4.02.2010

 

Cattiveria collettiva

Perché alla fine, la croce, questi non l’hanno mai portata se non quella tutta d’oro, appesa al collo. Ci si fanno un giretto un giorno all’anno, sperando nella clemenza meteorologica, pensando all’agnello che mangeranno di lì poco e al cioccolato che forse gli farà venire il mal di pancia.

"Gli ebrei sanno cosa vuol dire essere vittime di cattiveria collettiva" questo ha detto padre Raniero Cantalamessa ( che persino il nome se lo scherza) mentre in teoria Cristo dovrebbe esser lì lì per morire. Sono fortunati, in fondo, perché loro meglio di noi sanno che domenica Cristo non risorgerà davvero. Si fa finta che sia così, per aiutare l’economia, per far aumentare il prezzo dei carburanti, per dare la possibilità a chi può di andar a passare un fine settimana in montagna oppure al mare. Se Cristo risorgesse veramente, troppe messe da requiem bisognerebbe cantare.

La cattiveria collettiva somiglia molto alle toghe rosse. Il problema presto saremo noi, che non molliamo la presa, che ci indigniamo, e che arriviamo a schifare più che a rispettare l’autorità costituita: e che sia chiesa oppure stato, pari son. Io poi, che le autorità nemmeno le riconosco più.

Ho rispetto per chi ruba per fame, e non ne ho per chi ruba per avidità. Non è vero che è l’occasione a fare l’uomo ladro, ma è l’essere ladri che permette di trovare l’occasione. Dicono che per far desistere il clero dalla pedofilia basterebbe permettere loro di sposarsi. E ci risiamo con l’occasione che fa l’uomo ladro. Come a dire che basterebbe che tutti gli uomini scopassero di più per far terminare gli stupri delle donne.

E l’autorità dello stato – quello solo e tutto italiano – sparerà contro questa cattiveria collettiva. Solidale come solo tra bande si sa essere. Che rispetto posso avere per chi continua a dire che i gay sono malati, e poi salva e protegge i violentatori dei bambini? Io ho rispetto per chi si ama, e per chi questo amore lo concretizza vivendosi l’un l’altro, a prescindere dal “genere” d’appartenenza. Non posso averne per gli assassini. E un bambino abusato, è un bambino che vivrà la morte ogni giorno che starà in terra.

Ma siamo sempre là. Fermi nel nulla che ci riempie tutto. Feti da salvare e negri da ammazzare. Gay da curare e pedofili da salvare. Ladri a gestire le casse dello stato. Mafiosi a combattere la mafia. Nazisti a millantare amicizie con gli ebrei …

In questo bellissimo mondo in cui ormai, l’incoerenza è virtù e la Croce un amuleto ...

Buon appetito cari.

Rita Pani (APOLIDE)


Comments:
Carissima Guevina ciao. Grazie per il bellissimo articolo di autentiche verità. Sei grande e non ti smentisci mai. E' drammaticamente bello e vero il tuo sarcasmo ma che io chiamo semplicemente REALTA'. Ormai siamo in un Paese di pazzi che hanno la faccia come il culo. Un abbraccio. Antonio. P.S. Buon appetito anche a te. Ciao. A.
 
un resoconto che rispecchia una realta' cruda, assomiglia a polpette avvelenate che siamo costretti a ingoiare ogni giorno e sappiamo che a lungo andare faranno male! comunque faccio i piu' Sinceri Auguri di Buona Pasqua da franco il vecio!
 
A proposito del predicatore Raniero Cantalamessa, ci deve ancora spiegare il suo coinvolgimento a dir poco imbarazzante, con la psico-setta di ARKEON (una vera banda di delinquenti).
Se lui predica cazzate e si comporta da mafioso, noi PENSIAMO e VALUTIAMO.
 
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