che toglie al povero
per ridare al ricco. Mi urta finanziare la scuola cattolica che sempre con lo
stesso principio riceve e accoglie solo i figli dei ricchi che a loro volta
possono pagare ancora, per essere istruiti nel nome di Dio, apprendendo le
favole di un mondo che non esiste – che sarebbe bello sì – ma proprio non c’è.
Mi
urta la solita ipocrisia, quella che ormai è normale in questo paese anormale,
che predica bene e razzola malissimo, che ancora ha bisogno di andare ad
agitare le bandierine e far festa per un nazista con la faccia orribile, che
solo a guardarlo dovrebbe passare ogni dubbio sulla presunta santità.
Ha
viaggiato sul volo di stato, lo so, fa schifo. Esigiamo che il Vaticano diventi
realmente uno stato estero, con tutto ciò che ne consegue, allora … oppure … facciamo
finta di indignarci, che almeno ci ritorna il sorriso.
(Mi
appello al Corvo Vaticano: Sua santità, non è che ora potrebbe dirci dove sono
sepolte Manuela Orlandi e Mirella Goracci? Se vuole, anche in forma anonima.
Tutta l’Italia ve ne sarebbe grata.)
Rita
Pani (APOLIDE)
Comments:
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Quello che mi disgusta immensamente e` vedere tutta quella gente che corre dietro a quel cliente di Prada.
Paese di bigotti, corrotti e mafiosi: non era proprio il paese per me. Meno male che non ci devo vivere piu`. Poi qui mi chiedono: ma come, tu vieni da Roma e sei atea?
Certo, rispondo, sono romana, ma non cretina!
Ciao
Roberta da Sydney
Paese di bigotti, corrotti e mafiosi: non era proprio il paese per me. Meno male che non ci devo vivere piu`. Poi qui mi chiedono: ma come, tu vieni da Roma e sei atea?
Certo, rispondo, sono romana, ma non cretina!
Ciao
Roberta da Sydney
“Non ci son cazzi, la festa s’ha da fare!”, e ha la rabbia, gonfie le vene del collo.
“Ma...”
“Ho detto non ci son cazzi! La faremo, sobria e senza carri armati, purtroppo”. Ha le lacrime agli occhi al ricordo di quella festa di carri a Budapest... Ah, così ben riuscita!
C’è un tempo per le feste, e un tempo per il lutto... e fra qualche giorno ci sarà anche il lutto, e nazionale.
Ve lo ricordate quando sto vecchietto indossò il prezioso panama originale, intrecciato da mani povere del Sud Amarica e rivenduto a prezzi proibitivi ai “Signori” dell’Occidente, e andò a festeggiare il “suo” di compleanno nella piazzetta di Capri?
Gli piacciono le feste, embè?
Sì, ma ci sono stati presidenti della repubblica che hanno rifiutato l’alloggio in reggia, e addirittura anche chi comperava di tasca sua i francobolli per le sue lettere.
Ma questo è un presidente “comunista” della prima ora.
Ma sì, dai! In fondo è costata solo... Quanto è costata? Beh, meno della festa dell’altro vecchietto bianco e festaiolo, la grande festa che glie l’abbiamo pagata noi e per riconoscenza ci ha fatto l’elemosina di quanto racimolato in offerte dalle nostre povere tasche... l’omino bianco dallo sguardo cattivo. Però ci ha trasmesso una grande verità: la famiglia sacra solo tra uomo e donna sposati... meglio se in chiesa E auguri e figli maschi per il precariato che è una risorsa per tutti... e per chi sopporta con pazienta è una buona presentazione per il paradiso... meglio se paghi qualcosa per le indulgenze… e quantunque.
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“Ma...”
“Ho detto non ci son cazzi! La faremo, sobria e senza carri armati, purtroppo”. Ha le lacrime agli occhi al ricordo di quella festa di carri a Budapest... Ah, così ben riuscita!
C’è un tempo per le feste, e un tempo per il lutto... e fra qualche giorno ci sarà anche il lutto, e nazionale.
Ve lo ricordate quando sto vecchietto indossò il prezioso panama originale, intrecciato da mani povere del Sud Amarica e rivenduto a prezzi proibitivi ai “Signori” dell’Occidente, e andò a festeggiare il “suo” di compleanno nella piazzetta di Capri?
Gli piacciono le feste, embè?
Sì, ma ci sono stati presidenti della repubblica che hanno rifiutato l’alloggio in reggia, e addirittura anche chi comperava di tasca sua i francobolli per le sue lettere.
Ma questo è un presidente “comunista” della prima ora.
Ma sì, dai! In fondo è costata solo... Quanto è costata? Beh, meno della festa dell’altro vecchietto bianco e festaiolo, la grande festa che glie l’abbiamo pagata noi e per riconoscenza ci ha fatto l’elemosina di quanto racimolato in offerte dalle nostre povere tasche... l’omino bianco dallo sguardo cattivo. Però ci ha trasmesso una grande verità: la famiglia sacra solo tra uomo e donna sposati... meglio se in chiesa E auguri e figli maschi per il precariato che è una risorsa per tutti... e per chi sopporta con pazienta è una buona presentazione per il paradiso... meglio se paghi qualcosa per le indulgenze… e quantunque.
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