12.31.2008

 

Ma certo che faccio gli auguri!

Voglio fare molti auguri a tutti, e soprattutto a coloro che ancora vogliono credere di non averne bisogno. Scusate ma ho troppo rispetto per me e per voi, quindi non cederò alla tentazione di augurarvi cose scoppiettanti, mutande rosse e lenticchie. Ci prendono già abbastanza in giro tutti quanti, non me la sento di farlo pure io.

Auguro di cuore che il 2009 sia l’anno in cui tutti si possa rinsavire, in cui si comprenda che noi abbiamo il potere per sovvertire questo stato di cose. Che sia l’anno della svolta intellettiva di un paese , di un mondo addomesticato e sedato.

Auguro il coraggio del moto d’orgoglio che ci imponga un ritorno alla dignità, che ci esorti a chiamare le cose col proprio nome, che ci spinga alla ribellione partendo dalla semplicità delle cose. Un anno in cui si abbia il coraggio di dire che la guerra è guerra, e non una semplice crisi perché se fosse così, in Palestina sarebbe sufficiente un po’ di ottimismo. La semplicità di tornare a vergognarci, di riuscire finalmente a pretendere di essere rispettati e di rispettare gli altri senza l’urgenza della pretesa altrui.

Auguro a tutti di poter tornare ad essere degni di far parte del genere umano.

Rita Pani (APOLIDE)


 

Quando il treno arriva in orario


(ASCA) - Roma, 30 dic - Proseguono con regolarità le partenze e gli arrivi in treno nelle principali stazioni italiane, alla vigilia di Capodanno e 'prosegue anche il boom di viaggiatori sull'Alta Velocità Roma - Milano che ha determinato, nel giro di un mese, una crescita di oltre il 30% di passeggeri tra i due capoluoghi. Lo sottolinea il Gruppo ferrovie dello Stato in una nota precisando che tutto il sistema AV registra una forte crescita di prenotazioni, con oltre 500mila biglietti già venduti prima di Natale, il 30% dei quali acquistati via internet.

Ora vi spiego.

Domenica scorsa, improvvisamente, sono dovuta partire per Milano, e avendo poco tempo a disposizione ho optato per la prenotazione di un treno. Abitando relativamente vicino a Orte, ho pensato al caro vecchio Intercity e mi sono collegata al sito delle Ferrovie per trovare l’orario per me più confacente. La prima cosa che ho notato è stata che il sito delle ferrovie, dove fino a qualche tempo fa predominava il colore verde, ora è tutto dominato dal rosso. Ho scoperto così che per raggiungere Milano, con un Intercity ci avrei messo nove ore, quindi non mi restava altra scelta che l’Alta Velocità: la già mitica Freccia Rossa. Parto dall’offerta del 35% di sconto, ma non so né perché né percome, alla fine delle operazioni mi diceva che non era possibile procedere con l’acquisto, fino a quando non ho deciso di arrendermi alla tariffa piena. Devo andare per forza a Milano, mi prende un accidente ma stampo i biglietti.

La Freccia Rossa ha delle comodità, e nonostante io sia prevenuta devo ammetterlo immediatamente al mio arrivo a Roma Termini. Per esempio non devi stare col naso in su a leggere i tabelloni, individuare il tuo binario di partenza è semplicissimo, infatti c’è il banchetto rosso, e tutti i dipendenti di Trenitalia somigliano a carabinieri nelle loro divise blu rifilate di rosso, col foulard rosso, col cappello blu e rosso. Non ti puoi sbagliare. Il treno arriva in perfetto orario da Salerno, e già questo è un piccolo miracolo. Poi diciamoci la verità: vedere quel muso che arriva, grande come il muso di un aereo ti fa sentire con i piedi nel futuro. Così inizi il lungo percorso che ti porterà alla carrozza, dove hai prenotato il tuo posto e appena passata la locomotrice del futuro, eccoti risucchiato nel passato. L’unica novità di quel treno è la AV rossa e grigia stilisticamente perfetta aggiunta a decorazione quattro palmi sotto la ruggine che orna i finestrini. Sali i gradini e ti trovi davanti alla porta che ricorda i film di Star Trek, che si apre magicamente soffiando a mo’ di benvenuto. Ma la porta si incastra e tu devi finire di aprirla con la potenza delle tue mani. Il posto c’è e vai a incastrarti in mezzo. Non sono una silfide, e quindi devo necessariamente togliermi il giubbotto pesante. Quando arriva il mio “dirimpettaio” comprendo che sono dolori. E’ un uomo alto e grosso che si intrufola verso il finestrino e cerca in modo forsennato di sollevare il bracciolo che divide i due posti: impossibile; è inamovibile. Per cancellare un po’ della sofferenza dal suo viso, cerco di incastrare le mie gambe con le sue, ma anche questo è impossibile per il piantone del tavolino. Inizia una silenziosa danza di piedi, quasi erotica, i miei sotto il sedile, ripiegati all’indietro, i suoi che non trovano pace. L’unica mia speranza è che scenda a Firenze, ma siccome dice sfiga arriva fino a Bologna.

Il treno parte e la gente parla: c’è chi è convinto che arriverà a Milano in tre ore, chi era sicuro che fosse diretto senza alcuna fermata, ma sorpresa delle sorprese a Firenze sale chi nemmeno ha compreso di essere a bordo della mitica Freccia Rossa, perché ha un biglietto con una strana dicitura: “Sistemazione in vettura non garantita.” E va, cercando posto, chiedendo: “è libero qua?” Così come in un vecchio Intercity, in breve tempo i piccoli disimpegni tra una vettura e l’altra si riempie di viaggiatori in piedi. I più fortunati riescono a sedersi sui gradini delle porte, altri ad appigliarsi alle maniglie delle porte dei bagni, e se ti scappa di andare a fare la pipì, devi strusciare e chiedere permesso. È proprio mentre mi scuso col possessore del posto “maniglia del bagno” per la mia urgenza che questo mi dice: “Se avessi saputo, avrei preso la Freccia Rossa.” Mi piacerebbe riuscire a raccontarsi lo strano disegno del suo viso, quando con un pizzico di perfidia e molto divertimento interiore gli ho risposto: “ma questa è la Freccia Rossa.”

Roma Milano/Milano Roma = 135€

E non voglio raccontarvi dei brevi tratti in cui il locomotore delle meraviglie spinge fino all’inverosimile la sua velocità, e le carrozze iniziano a tremare, facendo sobbalzare i viaggiatori inscatolati, e nemmeno di quei rumori terrificanti e scoppiettanti che in un momento ti fanno realizzare di essere a bordo di quegli stessi euro star che a volte si sono spezzati in due, durante semplici manovre in stazione. Chi lo sa si guarda in faccia e sorride una smorfia allucinata.

Ma questa è l’Italia ormai. Il paese in cui tutto deve “sembrare”, dove basta un locomotore e una divisa nuova, un po’ di vernice e un grafico pubblicitario fantasioso, per propagandare un paese che non c’è e non ci sarà mai. Di nuovo il paese dove i treni arrivano in orario. Anzi, il paese dove solo il treno Freccia Rossa arriva in orario.

Rita Pani (APOLIDE)


12.27.2008

 

Anno nuovo vita nuova?

In questi giorni mi è tornato spesso in mente un mio conterraneo, Melchiorre Contena. Entrato in galera nel 1977 ed uscito solo nel 2008, dopo 30 anni, innocente. Ho cercato in merito qualche dichiarazione di berlusconi, o veltroni; una presa di posizione di casini, o una dichiarazione di quel tale capezzone, ma niente.

Ci volevano davvero cinque giorni di arresti domiciliari dell’ex sindaco di Pescara, per far scoppiare il caso?

La domanda è retorica, ovviamente, ridicola certo, ma meno delle dichiarazioni di quel cambia mutande di capezzone, che appena può prende un microfono e annuncia: “bisogna dare un limite alle intercettazioni telefoniche, per la sicurezza di tutti i cittadini, perché se fosse solo per i politici, non sarei certo d’accordo.”

È rimasto l’unico imbecille a dire che le porcate istituzionali, sono per il bene di tutti i cittadini, non si è accorto che intorno a lui le cose si sono evolute fino al punto che non è più nemmeno necessario indorare la pillola o ungere con lubrificanti. Intanto è rispuntato fuori persino Mastella, pronto a salire sul carro dei perseguitati

Io non ho mai creduto al detto: “anno nuovo vita nuova”, perché purtroppo non ci si formatta e resetta al primo di Gennaio di ogni anni. Sarà una semplice prosecuzione di questo che finisce, e ci porteremo dietro tutto il bagaglio che abbiamo. La crisi economica da combattere con una riforma della giustizia, un malavitoso che promette di cambiare la costituzione “anche da soli”, che poi non significa altro se non che oltre alle leggi ad personam, si rischia di avere una Costituzione ad personam.

Ma che ci importa? Presto non avremo più di che preoccuparci, dopo la richiesta del presidente del Milan, di non parlare più della crisi economica, le brutte notizie spariranno dai telegiornali, su consiglio del ministro bondi poeta, che chiede meno cronaca nera e di dare conto delle persone per bene.

Questa è un’ottima notizia: spariranno così tutti i politici dalla Tv.

Rita Pani (APOLIDE)


12.26.2008

 

Nascere in una grotta e morire in una baracca

Insistono a dire che a bruciare vivi in una capanna, siano stati due rom, come se marchiare con un “dispregiativo” potesse rendere il tutto meno penoso. Ma poi lo sarà davvero penoso per la coscienza collettiva? Permettetemi di dubitare.

Era una famigliola di rumeni, e il capofamiglia si è salvato solo perché uscito la mattina di un giorno di festa per andare a lavorare. Uno di quelli che sta come una puttana all’angolo di strada e aspetta d’esser caricato dal furgone del “buana” per lavorare la terra, o per rifare pavimenti, o un lavoro qualsiasi a basso prezzo, e soprattutto a nero.

Proprio come le puttane, i lavoratori extracomunitari, esistono solo il breve tempo di svolgere la loro mansione, e dopo non esistono più, e chi se ne frega se tornano a vivere in una capanna sotto un bosco, o sotto un ponte? Anzi, a volte importa ai cittadini, quelli che urlano: “se ne devono andare”. Le stesse persone che con candore ti dicono: “bello il mio giardino? Me lo cura un rumeno, e lo pago niente.”

Bisogna sbaraccare, e il sindaco di Roma promette che presto anche la pineta di Castelfusano sarà ripulita. Dove andranno quelle quattrocento famiglie invisibili non importa, l’unica cosa davvero importante è che stiano allo stesso angolo di strada quando servirà un idraulico, un bracciante o un muratore.

Tutto questo è avvenuto esattamente il giorno dopo in cui su tutti i presepi italiani, ieri notte, si è adagiato un bambino su una mangiatoia. Che strana gente che siamo! Pronti a venerare colui che è nato in una grotta, pronti a fare guerre in suo nome, ma non abbastanza cristiani da farci carico della miseria altrui. Se non per sfruttarla.

Rita Pani (APOLIDE)

12.25.2008

 

Abbiamo bevuto troppo

Apprendo dal telegiornale che durante la cena di ieri ho mangiato italiano, e non ostriche e champagne; inoltre sappiate che ieri abbiamo speso 400 milioni di euro solo di bevande, brutti alcolizzati che non siete altro!

Accadimenti strani e miracolosi in questa giornata di Natale, che hanno meritato l’onore delle cronache: in Australia è estate. Davvero una cosa da non credere. Il giornalista era così stupito, mentre annunciava che in Australia Babbo Natale non ha abiti invernali, perché non c’è la neve, che mi sono commossa.

Strano caso inspiegabile anche nel nord della Cina, dove la temperatura è 35 gradi sottozero, mentre in Australia i gradi erano 40 all’ombra. Va bene che è stato l’anno della svolta, per cui anche il Papa ha pubblicamente affermato che Galileo non ha detto cazzate, ma a me par di ricordare che anche a Natale scorso nel nord della Cina ci fosse il ghiaccio, e in Australia era estate, ma chissà, mi potrei anche sbagliare: cambia la storia, perché non potrebbe cambiare la geografia?

Natale dei miracoli anche a Napoli: primo Natale senza spazzatura (davanti al Maschio Angioino), e i due napoletani intervistati, erano certi che la crisi non ci fosse: quale crisi?

La crisi isterica che mi sarebbe venuta se Natale fosse durato un po’ di più. Perché per esempio, il 73 per cento dei partecipanti al sondaggio risultavano essere soddisfatti del regalo trovato sotto l’albero. Perché Natale è in tutto il mondo. Perché a Natale finalmente si mangia italiano, sebbene un italiano da hard discount. Perché sarà un Natale freddo, ed è assurdo d’inverno.

Non vedo l’ora che sia il Primo Gennaio, almeno mi diranno che accidenti devo fare a cena il 31 Dicembre.

Rita Pani (APOLIDE)

12.23.2008

 

Che culo! Un terremoto.

In qualche modo bisognava arrivare a domani, quando tutti i telegiornali sicuramente ci diranno cosa mangeremo per cena, quante calorie avranno minato il nostro fisico, ci diranno che a avremo tempo solo fino a marzo per combattere i chili presi in questi giorni, per affrontare e superare la prova bichini. Non potevano certo ancora oggi insistere con la crisi che, vedrete, domani ci sarà sì, ma non tanto da impedirci di santificare la festa, e quindi a volte interviene la fortuna: un terremoto.

Le ultim’ore si rincorrono nello schermo: terremoto molta paura anche in Veneto, proprio mentre l’inviato (fortunatamente senza caschetto protettivo) intervista alcuni padovani: il primo si è reso conto del terremoto perché gliel’ha detto un’amica via sms, un’altra si rende conto che c’è stato un terremoto quando glielo dice il cronista, e la terza pensava fosse chissà che.

Un estenuante intervista davanti alla sede dei vigili del fuoco, con il cronista incalzante, e il poveretto intervistato che non riusciva ad inventare una catastrofe: i centralini sono stati intasati da persone che chiedevano consigli. Non ci sta l’inviato, e quindi insiste: Reggio Emilia è una città educata e responsabile. Il portavoce dei vigili, sogghigna: Mah! No, cioè sì, ma non era una scossa distruttiva, e quando i cittadini hanno compreso hanno fatto ritorno alle loro case.

Poveretto, il giornalista sembrava voler mordere il microfono, nemmeno una tendopoli, nemmeno un cornicione, ma finalmente la tenacia è premiata e scova la notizia: due campanili sembrano essere danneggiati: Ed ecco apparire un’altra striscia in sovrimpressione: Reggio Emilia danneggiati due campanili.

Nel frattempo succedeva tutto il resto, tutto quello che deve essere sussurrato. Nulla di nuovo, proprio tutto peggio di ieri, tra operai licenziati, accordi sindacali non rispettati, cassa integrazione non erogata, la social card effettivamente rilasciata solo a 500.000 persone, un altro morto sul lavoro …

Rita Pani (APOLIDE)


 

Che oroscopata!

Me ne stavo qua, indecisa sul da farsi, col file del mio ultimo lavoro aperto, e poca voglia di riprendere il filo spezzato, quando ho deciso di non provare nemmeno, rimandando a domani l’inevitabile.

Uno di quei quadratini lampeggianti, su un blog mi invita a leggere che ne sarà di me il prossimo anno: “Le tue stelle per il 2009” o qualcosa del genere. Perché no? Non ne capisco nulla, ma c’è sempre tempo per imparare, io nemmeno sapevo di avere tante case.

Leggo il primo per la bilancia: un anno stupendo perché pare che finalmente mercurio si è levato dalle palle, e ha lasciato che giove entrasse nella mia terza casa, quella che non sapevo di avere, e non si tratterrà a lungo, lasciando poi l’immobile a venere. Essendo poi bilancia con aggravante bilancia, una cosa è certa, sarà l’anno dell’amore. Potrebbe iniziare con una relazione clandestina, ma anche con una passione travolgente che poi finirà con una presa di coscienza, intorno a novembre. Il mio lavoro finalmente avrà una svolta, perché essendo bilancia è molto importante la competizione tra colleghi, e finalmente quest’anno potrò finalmente avere uno spazio lavorativo diverso. Infine, se finanziariamente quest’anno non si è chiuso troppo bene, avrò i primi due mesi dell’anno prossimo nei quali dovrò fare qualche sacrificio, ma poi le cose torneranno apposto.

Finito di leggere, resto delusa. Mi era quasi piaciuta l’idea di una relazione clandestina, e la passione da strappa mutande, però considerato che i miei colleghi di lavoro sono Ciccio e Ninna, il mio cane e la mia gatta, ho iniziato a nutrire qualche dubbio che poi è diventata certezza per la sparata economica. Se sto messa così e devo peggiorare fino a febbraio per tornare in merda a marzo …

Siccome sono furba, ne ho cercato un altro. Il transito è più o meno lo stesso, i miei appartamenti vedono lo stesso via vai di pianeti, però dicono che sarà l’anno dell’amore e che dopo quest’anno di freddezza, forse potrei tornare all’amore, sempre però che io mi dia da fare per renderlo possibile. Ciò nonostante a maggio potrei innamorarmi follemente e questo potrebbe portarmi a grandi cambiamenti: l’acquisto di una casa o un trasloco. Per quanto riguarda il lavoro, cambierà con un po’ di ottimismo. Avrò dei miglioramenti economici ma anche spese urgenti da affrontare.

Non mi piace. Mi piaceva quella cosa strappa mutande, poi mi diventa una minestra riscaldata. Sto in rosso quasi amaranto in banca e mi devo comprare una casa? Perché? Ne ho almeno sette e sono tutte occupate da dei che nemmeno conosco.

Sarda cocciuta, leggo ne cerco un altro, tanto per fare media:

Lavoro: buone nuove a inizio anno con piccoli ripensamenti a estate inoltrata
Amore: vi sentirete perduti ma è possibile ancora rimediare, non bastano i soliti fiori, giugno da dimenticare
Salute: affaticamenti a fine primavera dettati dallo stress, prendete una vacanza
Soldi: piccole vincite ma sostanzialmente tutto invariato.

Ecco … Non potevo fermarmi al primo?

Rita Pani (APOLIDE)


12.22.2008

 

La crisi a casaccio

Bisogna fare un riassunto delle puntate precedenti, perché l’unica cosa chiara, ad oggi, della crisi economica, è che non esiste volontà di porvi rimedio, né nell’immediatezza, né a lungo termine.

Quello che si sa è che le banche sono al sicuro (forse) e che le grosse imprese salveranno i loro capitali, ma non i loro operai. Nell’ordine le indicazioni del presidente del Milan sono state: spendete, e non pubblicate i dati reali della disoccupazione, che potrebbero far cadere l’unico strumento che, a suo giudizio, potrebbe essere fondamentale a riportare prosperità, ovvero l’ottimismo.

Ed ecco la nuova geniale svolta comunista del governo: “lavorare meno, lavorare tutti.” Sei comunista, che ti lamenti? Obbietterete. Vero, ma sono comunista in un Italia governata da gente fascista che ha fino qui dato prova della sua incapacità ed arroganza, e quindi nemmeno per un attimo posso cedere alla tentazione. Dunque, il paese che ha trovato come prima soluzione quella della detassazione degli straordinari, oggi, vuole che lavorino meno e lavorino tutti? Una volta tanto lascio a voi la risposta.

Lo stesso governo che ha compreso che, l’unico modo per uscire dalla crisi è tornare a riequilibrare il mercato tra domanda e offerta, sega i salari facendo affidamento sugli ammortizzatori sociali. Deve essere sembrato conveniente “rubare” l’idea tedesca, ed esilarante la motivazione espressa da sacconi: “A differenza della Germania noi abbiamo già un robusto sistema di ammortizzatori sociali.” Sì, l’ha detto davvero. Peccato che per la Germania, il lavoratore sia ancora un lavoratore, non discriminato dall’atipicità dei contratti.

Quello che mi sconcerta è che persino Ferrero sia caduto in tentazione, probabilmente eccitato per aver sentito dire qualcosa che era diventata quasi un tormentone quando la diceva Bertinotti, e devo dargliene atto, in tempi non sospetti. In altri tempi, appunto, quando la precarizzazione del lavoro non aveva ancora creato questo pozzo senza fondo.

C’è sempre e solo una domanda alla quale nessuno vuol dare risposta: “a chi conviene la crisi economica?” Perché non si vogliono incentivare, e questa volta sì con aiuti di stato mirati, le nuove assunzioni? Facile la risposta: perché c’è la crisi, chi vuoi che assuma ora? E allora perché insistere con gli aiuti al settore auto? Io potrei rispondere, che se c’è la crisi non c’è chi se le compra le auto, perché garantisco che se non lavori, l’auto non te la compri. Perché non favorire il rientro delle imprese de localizzate con incentivi reali connessi all’assunzione a tempo indeterminato delle maestranze, magari con un vero patto di solidarietà tra imprenditore e lavoratore, e non tra stato e imprenditore, come troppo spesso accade ora, visto anche “robusto sistema di ammortizzatori” che alla fine è a carico dell’INPS? E se non lavora nessuno, alla fine, di che si reggerà lo stesso ente erogatore?

Troppe domande, eh? Eppure qualche risposta la contengono.

Rita Pani (APOLIDE)

12.21.2008

 

Riscriviamo i dizionari

de|mo|cra||a
s.f.
AU
1 dottrina politico–sociale che si fonda sul principio della sovranità popolare

- dottrina politico sociale che si fonda sulla libertà di delinquere del presidente del consiglio
2 forma di governo in cui il potere è retto dal popolo

-forma di governo in cui il potere è retto da un malavitoso libero di delinquere
3 paese ordinato e retto da un governo democratico: l’Italia è una d. fondata sul lavoro

-paese ordinato e retto da un malavitoso libero di delinquere: l’Italia è una democrazia fondata sulla corruzione
4 insieme delle forze politiche che sono in opposizione con ogni forma di governo dittatoriale

-insieme delle associazioni a delinquere che sono in opposizione con la società civile

5 estens., atteggiamento di chi è aperto alla discussione e disponibile nei confronti dei propri subordinati, democraticità

-estens., atteggiamento di chi non offre alcuna possibilità alla discussione; regime che trasforma i subordinati in servi.

Prendete nota, perché dal 1 Gennaio 2009, con un editto, il democratico di Arcore renderà obbligatori i cambiamenti sopra enunciati, per tutti i dizionari della lingua italiana.

È probabile che una postilla allo stesso editto, possa prevedere anche la variazione del lemma ecologista, fino ad oggi così enunciato:

1 s.m. e f., ecologo
2 agg., s.m. e f., fautore dell’ecologismo | agg., che si propone di difendere l’ambiente

-aggettivo dispregiativo. Colui che colpevolmente impedisce al democratico di lucrare con la distruzione dell’ambiente.

Ho letto la trascrizione fedele dello show di fine anno di ieri, e la sintesi della democrazia secondo il presidente del Milan, e mi sono ricordata di uno dei più felici insegnamenti contenuti nel kit del perfetto candidato della casa (circondariale) delle libertà: “Dovete trattare l’elettore come un bambino di 11 anni, nemmeno troppo intelligente.” C’è poco da storcere il naso, e sentirsi offesi. Non mi pare che durante la conferenza stampa di ieri dalla platea siano volate scarpe, e allora poche balle. Non sono volate ieri, e non sono volate anni fa, quando alla domanda di una giornalista dell’Unità che chiedeva spiegazioni sulla ALL IBERIAN, quel tizio rispose: “Come si permette? Io ho vinto tre coppe dei campioni.”

Dato che a me del natale non frega proprio nulla, non mi sento in dovere di essere più buona, e se quindi avete assistito (o letto) allo show del buffone, annuendo anche solo una volta, siete degli imbecilli e non solo meritate di averlo a capo del governo, ma anche di tenervelo. Ma soprattutto meritate di essere additati e derisi, perché avete davvero il cervello di un bambino di 11 anni, nemmeno tanto intelligente.

Rita Pani (APOLIDE)

12.19.2008

 

Le toghe rossonere

chiede alle toghe "prudenza" sugli arresti anche perché non si può ignorare l'esistenza "di un meccanismo mediatico" che può "distruggere le persone"

Ma berlusconi la finirà mai di attaccare la magistratura? Oh! Scusate, non l’ha detto berlusconi, è stato Veltroni. Per un attimo devo essermi confusa, è che il refrain è lo stesso di quella vecchia e brutta canzone. Il fatto è che proprio stamani avevo letto questo: "C'è l'urgenza di fare questa riforma - ha sottolineato il fantino - anche perché si è scatenato di nuovo il meccanismo mediatico-giudiziario delle intercettazioni e delle indagini. Credo che questo non sia positivo per il Paese e mi auguro che queste accuse rivolte ad amministratori della sinistra [della sinistra tua sorella] possano essere ridimensionate". Ammetterete anche voi che era abbastanza semplice confondersi.

Prima le toghe rosse, ora le toghe nere; la riforma della giustizia sarà varata a gennaio, avremo le toghe rossonere?

Fino a qui i fatti, e non mi stupisco per nulla, semmai ancora una volta è uno di quei momenti che non so se rimpiangere Enrico Berlinguer, o essere sollevata per la sua prematura morte, che gli ha impedito di assistere a questa abominevole farsa tutta italiana.

E volendosi fare ancora un po’ più di male, basta andare a leggere le opinioni dei piddini che dilagano nel web, dichiarandosi non solo democratici ma anche “for Obama”. Sembra che abbiano tutti copiato un post dal sito del presidente del Milan.

Ho sempre pensato abbastanza male della svolta democristiana veltroniana, ma che i suoi tesserati o simpatizzanti potessero arrivare a condividere il teorema della “politicizzazione dei magistrati” è davvero mostruoso. Non fa ridere, ma aiuta ad espletare certe funzioni fisiologiche.

Rita Pani (APOLIDE)


 

Gagagogo

Sto cercando un nostro simile, ma non lo trovo. Cerco un altro paese in cui, dopo l’apparizione pubblica del capo del governo, i giornali abbiano a titolare: “show del presidente”, oppure, “ presidente show: gag e battute”, o anche, “famose du risate che ce sta er nano.” Ricordo una volta in cui si usò il termine “show” per indicare l’intervento del Presidente Hugo Chavez Frias, all’ONU, ma almeno in quello “show” non vennero raccontate barzellette, ma finalmente si ebbe il coraggio di raccontare al mondo chi fosse George Bush, el vaquero alcolico, o el diablo.

E quindi non ci pare strano, che un buffone faccia il suo mestiere, sebbene poi debba anche governare un paese, e quello che resta sono le immagini di un uomo con la testa caramellata, le orecchie sproporzionate, che beve un bicchier d’acqua con grande sprezzo del pericolo, o racconta di quella volta che fece coglionella al Presidente Ciampi; non resterà certo l’invito mal celato alla stampa, di evitare di rendere noti all’opinione pubblica i dati sulla crisi economica che galoppa molto più in fretta di quanto tutti avessero pensato. Perché mai si deve far sapere al paese che Confindustria (e non io) stima in 600.000 i posti di lavoro in meno per il prossimo anno? “Io non lo direi” ha affermato l’incerato di Arcore tra uno scherzo e un altro, tra una gag e una barzelletta.

Da domani vi renderete conto che il messaggio è passato, arrivando a chi di dovere, e a parlare di fame resteremo solo noi, che magari ce la abbiamo in casa, o vicino a casa nei figli che non riescono a sostenersi, nei genitori che sono diventati figli nostri.

A che serve parlarne? Se ne parliamo troppo poi magari si avvera e la crisi inizia a colpirci. Ricordate le cassandre? La logica è sempre quella, facciamo finta che tutto va bene. Che poi è la logica che hanno inculcato con decenni di “striscia la notizia” che dopo solo un paio d’anni di programmazione è diventata “la trasmissione paladina dei poveri e dei diseredati” [dicono], a colpi di tette e culi e risate preconfezionate per sdrammatizzare.

La stessa logica per cui non si parla dei morti di lavoro se non deceduti in unica soluzione [anche oggi ha perso la vita un ragazzo di 23 anni] o la stessa logica per cui si continuino a mostrare immagini di Eluana Englaro giovane, bella e sportiva, per cui persino l’arroganza di un ministro che cancella la disposizione della Corte di Cassazione non venga nemmeno per un attimo scambiata per atto di regime.

A quando il prossimo show?

Rita Pani (APOLIDE)

12.18.2008

 

Presto splenderà il sole … a scacchi.

"Non lo dico per partito preso - ha detto il fantino - ma anzi occorre anche lavorare di più. Il fatto è che l'Unione Europea - ha aggiunto secondo quanto viene riferito - ha dimostrato una forte unità per fronteggiare la crisi". Il premier, quindi, ha sostenuto che "presto splenderà il sole, bisogna andare avanti con ottimismo" e per questo motivo, ha ribadito, "bisogna investire e non ridurre i consumi".

E dinnanzi a cotanta dichiarazione, come si può restare algidi e non commentare? Bisogna essere ottimisti e fiduciosi, attendere la stagione del disgelo, la primavera annunciata dal cinguettio degli uccelli e i primi timidi fili d’erba che faranno capolino trai ghiacci della nostra vita grama.

Ora io li vedo quelli che l’anno votato, guardare fuori dalla finestra verso il cielo grigio di un inverno umido e piovoso, respirare il fumo della zuppa di cipolla, e chiedersi se sarà la poverty card a portare loro il sole, mentre un telegiornale, uno qualunque, elenca le nuove nomination per la galera, in questa politica sempre più simile ad un reality show, dove non si riesce più a distinguere il falso dal vero, la logica dall’irrazionalità.

Aspettano di veder sorgere il sole, mentre qualcuno ha detto loro che la poverty card è anonima e allora non si capisce perché debba essere solo ed esclusivamente il proprietario a spendere il bonus caritatevole, in un negozio convenzionato con lo stato. Convenzionato, come fosse il pane una terapia offerta dal Servizio Sanitario Nazionale, e la pasta, lo zucchero e il caffè.

Aprono le finestre in attesa di poter cogliere quel nuovo raggio solare, caldo e avvolgente, nascosto dalle nubi di un Alitalia depredata dai pirati che l’hanno posseduta e derubata, che forse tra dieci anni saranno processati e prescritti, e il sole a scacchi non lo prenderanno mai, mentre quando ci sarà il sole, Alitalia sarà francese o forse tedesca, e i patrioti della CAI un po’ più ricchi e loro sì, con la pelle dorata dal sole della loro splendida vita da ladri.

Splenderà il sole nuovamente in questo povero paese che ha fatto finta di non sapere che i cavalli di Vittorio Mangano erano droga, e che quindi non vede perché un tale come bocchino (da intendersi come parlamentare italiano) debba essere indagato per aver consigliato un cuoco per il ristorante di un amico.

Devono lavorare di più, dice il fantino di Arcore, perché finalmente hanno una squadra che lavora coesa; la zuppa di cipolla di raffredda, e l’elettore medio del Popolo dei Ladri, guarda fuori dalla finestra e per un attimo ha la sensazione di aver visto il sole: “sta a vedere che domenica vince il Milan”.

Rita Pani (APOLIDE NUVOLOSA)


12.17.2008

 

Premio Dardos


Ecco qui Gianluca Visconti mi ha nominato per il premio Dardos
"ai blog che hanno dimostrato impegno nel trasmettere valori culturali, etici, letterari o personali."

Eseguo come da regolamento a

1. accettare e comunicare il regolamento visualizzando il logo del premio

2. linkare i blog che ti hanno premiato
3. premiare altri 15 blog meritevoli avvisandoli del premio"

Dato che mi sembra funzioni un po' come una catena di Sant'Antonio vorrei cedere alla tentazione di nominare 15 blogger a cui rompere le palle :-)
ma siccome sono buona, vi dirò che potete scegliere tra i link a lato quelli che vi piacciono di più e che per me hanno senso.
Buona serata
R.

 

Diversismi

State tranquilli, non udiremo il tintinnar di manette. È impossibile dato che di fatto vige l’immunità parlamentare. Mentre la crisi economica incalza, e la gente fa la spesa di Natale col volantino delle offerte in mano, mentre i lavoratori perdono il lavoro, e quelli che lavorano continuano a morire come cavallette, al massimo si apriranno i dibatti bipartisan sulla corruzione dilagante e bipartisan.

Bipartisan fino a un certo punto, perché in questa bella Italia, vige il diversismo equalizzante: son tutti uguali, ma diversi. Se la corruzione nel PD è vissuta come una questione morale, nel PDL è invece una questione giudiziaria che fa stringere i tempi per la riforma della giustizia. Questo è un notevole diversismo.

Ci sono diversismi così intricati da apparire quasi dogmatici. È il caso di Toto, inquisito per corruzione in Abruzzo, e annoverato tra i patrioti della CAI. Mistero inestricabile. Il caso di bocchino (da intendersi come deputato del PDL e portavoce del governo) che il giorno prima, dopo gli esiti elettorali abruzzesi, dichiara quasi contrito davanti alle telecamere dei telegiornali, che sì, “il PD ha evidentemente una questione morale, al suo interno, che deve necessariamente dirimere, oltre che la dannosa alleanza con Tonino Di Pietro”. Quest’ultimo ormai notoriamente eletto al ruolo di eversivo per il solo fatto che forse, e ribadisco forse, ad oggi è l’unico che dorme sonni tranquilli. Oggi, anche bocchino (c.s.) è citato come facente parte del “sodalizio” del malaffare, tra corruzione e tangenti a Napoli.

Che ne è della politica?

Veltroni, finalmente si esprime preoccupato: “questo non è il mio partito”, ma non riesce a trattenersi e aggiunge che “vi sono degli attacchi strumentali e delegittimanti nei confronti del Pd a cui i media stanno dando grande risonanza. E dire che era partito così bene, ventilando l’ipotesi del “chi sbaglia paga e i cossi sono suoi.” Ma no, in Italia non si può. È prassi, ormai tradizione, cultura e storia, chi siamo noi per cambiarla? Meglio cambiare la Costituzione, impedire ai giudici di fare il loro mestiere o peggio, rendere intoccabili i ladri e i corruttori, disorientando il popolo bue con qualunque mezzo si renda idoneo: persino l’annunciata esondazione del Tevere che avrebbe dovuto tenere l’Italia col fiato sospeso in attesa che intervenissero gli incursori della marina per salvare il papa re. Sì, perché il sindaco alemanno, felice di poter giocare a soldatini, ha mobilitato persino quel reparto della marina, per far la guardia a un fiume che si ingrossava, mentre mezza Italia franava e si allagava senza che nessuno si degnasse nemmeno di chiudere al traffico una strada, se non dopo due giorni in cui 4 macchine sono finite capottate sotto un ponte sommerso.

La mia sintesi conclusiva è sempre la stessa: non voglio cedere alla tentazione di lasciarmi andare al “tanto sono tutti uguali”, l’unica cosa che continuo ad affermare con sempre più forza è che spetta a noi, andare a cacciarli. E senza tirare monetine, questa volta, perché questi sono molto peggio di Craxi e si chinerebbero a raccoglierle.

Rita Pani (APOLIDE)

12.16.2008

 

Primi cambiamenti nel PD del dopo Abruzzo?

Dunque, facciamo un bel respiro. Avevo scritto proprio ieri che le elezioni in Abruzzo, sarebbero state un toccasana anche per il PD, costretto finalmente a correre ai ripari. Non sono passate nemmeno 24 ore, che qualcosa inizia a muoversi: Alba Parietti vuole a tutti i costi candidarsi alle prossime primarie del PD, nonostante Veltroni glielo abbia sconsigliato, dato che “essendo abituata a stare molto davanti alle telecamere, potrebbe non accontentarsi di un ruolo secondario.” Ricorda e non comprende, la Parietti, perché anche Mastella le sconsigliò di fare politica.

Ma la Rosa Luxemburg de no antri non ci sta e promette che magari non adesso, ma tra cinque anni, si renderà utile al paese, visto che la parlantina non le manca e che la politica la masticava già col biberon.

Ce lo siamo chiesti molte volte: che ne è della politica? E più volte, umilmente, ho provato a dare una risposta anche in questo blog. Oggi me lo chiedo ancora. Le carceri si riempiono di nuovi affaristi, tutto sembra essere tornato indietro ai tempi d’oro di Craxi e del CAF, e paradossalmente l’unico avversario del governo e dell’opposizione stessa, è ancora oggi, come ieri, lo sbirro e magistrato Antonio Di Pietro, al quale devo riconoscere il merito di apparire il meno peggio, in questo desolante panorama che di politico conserva solo lo stipendio dei politici.

Eppure noi sappiamo ancora, cos’è la politica, e cosa dovrebbe continuare ad essere, ma evidentemente non abbiamo lo spessore per rimpossessarci di quello che ci hanno tolto e che ancora ci stanno togliendo. Credo che l’alibi delle passate elezioni, e della fuoriuscita dal parlamento, si possa ritenere ormai non più valido, e allora sarebbe il caso di ricominciare veramente.

La domanda legittima e conseguente ve la anticipo: “ricominciare da dove?” Ricominciare sul serio a sinistra, lasciando da parte le tentazioni di masochismo che fino a qui, sembrano continuare ad infettare persino il pensiero.

Facciamo presto, prima che si inizi a sentir parlare dell’onorevole Parietti, rappresentante della sinistra. Sarebbe troppo anche per noi che ormai abbiamo l’aria di digerire tutto, con estrema facilità.

Rita Pani (APOLIDE)

 

LEFTLAB


bannergruppoE' da oggi on line LEFTLAB, un progetto pensato per permettere alla sinistra di riprendere a comunicare e informare.
Obiettivo ambizioso, direte voi, visti tempi. Ma proprio adesso,maggiormente si avverte la necessità di ricostruire una modalità di comunicazione che induca chi ancora sente di appartenere realmente alla sinistra, a parlare, riflettere e proporre.
Per questo motivo abbiamo pensato di offrire un sistema di comunicazione integrato ed indipendente nello stesso tempo.
Quattro siti che, ognuno per la sua parte e con la sua identità precisa, siano uno strumento a disposizione di chiunque voglia usufruirne partecipando attivamente.
Questo progetto si chiama LEFTLAB, e si compone di :
-un aggregatore per blogger in cui potrete intervenire con i vostri post, in funzione delle varie aree tematiche rappresentate nella home page.
Il suo nome è: http://leftlab.info/ . Qui. A differenza di altri metablog esistenti, non vuole essere una vetrina o l'ennesima classifica dei blog più o meno letti, ma un contenitore di idee e informazione alternativa. Il criterio di comparsa è dato dalla cronologia.
-una piattaforma che potrete utilizzare per creare il vostro blog, se già non ne utilizzate altre.
Per questo andate su: http://www.leftlab.com
-un sito per proporre i vostri video.Qui troverete lo spazio che fa per voi per promuovere, il vostro gruppo musicale, un evento di cui siete stati testimoni,la vostra inchiesta, il vostro spettacolo o la vostra poesia.Insomma qualsiasi contributo che avete voluto mettere su video.L'unica condizione è che sia materiale video autoprodotto, che non evidenzi fenomeni di bullismo (non siamo YouTube) creati ad arte,o promuova immagini di violenza gratuita decontestualizzati rispetto ad una denuncia di abusi o diritti violati. Non vogliamo fare spettacolo con la sofferenza o la morte, solo utilizzare uno stumento per sensibilizzare e denunciare all'opinione pubblica abusi e violazioni di diritti.
Per tutto questo c'è: http://www.leftlab.tv

-Potrete partecipare attivamente e fare controinformazione. I migliori articoli, i più interessanti saranno promossi e segnalati dalla redazione nei nostri portali e in quelli dei nostri partner. Un sito che vi costringerà a non essere banali, a guardare alla società ed ai suoi meccanismi con lo spirito critico di chi non si accontenta di ciò che i media propongono tutti i giorni.
Per tutto questo andate su : http://www.leftlab.net
In ognuno dei siti troverete il form per iscrivervi (sono indipendenti uno dall'altro), le modalità di utilizzo e le regole che dovrete rispettare.

Vi aspettiamo
Rita Pani
Redazione Leftlab.info

12.15.2008

 

Analisi del non voto abruzzese.

Sono molto soddisfatta per i risultati delle elezioni in Abruzzo, finalmente possiamo dire di essere ad una svolta, se è vero come dicono, che questo voto sia di importanza nazionale. Vince Chiodi, candidato berlusconiano. Questo risultato permetterà il primo passo verso la soluzione della crisi economica. Il conto è presto fatto, anche se non lavoro all’ISTAT (che loro a sparare cazzate sono molto più bravi di me): posto che Chiodi ha preso circa 180.000 voti, è facile supporre che in Abruzzo, entro il Gennaio 2009, verranno creati 90.000 nuovi posti di lavoro.

È un calcolo approssimativo, dal momento che il candidato Chiodi non ha mai reso noto il numero dei curriculum che i giovani elettori boccaloni, gli hanno inviato rispondendo al suo appello pubblicato e poi fatto sparire anche nel suo sito Internet, ma tanto dopo i dati che rilascia l’ISTAT non pretenderete precisione matematica proprio da me!

Altra utilità di questo voto regionale a valenza nazionale, è che anche Uolter, finalmente, potrebbe capire quello che sta accadendo in Italia, e cioè che le persone di buon senso a votare per lui o chi per lui non ci andranno più. Qualcuno continuerà a votare il PCL, unico partito comunista rimasto sulla carta, ma impossibilitato a sopravvivere per mancanza totale di mezzi di comunicazione di massa, (oltre che finanziari) e qualcuno voterà Di Pietro per protesta, che poi è un po’ come quell’uomo che si taglia le palle, per far dispetto alla moglie.

Il voto abruzzese spiega bene la italica situazione: quando c’è ancora chi è disposto a votare per uno che palesemente e senza nessun tentativo di occultamento, propone il voto di scambio, significa che il cancro ormai è andato in metastasi, e il paziente è in fase terminale. È ovvio che Chiodi non manterrà nemmeno una delle promesse, fatte salve quelle fatte a chi fa affari anche politici per lui, e quindi anche in Abruzzo solo i figli di, nipoti di, cugini di, mogli di troveranno lavoro. Sarà bello un domani, vedere i delusi (o sodomizzati?) lamentarsi magari davanti a una telecamera. Perché statene certi, ormai è così radicata l’idiozia, che non si vergogneranno nemmeno di ammettere di aver mandato un curriculum, e di essere stati pesantemente posseduti contro natura.

Però un’altra domani si impone pesantemente: vale davvero la pena continuare a lottare e rischiare in prima persona, esponendosi col proprio nome e cognome, per un paese come l’Italia? A me l’onestà ha portato solo guai.

Rita Pani (APOLIDE)

12.14.2008

 

Accontentiamoci

Ci sono anche momenti belli nella vita, accadono di rado, ma quando accadono bisogna gioirne. Ma che bellezza vedere quella scarpa che vola verso la faccia del texano alcolista! (Questo è il bacio d’addio, cane! Grande!) Peccato, sì, era solo una scarpa, ma bisogna sapersi accontentare e godere del poco che abbiamo.

È bello vivere in questo mondo così vario, sempre in vorticosa evoluzione; a volte siamo impreparati a seguirne il ritmo, ma che importa? Siamo protagonisti di questo vortice, persino noi che ne restiamo fuori e guardiamo al mondo stesso, con abbagliata ammirazione.

Come non essere ottimisti oggi? Vi rendete conto che persino Bush finalmente si è accorto che la guerra in Iraq non è finita? Certo magari dovrebbe spiegarci cosa aveva bevuto quando vestito da aviatore apparve sulla portaerei Lincoln, il 2 Maggio del 2003, per annunciare che la guerra era finita. Ha davvero avuto bisogno di più di cinque anni per tornare sobrio?

È un bel mondo, il nostro, si fanno i figli e si vendono per potersi pagare una liposuzione, ma non si può prendere la pillola del giorno dopo perché sennò, come dice la chiesa, uccidiamo gli uomini. Meglio farli anche se poi li vendiamo per poter dimagrire. I figli si devono fare e basta, c’è poco da discutere, sennò vengono a cadere tutti quei principi su cui si basa questo nostro mondo. Non ci sarebbero bambini da vendere, da uccidere con una bomba intelligente, con la fame, con l’aids, col colera. È disumano uccidere embrioni.

Si avvicina Natale, e siamo tutti più buoni, nonostante la crisi il Telethon ha fatto un record di incassi. È importante il Telethon perché è uno strumento lava coscienze collaudato. Stando comodamente adagiati sul nostro divano, possiamo fare del bene a quelli più sfortunati di noi, finanziando la ricerca sulle malattie rare. Lo sapete no? Le malattie rare non sono economicamente convenienti per le case farmaceutiche, che di solito finanziano la ricerca per le malattie comuni. In effetti molto spesso si tratta di aggiungere un eccipiente alla stessa molecola e cambiare la grafica delle scatolette che contengono le pozioni, o peggio, studiare il modo di attenuare il sintomo senza curare la malattia, perché diversamente non ci sarebbe più convenienza nemmeno nei farmaci salva vita. Quindi si fa la questua a Natale, che siamo tutti più ricchi, ma soprattutto più buoni, anche perché magari già si iniziano a riempire frigoriferi di alimenti che gonfieranno le discariche e le coscienze sporche premono. Che ci importa poi se le università finanziano uno studio per stabilire che “anche i cani sono invidiosi”? E dire che sarebbe bastato fare un giro in Sardegna per scoprire che un detto popolare recita: “Gelosu che cani” [geloso some un cane] e magari impegnare i fondi per studiare la Sindrome di Angelman.

Rita Pani (APOLIDE)

12.12.2008

 

Il governo che cadrà

“Sul clima metto il veto all’Europa. No, non lo metto il veto, perché mica posso fare la figura del cattivo! La sinistra potrebbe approfittarne.” “Approvo la riforma della scuola con un decreto, perché le cose vanno fatte. Però la facciamo partire dal 2010 che così magari toccherà a qualche altro governare, e saranno affari loro.” “Le province vanno abolite. Non vanno abolite. Vanno abolite.” “La lega mi ha stancato. Con Umberto c’è accordo.”

Che ci crediate o no, quelle sopra riportate sono tutte dichiarazione estemporanee del presidente del Milan, rilasciate nella sola giornata di ieri. E che ci crediate o no, il presidente del Milan è colui che dovrà traghettare il paese fuori dalla crisi economica. Per il momento l’unico dato certo del lavoro compiuto in questo senso, è l’aumento del PIL innescato dai milioni di euro che continua a spendere per acquistare giocatori di pallone brasiliani, da aggiungere alla sua collezione personale. Certo, prevengo l’obiezione, c’è anche la poverty card della quale per non offendere il comune senso del pudore, non voglio nemmeno parlare. Poi ci sono anche gli ammortizzatori sociali estesi ai precari che perderanno il posto entro il 31 dicembre 2008, che si vedranno riconoscere la cassa integrazione a partire dal 2010. Un anno pieno di dieta aiuterà tutti a ritrovare il peso forma, e a abbattere il tasso di obesità che rischiava di aumentare anche in Italia.

È interessante questo rimando al 2010, soprattutto se consideriamo che altri cambiamenti si annunciano rapidi e improcrastinabili: la giustizia con contestuale variazione della Costituzione, per esempio. È interessante notare come nessuno dei supporter del presidente del Milan voglia ammettere che ora come sempre, le uniche azioni mirate del governo effettivamente realizzate siano state quelle inerenti i suoi affari personali, economici e legali, compresa l’elargizione dei danari attraverso la regalia ALITALIA alla combriccola di amici suoi che andrà a pesare nelle tasche degli italioti.

Non possiedo la sfera di cristallo, ma a volte mi concentro abbastanza da guardare oltre domani, e troppo spesso in questi quasi otto anni di onorato blogging, ci ho preso e ho visto giusto. Quel che vedo oggi, è una corsa frenetica verso la riparazione delle falle del sistema berlusconi, prima che lo stesso estraendo dal cilindro uno dei suoi stratagemmi (accordarsi con la lega o uno degli alleati per una falsa disputa) faccia cadere il governo. L’incapacità a dirimere questioni importanti come la crisi economica, per esempio, è manifesta; anche se io non sono del tutto convinta che si tratti di semplice incapacità. Per farla semplice potrei dire che, il pensiero berlusconiano è così riassumibile: “appianati i fatti miei, l’Italia può anche fottersi. Che ci provi qualche altro a risanare la situazione, tanto a me che mi frega? Il mio deposito sulla collina è pieno, e io posso andare a fare il bagno tra i miei dobloni dopo aver lucidato la Numero Uno.”

Ancora poco quindi, sei mesi o un anno: quando tutti staremo in ginocchio questo governo cadrà, e se vi diranno che è per colpa dei comunisti non credeteci.

Rita Pani (APOLIDE)

12.11.2008

 

Ho deciso di riprendermi i diritti

Noi ci fregiamo del titolo di società civile. Siamo quelli sempre in lotta in questa guerra non dichiarata alla inciviltà. Siamo meglio di loro, poiché ancora lasciamo che l'altrui ci colpisca, e lo facciamo nostro, lo urliamo, accendiamo le fiaccole, facciamo le raccolte, scriviamo blog, a volte persino libri, per raccontare le altre vite, quelle che non ci appartengono.

Oggi ho capito che fino ad oggi, noi e tutto il nostro buon cuore, avevamo solo la presunzione di sapere. Noi lottiamo per qualcosa che solo intuiamo, e che non conosciamo veramente a fondo.

Viviamo in un paese che non è incivile solo perché qualche incivile lo governa, ma viviamo in un paese incivile, perché esso è popolato da una maggioranza di persone incivili, totalmente disinteressate dell'essere umano.

Ieri scrivevo della Carta (igienica) dei diritti dell'uomo, oggi, se mai ce ne fosse stato bisogno, ho compreso che per avere i diritti, devi avere i soldi per pagarli, e se questo è capitato a me, che faccio parte della categoria umana con cittadinanza italiana, non oso pensare cosa possa capitare nel nostro paese, a chi è umano di altra nazionalità, razza o religione.

Stamattina, ho dovuto recarmi in un reparto ospedaliero per una visita urgente e troppo spesso rimandata, dove pensavo mi sarebbe stato fissato un appuntamento per la cura di cui ho bisogno, invece mi sono sentita proporre, una soluzione drastica ma decisamente molto più rapida. Al mio rifiuto, e alla mia dubbiosa insistenza, mi è stato risposto: "quando sta male, si prenda i farmaci che prende di solito." Nemmeno la prescrizione di un farmaco.

Ho scoperto che questo medico, opera anche privatamente, attenderò quindi un mese poi chiederò la stessa visita nel suo studio privato, e quando mi proporrà (perché lo farà) la stessa cura che mi ha negato oggi ad un costo non inferiore ai 500 euro, non lo denuncerò ma gli spaccherò la faccia. Perché tanto loro sono autorizzati ad essere delinquenti, noi non abbiamo diritti, e quindi denunciarli non serve a nulla.

Io credo che i tempi per la rivoluzione siano maturi, ma la rivoluzione che intendo io non farà vittime. È ora che ci si unisca per chiedere che tutti i cittadini siano uguali, come prescritto dalla nostra Costituzione, ma io intendo iniziare a lavorare per una proposta di legge di iniziativa popolare, affinché in base all'articolo 3 della Costituzione tutti i cittadini siano uguali a loro, e che in base a questa affermazione costituzionale, i loro diritti vengano estesi a tutti noi, a partire dalla tutela sanitaria, passando per normativa sul trattamento pensionistico, per finire col lodo Alfano.

Rita Pani (INCAZZATA NEGRA)

12.10.2008

 

Dei diritti umani

Ho riletto la Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo, trenta articoletti semplici, semplici di cui l’Italia ne viola almeno venticinque. Ma che importa? Ad oggi sono sessant’anni che la Dichiarazione è stata scritta, e allora bisogna parlarne proprio come si parla delle cose, quando esse divengono una sorta di “memorabilia”.

C’è tutto in quella carta, c’è la libertà, il senso che dovrebbe avere la vita, il rispetto dell’essere umano, l’uguaglianza, la dignità. Tutto scritto nero su bianco, con la stessa valenza che può avere una favola. E come tale, spesso, leggiamo questi documenti: tutti noi sappiamo che baciando un rospo al massimo ti viene un’irritazione alle labbra, ma ogni volta che leggiamo della donzella che trova il coraggio di baciare il batrace, in cuor nostro speriamo che questo si possa davvero trasformare in principe, ma che non somigli per nulla a Emanuele Filiberto.

Abbiamo sempre più bisogno di sognare, o di farci avvolgere dalla morbidezza dei colori tenui di una nuvola bianca in un cielo limpido e azzurro, e per questo sempre di più, un giorno all’anno, giorno dopo giorno, ci soffermiamo a ricordare o a commemorare, creando un giorno di beata fantasia, gridando l’indignazione del mai più.

Solo il 6 dicembre scorso, tutti abbiamo detto o pensato, mai più Thyssenkrupp pensando ai 7 morti di Torino, eppure solo ieri ce ne sono stati altri cinque, sparsi equamente in tutto il territorio nazionale. Gridiamo mai più olocausto, eppure non sappiamo nemmeno quante persone siano state sterminate in Afghanistan e Iraq, senza contare l’altra trentina di guerre in atto in tutto il mondo. Mai più torture, ma persino l’America ha legittimato la tortura, e sembra persino funzionare dal momento che dopo qualche anno passato rinchiuso a Guantanamo, c’è anche chi si presenta finalmente davanti ad una corte di giustizia, reo confesso, per aver pianificato la strage dell’11 Settembre.

Oggi possiamo leggerci la favola dei diritti umani, e fare finta di credere per un giorno almeno, che tutti gli uomini sono uguali, che tutti gli uomini hanno gli stessi diritti, che non importa quale sia il tuo pensiero, il colore della tua pelle o il tuo Dio. Possiamo credere fortemente, ma solo nella giornata di oggi, che la schiavitù sia stata abolita, e soprattutto possiamo fare finta di credere che tutti quanti abbiamo i nostri diritti, e che nessuno mai potrà toglierceli.

Per fortuna provo forte repulsione per i rospi, sennò sarei andata a baciarne una decina. Ma solo oggi.

Rita Pani (APOLIDE)

12.09.2008

 

Deprimenda

Non so se è la salute che purtroppo in questo periodo non mi assiste. Non so se è per via di quelle luci lampeggianti per le strade, che annunciano il periodo dell’anno da me più odiato. Non so se è solo questo retrogusto di disgusto che sento sorseggiando la vita.

Cerco qualcosa che possa risollevare almeno il mio umore, che mi faccia guardare a domani con gli occhi un po’ più aperti, soprattutto per il mio lavoro di scrittrice che non mi consente di campare, e che trovo? Le novità editoriali di Natale col secondo libro del poeta ministro della cultura sandro bondi.

In effetti, assai più deprimente è l’articolo del giornale (di berlusconi) che si lancia nell’operazione di leccaculismo più audace che io abbia mai letto in vita mia.

[Copio] Ma chi l´ha detto che la poesia è morta? Provate a dirlo al ministro della Cultura Sandro Bondi, che di questa meravigliosa arte sembra essere, se non l´ultimo cantore, certamente uno dei più fecondi".

Ho pensato che il nostro lettore non potesse essere tenuto all´oscuro. Ecco quindi "A Massimo Cacciari": "Malinconica ironia/Beffarda timidezza/Recondito pensiero/ Sguardo sorridente". Segue "A marcello dell´utri": "Velata verità/ Segreto stupore/Sguardo leggero/Insondabili orizzonti".

Una forma stilistica, dicono, molto simile agli haiku giapponesi, che a me pare incernierata su una rigorosa par condicio tra aggettivi e sostantivi, come traspare dalla più lunga "Ad Anna Finocchiaro": "Nero sublime/Lento abbandono/Violento rosso/Fugace ironia/Bianco madreperla/Intrepido mistero".

Dopo aver letto queste parole gettate a caso su un foglio di carta, mi sono ricordata dell’ottimo sito GAMBERO ROTTO, e del fantastico generatore di poesie di bondi, il Bondolizer.

Ve lo consiglio vivamente (funziona anche come antidepressivo naturale)

Rita Pani (APOLIDE)

12.07.2008

 

La questione immorale

Sì può accadere anche questo: berlusconi che pontifica sulla questione morale.

E mai termine fu più appropriato di “pontificare”, pensando per esempio alla questione morale del ponte sullo stretto di Messina, fortissimamente voluto per ripagare la mafia di tanti favori.

Non voglio assolutamente giustificare nulla e nessuno, sarebbe impossibili visto che secondo l’autorevole Trasparency International, che stila le classifiche della corruzione mondiale, a Marzo 2008 l’Italia stava al quarantacinquesimo posto dietro al Botswana, solo che è molto difficile, dopo l’eclatante caso di Catania, per esempio, tollerare che un corruttore di professione dia lezioni di purezza dell’anima. Poi per me, che penso che la politica dovrebbe essere gratis … è ancora più difficile.

Ma questo può accadere quando scientemente si permette che accada, affidando il governo della cosa pubblica a un tizio come quello di Arcore; è quasi un atto contro natura. Avete messo una scimmia a guardia delle banane.

A proposito della “questione morale” l’unica cosa che sento di dire in merito alle inchieste dell’Espresso, è che forse con troppa leggerezza si è parlato di “giunte rosse” in quest’Italia in cui di rosso sono rimasti solo i conti in banca delle amministrazioni e della gente comune. Insistere nell’errore di porre a sinistra il PD è diabolico.

Paradossale il caso di Firenze, quello che maggiormente ha fatto pontificare il fabbricante di ponti. Vi è invischiato Ligresti, che soltanto l’altro giorno era stato nominato patriota dall’imperatore. Ma anche questo è normale in Italia, perché chiunque può essere uno e l’altro, buono o cattivo, rapinato e rapinatore.

Un altro problema dell’Italia, un’altra questione morale, è quella dello Stato a conduzione familiare, dove il padre lascia il posto al figlio, lo zio al nipote, il marito alla moglie; e anche in questo caso, con troppa eleganza si parla di “casta”. Perché casta? Sono semplici profittatori.

Ma l’Italiota è ormai un poveretto, più capace di battere le mani che di indignarsi, e quindi è felice quando può assistere ad uno show estemporaneo del ridicolo omino del consiglio, che fa cucù o corre per strada, o che si lascia andare allo shopping compulsivo di Natale, nel quale compra – ci fanno sapere- collanine in corallo rosa e oro, per le signore deputate. Tutti sanno chi è, tutti sanno da dove viene, tutti sanno perché ha dovuto inventarsi politico, eppure a nessuno sembra importare, anzi sono certa che i soliti supporter, nonostante l’associazione con dell’utri, le vicende della P2 fortemente tornate alla ribalta con la resurrezione di Licio Gelli, il lodo alfano, il sindaco sciampagnini, l’immondezza di Napoli gettata a copertura dei rifiuti tossici come polvere sotto i tappeti, la porcata dell’Alitalia si affanneranno a trovare la scheggia nell’occhio altrui mentre passeggiano con un bastone infilato nel culo.

« La questione morale esiste da tempo, ma ormai essa è diventata la questione politica prima ed essenziale perché dalla sua soluzione dipende la ripresa di fiducia nelle istituzioni, la effettiva governabilità del paese e la tenuta del regime democratico. »

(Enrico Berlinguer)

Rita Pani (APOLIDE)


12.06.2008

 

Eroi e patrioti

Dice che sono patrioti e i guadagneranno. Vien da ridere, lo so, ma è fatto così, si alza al mattino e ingoia il caricatore da venti, fino a quando non ha sparato l’ultima non tace. Mi riferisco ovviamente all’allievo prediletto di Licio Gelli. “Vi ho permesso l’ingresso in un settore in crescita e ci guadagnerete” ha detto ai patrioti di CAI, coloro che si sono sacrificati per salvare l’Alitalia da sicuro fallimento, e che a oggi non hanno sborsato nemmeno un Euro, attendendo di decidere a chi, tra Air France e Lufthansa converrà vendere.

Anche la barzelletta del “settore in crescita” non è male, doveva far parte del caricatore che ha ingoiato questa mattina. E sì, in un momento di ottimismo economico come quello che viviamo, gli italiani non mancheranno certo di far girare l’economia pagando biglietti esorbitanti per volare con CAI, magari nella tratta Roma/Albenga. (sempre che ci siano posti liberi)

Ma è questa ormai l’Italia, che ci vogliamo fare? Mazzini e Garibaldi? Pietro Micca o Nino Bixio? Tronchetti Provera (che già tanto bene fece alla Telecom) Colaninno (che fece bene anche lui alla Telecom e altre eroiche gesta) e via, via tutti gli altri nuovi patrioti che prima o poi i nostri nipoti o pronipoti studieranno sui libri di scuola.

A proposito, il padrone di Mediaset, dopo aver curato la prefazione di un pamphlet allegato ad un DVD di un cortometraggio su Craxi, consiglia che lo stesso capolavoro, venga fatto vedere nelle scuole, perché i giovani studenti sappiano della falsa rivoluzione che tangentopoli portò in Italia, guidata dai giudici comunisti della procura di Milano. E a proposito di eroi e di patrioti, Craxi non poteva mancare. Salvò le televisioni di berlusconi nei primissimi anni ottanta con il decreto ad persona, padre di tutti i decreti ad personam. Colui che con la sua fuga ad Hammamet, riuscì persino dove fallì l’Accademia della Crusca, riuscendo a rendere i termini “esule” e “latitante” perfetti sinonimi.

E visto che oggi si ricordavano i nuovi patrioti, domani ricordiamo quelli quotidiani. Coloro che quotidianamente, e senza alcuna convenienza, ogni giorno muoiono ammazzati dal lavoro. L’occasione è il triste anniversario della strage della Tyssenkrupp di Torino, ma da quel 6 Dicembre a oggi, sono morti ammazzati altri 1003 lavoratori.

Rita Pani (APOLIDE)


12.04.2008

 

Cosette italiote

Magari domani si scoprirà che i terroristi islamici catturati a Milano, erano come quel rapinatore sardo che andò a fare una rapina alle Poste del suo paese, 150 anime, con la sua macchina. Tornò a casa e i carabinieri lo stavano aspettando parcheggiati davanti all’ingresso di casa sua.

Intanto però, via alle procedure d’urgenza, per esempio evitare la costruzione di altre Moschee, proposta ieri e rimangiata oggi: "Chiediamo soltanto di fermarci un attimo a riflettere in attesa di una legge che regolamenti questo tema. Vogliamo tutelare il diritto di professare una fede, ma vogliamo tutelarci anche noi". Non avevamo dubbi. Ogni porcata in Italia è fatta in nome e per conto di tutti i cittadini.

E’ stato bello, ieri, leggere le dichiarazioni di sacconi: per la prima volta ha avuto il coraggio di dire che l’Italia corre il rischio Argentina. È stato bello perché quando lo dicevo io, i forzidioti più gentili mi dicevano che ero una ridicola comunista disfattista, invece ora che lo ha detto un lavorante del padrone … silenzio.

Eppure o sacconi è un infiltrato comunista, o non aveva a mente le dichiarazioni che il suo padrone fece all’ANSA il 25 Novembre scorso: “Abbiamo sufficienti ragioni per essere più ottimisti rispetto ad altri Paesi. Siamo stati, come governo, i primi a lanciare messaggi rassicuranti agli italiani.”

Oggi sono andata a fare la spesa alla COOP, una volta giunta alla cassa ho provato a lanciare messaggi rassicuranti, ma hanno voluto ugualmente che pagassi con i soldi. Gentaglia ingrata!

Comunque non disperiamo, ci sono dei ritocchi da fare al decreto anticrisi: le bollette non diminuiranno, e nemmeno le tariffe dell’autostrada si possono bloccare. Tremonti si era confuso, non ricordava i patti fatti con Benetton e Toto quando si sono impegnati a fare finta di tirare fuori i soldi per CAI. Tu fai finta di dare una cosa a me e poi io do realmente qualcosa a te. È esattamente così che funzionano le privatizzazioni in Italia.

Concludo con una buona notizia: si stima una forte crescita della disoccupazione in Italia per i prossimi due anni. Questa è davvero la migliore del giorno, perché è probabile che questo fattore apparentemente negativo, porterà un netto miglioramento della sicurezza del lavoro. Meno gente lavora meno gente muore.

Rita Pani (APOLIDE)


12.02.2008

 

E' colpa di Pvodi

Non credevo che Prodi potesse avere tutto questo potere. Ma se riesce ad aumentare le tasse, persino quando non governa più, altro che mafia e P2, Prodi è invincibile.

Noi intanto possiamo considerarci fortunati, perché non facciamo parte della giuria che dovrà assegnare l’ambito premio per la Minchiata Colossale dell’anno. Io davvero non saprei scegliere tra i due candidati in finale: berlusconi o il papa?

Anche perché il primo bara, infatti le spara a raffica e senza sosta, mentre il secondo, ne dice meno ma decisamente sono più corpose.

Il decreto anticrisi è un contenitore di tante piccole minchiate che prese una a una, magari non fanno testo, ma tutte insieme invece danno qualche soddisfazione, e la vicenda Sky, non possiamo negarlo, ancora una volta è capace da sola di evidenziare l’italica ridicolaggine. Il proprietario di mediaset, grande statista in visita all’estero, si è lasciato andare prima a una dichiarazione di minaccia di stampo mafioso: “Ah! Non volete l’IVA al 20%? E io allora ve la porto al 50”, poi coadiuvato dal ministro tremonti, tira fuori l’asso dalla manica: “è colpa di Prodi”.

I supporter forzidioti, già nel tardo pomeriggio rilanciavano il Vangelo attraverso blog e forum.

Avendo assistito a questa massiccia perfomance, ecco il papa che rilancia: il vaticano non firma la convenzione sui diritti delle persone con disabilità. Perché? Nel documento non è stato inserito un divieto esplicito nei confronti dell'aborto. Il vaticano ritiene infatti "tragico che una imperfezione del feto possa essere una condizione per praticare l'aborto".

Certo potevano impegnarsi di più nel parto della minchiata da proporre per essere certi di vincere il premio, soprattutto dopo quella espressa ieri, rifiutandosi di firmare la moratoria per la depenalizzazione del reato di omosessualità, motivando la scelta con: “i paesi che già riconoscono i diritti degli omosessuali, potrebbero essere discriminati dai paesi che non lo fanno.” Certo che se fossero stati zitti oggi, il premio per la minchiata colossale dell’anno (ma anche del secolo) sarebbe andata certamente a loro. Pensare a un paese civile discriminato dalle forche dell’Iran avrebbe fatto sventolare le palette ai giurati.

Vorrei concludere con un’idea: i genitori di figli disabili in età scolare, vadano in massa domani mattina ad iscrivere i loro figli nei seminari (non nelle scuole cattoliche) proprio nei seminari. Fate dei vostri figli disabili dei preti. Avrete risolto così molti dei vostri problemi e dei loro problemi garantendo vitto, alloggio, e un reddito certamente più decoroso dei quattro euro d’assistenza che lo stato ancora vi da e che in ogni modo cerca di portarvi via; sicuramente, quando viene sera sarà anche più facile per voi prendere sonno, pensando che finalmente anche i vostri figli avranno la certezza del domani.

Rita Pani (APOLIDE)


12.01.2008

 

Quesito per giuristi

Ma ogni volta che una TV trasmetterà un'intervista a bocchino, dovrà pagare la porno tax?
R.

 

Stato di decomposizione

L’Italia è uno Stato in decomposizione, e questo non è come potrebbe sembrare un pensiero dark, ma ottimista. La decomposizione segna il tempo dall’avvenuta morte e quindi vuol dire che l’Italia ha già smesso di soffrire.

Sull’ottimismo di Gianni esiste abbondante letteratura, non ne produrrò dell’altra. Ormai è assodato che dobbiamo essere meno dark e più ottimisti, quindi fingeremo di non sapere dell’ennesimo morto ammazzato dal lavoro, e se proprio dovremo pensare a lui, lo faremo con tanta serenità, riuscendo a trovare nell’ennesima morte assurda qualcosa di positivo. Solo che al momento mi manca la fantasia.

Dopo il ragazzo ammazzato dalla caduta del controsoffitto di una scuola di Rivoli, com’è tradizione in Italia, si moltiplicano le cadute dei controsoffitti delle scuole, e le notizie si concludono tutte con la stessa frase di circostanza: speriamo che tragedie così non debbano più accadere. Io mi chiedo allora, quanti soffitti sono caduti nelle scuole italiane, prima che la morte di un ragazzo, rendesse questo fatto una notizia?

Pensavo con leggerezza, tanto per occupare il tempo che manca perché finalmente senta il bisogno di andare a dormire e mi sono imbattuta in questa dichiarazione dello statista presidente del Milan padrone di Mondadori, con un tentacolo in Mediobanca, un altro nelle assicurazioni, due o tre, forse quattro nelle televisioni, e tutti i tentacoli insieme sulla cosa pubblica a proposito del suo ultimo atto di pirateria: “Noi abbiamo tolto un privilegio e portato il livello dell'Iva uguale per tutti ed in questo modo abbiamo penalizzato Mediaset che sta facendo partire una tv con gli abbonamenti. Questo dimostra che la sinistra si è inventata il conflitto di interessi, oltretutto Mediaset non è concorrente di Sky che va sul satellite e ha altre regole”

E i miei pensieri, sentendo il fetore della decomposizione sono andati agli elettori del tizio tentacolato di Arcore. Ho capito perché esso possa invitare la gente ad essere ottimista, senza rischiare di essere linciato su pubblica piazza. I motivi sono due: i morti non possono essere violenti, e i morti che ancora pensano di essere vivi sicuramente non si saranno sentiti nemmeno un attimo insultati da una dichiarazione così sfacciatamente disonesta e idiota.

E pensando, pensando sono andata un po’ indietro con i pensieri, fino a quando la legge italiana rendeva il polipo di Arcore ineleggibile, ma lo elessero ugualmente, e poi un po’ dopo quando la normativa cambiò, rendendolo eleggibile, e poi ancora un passetto, quando per la prima volta nessuno scrisse una seria legge sul conflitto di interessi, poi un balzo in avanti, quando anche io, pur con i tampax nel naso, votando per i Comunisti Italiani, favorii l’insediamento del governo Prodi, che consumò il poco tempo in cui governò a discutere con mastella, assecondandone ogni ricatto …

Ora vi facilito il compito: evitate commenti del tipo: speranza, domani e futuro, mai smettere di lottare, non arrendersi, domani è un altro giorno, siamo vivi, ci siamo e lottiamo. Evitate l’ottimismo per favore. Dichiararsi ottimisti oggi, è come dire di essere berlusconiani. Meglio pensarmi come agente concimante.

Rita Pani (APOLIDE)


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