5.03.2009

 

Mi piaccion le sbarbine.


Era una bella canzone degli Skiantos, l’album – non ne sono sicura - penso fosse Kinotto; anni ottanta o giù di lì. La trovavo divertente: “Mi piaccio le sbarbine, non posso farci niente, mi sento deficiente, lo so che non conviene, ma poi chi si trattiene …” Mi faceva ridere, ma all’epoca ero una ragazzina, e nonostante la giovane età abbastanza acculturata da poter apprezzare anche il valore dell’arte demenziale di una canzonetta. Erano altri tempi, i libri si leggevano per il piacere e il dovere di sapere, i “valori” erano quelle regole morale dalle quali non si poteva prescindere e non i beni posseduti, la politica per noi comunisti era la scienza con la quale si cercava di lottare per far sì che il mondo non fosse simile ad un inferno. Le parole avevano un senso.

Quel che ne abbiamo fatto di noi stessi è palese, scriverlo sarebbe ridondante. Scrivere ancora una volta che il nostro paese non è un paese normale, sarebbe oltremodo noioso soprattutto per me che lo scrivo. Una volta tanto voglio dire che sono ormai gli italiani a non essere normali, e che forse sarebbe il caso di partecipare in massa a programmi di de-programmazione, come quelli a cui vengono sottoposti i reduci dall’appartenenza a una setta. Una sorta di disintossicazione di massa.

L’assuefazione è avvenuta per via dell’uso improprio delle parole, e la trasformazione del loro significato. Per esempio, la parola ladro è ormai quasi in disuso, resta valida solo per alcune categorie di esseri umani, zingari, romeni, o meridionali. Per i ladri (come Craxi per intenderci)si usa “distrattore”. L’italiano assuefatto non sentirà mai l’esigenza di chiedere le dimissioni di un tizio che ha “distratto” i fondi di un progetto per la comunità, o le casse di un’azienda presso la quale, magari, aveva depositato i risparmi di una vita.

Un altro esempio è la parola tossicodipendente. Egli è un tizio eroinomane, male in arnese, sporco, che struscia i piedi e ti guarda con lo sguardo perso nel vuoto quando ti dice: “Sorè, che c’hai un euro?” Chi mai potrebbe pensare che un ministro della Repubblica, un parlamentare, un pezzo grossissimo che ha in mano il destino della vita di migliaia di operai, potrebbe mai essere come quello che ti chiede l’euro per strada? Nessuno, nemmeno quando uno spacciatore viene arrestato perché sta portando la cocaina dentro un ministero. Al limite, l’italiano, ti dirà che in quel caso, al massimo si tratta di “viziosi”, e anche in quel caso le dimissioni non sono richieste.

Ora l’Italia segnerà un altro punto percentuale di assuefazione: la trasformazione della parola pedofilo. Ogni volta che purtroppo le cronache riportano uno di questi orripilanti fatti, campeggia a caratteri cubitali la parola “MOSTRO”, e credo che mai tale parola sia stata quella esatta per descrivere qualcuno. Ma non solo i pedofili sono mostri, lo sono anche i genitori che spesso consegnano i loro figli al bastardo che poi ne abuserà. Ne abbiamo viste di levate di scudo in Italia, qualche mostro ha anche rischiato d’essere linciato per strada dalla folla inferocita. Personalmente, in questi casi, penso spesso che se un tutore delle forze dell’ordine si distraesse per un momento lasciando il MOSTRO in mano di un genitore ferito … Poi però prevale il mio senso civico, e mi rimprovero, perché è un pensiero barbaro. Che ne sarà ora della parola pedofilo? Continuerà ad essere destinata solo agli ultimi di questa società sempre più divisa in caste, o continuerà ad esistere nel suo significato più puro, coinvolgendo qualunque vecchio schifoso che si sollazza in modo squallido abusando di ragazzine? Si arriverà a dire che le ragazzine sono comunque consenzienti e quindi non c’è reato? Leggeremo presto un flash d’agenzia che ci informa della richiesta di dimissioni, immediatamente accettate?

Rita Pani (APOLIDE)


Comments:
Le parole sono importanti, forse meno i valori anche se sto diventando "reazionaria per scherzo" come dice in Annie Hall, Woody Allen. Per la faccenda "veline candidate" e "papi" vari, immagino che abbia fatto arrabbiare un bel po' di persone anche se non lo hanno dato troppo a vedere, dato che in Italia oramai bisogna stare attenti-Freedom House ha declassato l'Italia-.Anche se non sono una estimatrice di "Tetris" su la7, secondo il mio modesto parere hanno fatto un buon servizio pubblico.Berlusconi e le sue candidate veline (Tetris-01/05/2009) - parte 1
 
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