10.31.2008

 

Almeno ora è chiaro chi governa

Ho ricevuto nel giro di pochissimi minuti 23 mail, con le quali mi si segnalava il link della notizia del giorno: La P2 in TV.

E allora?

Ora è chiaro chi governa, e se è vero che il governo educa il popolo attraverso la televisione, perché mai il vero presidente del consiglio non dovrebbe farlo?

Tanto più che il burattino inizia ad avere i fili imbrogliati, e non si muove bene come dovrebbe. “Meglio ricordargli chi è il capo, e quanto potere ha!” deve aver pensato Licio Gelli.

Ecco, allora leggete anche voi le brevi dichiarazioni del venereo gran maestro/unico http://www.corriere.it/politica/08_ottobre_31/gelli_tv_venerabile_6d6aeeec-a725-11dd-90c5-00144f02aabc.shtml poi ricordatevi delle estemporanee dichiarazioni di kossiga, di appena l’altro giorno, e iniziate ad applicare le semplici regole aritmetiche, quelle del 2+2=4.

Sapete, avevo davvero pensato che la fine sarebbe stata diversa, pensavo che berlusconi e la sua accolita, sarebbero scappati con le borse piene lasciando l’Italia in mano ai colonnelli. Mi sbagliavo, Berlusconi piegherà il capo, bacerà le mani del venereo e starà là, esattamente dov’è a continuare a fare l’esecutore materiale dei crimini della P2.

No, tutto questo non è vergognoso, non è umiliante è semplicemente inqualificabile.

Qualche giorno fa, scherzando con alcuni compagni, ho detto: “Dai, non fate così, vedrete che tanto prima o poi questi metteranno Provenzano a capo della commissione antimafia”.

Beh, forse non c’era nulla da scherzare.

Rita Pani (APOLIDE)


10.30.2008

 

5.000 euro ai bebè (TAG 4%)

Mi piacerebbe ogni tanto lasciarmi andare a qualcosa di leggero, perché, a dirla tutta, non è che sia un gran bel periodo per la mia vita spicciola. Allora mi metto qua, e penso di scrivere su quella grande scoperta del “neurone Aniston” o del rosso che rende belle le donne, come ha detto un università inglese, ma poi mi imbroglio e mi metto a leggere i giornali. Tutti i miei piani di leggerezza, vanno a farsi fottere.

La crisi economica è tangibile, e forse solo oggi se ne è avuta conferma, leggendo che persino la demagogia ci deve fare i conti. Ricordate il bonus bebè? Quella piccola elemosina che il vostro presdelcons tirò fuori dal cilindro magico, l’altra volta che gli avevate dato mandato di governare? Era stata un’idea geniale, spacciata via etere dallo studio della sede staccata del governo a Porta a Porta. Arrivarono le lettere a tutti i bambini nati … Caro Moammed sono sicuro che questa è la prima lettera che ricevi, e te la scrive il tuo presdelcons per dirti che presto avrai mille eurini con cui potrai assicurarti latte artificiale per un paio di mesi e un po’ di pannolini a patto che tu non faccia tanta cacca … La mamma di Moammed, il giorno dopo era andata alla Posta a ritirare l’obolo, ma la signora dietro il vetro le aveva detto: “Ehm! C’è stata una svista, lei non ha diritto ai soldi.” Dicevo? La crisi.

Il governo sta pensando a una nuova operazione a favore delle famiglie meno abbienti, un nuovo bonus che questa volta sarà il “prestito bebè”, 5.000 euro che i genitori potranno rendere in piccole comode rate mensili, con solo il 4% di tasso di interesse.

“Caro Piccolo, sono sicuro che questa è la prima lettera che ricevi, è il tuo presdelcons che ti scrive per dirti che presto potrai entrare a buon diritto nel mondo reale. Con questa lettera, il tuo papà domani mattina potrà andare in banca e chiedere per te, un prestito di 5.000 euro che ti aiuterà a inserirti meglio nel mondo, imparando e capendo fin dalla più tenera età, che cazzo voglia dire vivere. Pagare le rate ogni mese ti aiuterà a vivere bene e soprattutto senza nessuna illusione. Un bacione, il presdelcons.”

Insomma che non mi si venga a dire che non esistono progetti per le politiche sociali. Con tutti i debiti che già le famiglie hanno, che volete che sia un altro piccolo, piccolo? Un bell’aiuto!

Mi dicono che stia prendendo piede in Italia una nuova professione, che andrò presto a integrarsi con quello dei telefonisti dei call center. È la riscossione crediti telefonica, un castigamatti virtuale: “Pronto? Sei indietro con i pagamenti delle rate dell’auto, o provvedi entro due giorni o veniamo a spezzarti le rotule. Sappiamo dove abiti!”

Per fortuna che i neonati non rispondono al telefono.

Rita Pani (APOLIDE)


 

Ma kossiga l'aveva detto


10.29.2008

 

Tutti in Kazakhstan


"Andate tutti in vacanza in Kazakhstan: lì c’è un signore che è mio amico, non a caso ha il 91% dei voti e ha fatto cose straordinarie". Lo ha affermato, durante il suo intervento alla Confcommercio, silvio berlusconi raccontando la sua visita ad Astana, di ritorno dalla Cina.

Quel “non a caso” spiega tutto il senso.

La riforma della legge elettorale non si farà, a meno che non ci sia ampia convergenza. L’ ha detto oggi quindi la settimana prossima riformerà la legge a sua immagine e somiglianza, magari con un decreto per estromettere la sinistra illiberale di Pierferdinando Casini.

Da Gennaio a Luglio di quest’anno, gli scioperi sono aumentati del 65%, sebbene non se ne abbia avuto notizia, per fortuna c’è chi si è accorto che forse i sondaggi di “alto gradimento” per il governo, erano taroccati peggio di quelli del TG sky TG24, che oggi per altro ha fatto lo scoop dell’anno che varrà il Pulitzer: in un piazzale desolato, hanno scovato l’unico esemplare ancora esistente di studente a favore della riforma germini, che ne spiegava sia l’utilità per evitare gli sprechi nella pubblica ammi … istruzione. Si stava confondendo evidentemente, con lo slogan che gli avevano scritto per partecipare al sondaggio: “Sei d’accordo con i tornelli?”

Altra iniziativa, punire con il carcere chi disegna sui muri. Reprimere con la galera pare essere ormai l’unico deterrente buono per ogni cosa. Ammetto che sono un po’ combattuta: vedo certi lavori dei writers che secondo me sono delle vere e proprie opere d’arte, ma vedo anche tanto vandalismo. Soprattutto quando l’imbecille scrive dux 4 ever su un’opera d’arte.

A proposito di arte, pare che si stia tentando in tutti i modi di far passare il classico codicillo allegato alla finanziaria o alla legge che regolamenta la quantità di ghiaia da inserire nel calcestruzzo, o in quella per lo stanziamento dei fondi per la sagra della bruschetta e della porchetta di Ariccia, che decreterà il condono per i possessori di opere d’arte possedute illegalmente.

Chissà che bella festa faranno quel giorno in cui, oltre che i cactus si potranno ammirare opere dimenticate del Mantegna o di Renoir!

Rita Pani (APOLIDE)


 

Io sto con gli studenti

Se potessi dare un solo consiglio alla bellissima gioventù che tanto impegno sta mettendo nella protesta studentesca, sarebbe quello di affrancarsi dalla feccia fascista che è scesa in strada. Non sono con voi, sono contro di voi.

Il resto è nelle dichiarazioni di governo di oggi, dove regna l’arroganza indisponente, di chi lavora all’unico scopo di accendere la miccia. Non ci cadete, non lo fate. Hanno troppo bisogno di massacrarvi per riuscire a portare avanti i loro reali interessi, che poco hanno a che fare con lo svolgimento democratico della vita del paese. Per loro gli interessi, sono solo e soltanto quelli economici, quelli per cui questo paese andrà a catafascio.

Un presidente del consiglio di uno stato europeo, che dichiara di “non lasciarsi intimidire” dall’Europa, o non ha davvero il senso delle cose, o è un megalomane pericoloso come altri la storia ce ne ha consegnato. Un governo che non conosce altro che l’imposizione arrogante non può e non deve essere considerato uno governo democratico; noi non viviamo in uno stato democratico e soltanto prendendo atto di questo, si potrà tentare di ricostruire sulle macerie che lasceranno.

Sono pericolosi, perché sono ignoranti, perché perseguono l’interesse privato anziché quello collettivo, e non solo berlusconi con le sue imprese, ma anche gli altri, assetati di rivalersi di un Paese che per sessant’anni è stato in grado di tenerli relegati all’angolo, da dove non avremmo mai dovuto permettere che uscissero (noi società civile, noi comunisti, noi sinistra), e sono come i leghisti, che nemmeno ve li spiego, perché tanto il concetto è chiaro a tutti.

Hanno iniziato a caricare, le forze dell’ordine, e guarda caso solo dopo l’intervento “degli studenti” dell’estrema destra, portati in piazza da chi da sempre li addestra e li guida. Un po’ come ha spiegato kossiga, in quell’intervista che avrebbe dovuto valergli la galera. Quello è il progetto, quello è l’istinto primordiale che seguiranno, e allora sarebbe meglio non lasciare soli i ragazzi che ancora e ancora, a dispetto dell’arroganza di palazzo, continuano a lottare per il loro futuro.

Soprattutto noi, che tra quei ragazzi abbiamo i figli, e che male sopportiamo gli insulti rivolti a loro da questa feccia di governo.

Rita Pani (APOLIDE)


10.28.2008

 

In un paese normale

C’è on- line una petizione (LINK) che io ho firmato, per chiedere l’impeachment per silvio berlusconi, in quanto avrebbe giurato il falso all’atto del suo insediamento a capo del governo. Il sito dice che ci vogliono 50.000 firme, e noi sappiamo bene che questo non è vero, perché le petizioni on-line non hanno alcun valore legale.

In realtà è bene dire che in Italia “lo stato d’accusa” è pressoché impossibile, tanto più che in seguito all’approvazione del lodo alfano, berlusconi non potrebbe nemmeno essere perseguito per il reato di strage. Firmare fa bene, è salutare e riconcilia con la coscienza, ma è poco più che uno sputo virtuale nella faccia di quel tizio.

In un paese normale – è bene ricordarlo- un tizio così avrebbe continuato a evadere il fisco dopo aver costruito palazzine, ad avere amicizie discutibili, e indossare – lui sì – il grembiulino e il cappuccio da massone, fino a quando finalmente sarebbe finito dentro un carcere a scambiare due chiacchiere con gli altri detenuti per un oretta al giorno. Forse avrebbe anche baciato qualche mano.

In un paese un po’ meno normale, può invitare a cena gli industriali e chiedere loro di investire per mezzo della pubblicità nella sua azienda, può compiere svariati reati in diretta TV condizionando i mercati borsistici, può addirittura scrivere (o farsi scrivere) le regole della vita di tutti noi, ignorando cosa sia e come funzioni una democrazia. La legge elettorale per le prossime elezioni europee, è l’ultimo stadio della follia italica.

Ma in tutto questo io voglio trovare ancora un briciolo di ironia, e mi riferisco alle parole del grande statista: “vogliamo mandare in Europa degli esperti che possano lavorare nelle commissioni.” No, questo non è ironico, è quasi esilarante. Se i parametri di scelta sono gli stessi che ci hanno regalato i ministri che abbiamo, allora è facile immaginare come saranno i rappresentati europei. Giusto per accrescere un po’ il prestigio dell’Italia.

Rita Pani (APOLIDE)


 

Una partita indimenticabile

Ora leggete bene queste poche righe e ditemi, sareste in grado di fare un pronostico? Chi vincerà?

Ci siamo: oggi il gup Paolo Micheli suonerà il fischio di chiusura di questa partita di rugby piena di falli che si è celebrata nell’aula delle udienze preliminari. Oggi, l’arbitro Micheli assegnerà i punti, decidendo i destini di Amanda, Raffaele e Rudy. Quella che si sta per chiudere è stata una partita indimenticabile, unica, stupefacente. Fonte

Una partita indimenticabile, eh sì!

Il tizio che scrive non è un giornalista sportivo, ma un imbecille inviato a Perugia per seguire la cronaca processuale di un efferato omicidio. Ma si potrà mica dire che il gup Micheli, deciderà se rinviare a giudizio due presunti omicidi? Si potrà mai dire che si deve decidere se tenerli in carcere o liberarli? Si potrà scrivere che il giudice dovrà stabilire la pena per l’unico reo confesso?

No, troppo brutale, troppo banale la scarna cronaca di un omicidio, è meglio abbellirla con quanto di più miserabile possa essere venduto a chi legge: la cronaca sportiva. Ma è intelligente l’imbecille, non si butta nel calcio, troppo scontato, meglio il rugby, chissà forse invitato dalla nazionalità inglese della povera ragazza ammazzata.

Chissà se i familiari avranno letto la cronaca di questa partita unica, stupefacente e indimenticabile.

Rita Pani (APOLIDE)


10.27.2008

 

Le cose accadono in silenzio

Nel giro di un paio di giorni, è la seconda volta che mi capita di leggere la notizia della donna condannata da un tribunale reale, per aver ucciso il “web marito” ossia il suo avatar in un mondo parallelo. Quasi come se le notizie da dare fossero finite, e le cose che succedono non si possano dire.

Per esempio che il mondo continua a deperire, malgrado noi. Non solo per le crisi economiche, ma per la violenza delle guerre, del terrorismo mascherato da democratizzazione, di una guerra di cui nessuno si occupa più, che rende lecito sparare bombe in Siria ed uccidere donne e bambini. La guerra ormai è un ministro sorridente che loda i feriti lievi, che non diverranno nemmeno eroi per caso, visto che ormai i nostri soldati non subiscono nulla di più di un escoriazione.

In Italia abbiamo ormai l’era dei tornelli, e bisogna interrogarsi seriamente se sia giusto o no, piazzarli anche nei Tribunali, per vedere se i magistrati lavorano davvero o sono fannulloni. Ogni volta che torno a casa dalla spesa, tiro un sospiro di sollievo scoprendo che ancora non hanno messo un tornello davanti casa mia. Sono importanti i tornelli, mica minchiate! Spendere per metterli ovunque è un buon inizio per risparmiare. Chi se ne frega se le procure non possono lavorare perché sotto organico?

Non succede nulla, la delinquenza è sparita, sono spariti i rom insieme alle guerre, agli stupri, agli omicidi in famiglia, i morti sul lavoro muoiono ancora, ma restano solo un trafiletto di cinque righe, a meno che i morituri non siano così furbi da morire mezza dozzina alla volta, che proprio non si possa fare a meno di notarli, per almeno cinque minuti. Non succede nulla, proprio come quando c’era lui, che la cronaca nera era sparita dai giornali. Oggi succede qualcosa solo quando il fatto di cronaca regalerà un processo mediatico, di quelli che l’inviato a Perugia, prima di dire quali fatti si siano discussi, ci racconta il look degli imputati, di lui con i capelli lunghi, del ragazzo di colore che si è rasato e di lei che lamenta la maledizione della sua bellezza. E se l’avvocato che segue uno degli assassini è anche un parlamentare e presieda la commissione giustizia della Camera, che problema c’è?

L’Italia è un bel paese in cui si vive bene, in cui i ragazzi ormai da quasi un mese imperterriti protestano per conservare il diritto allo studio, ma quando i ministri non dicono che sono cretini catechizzati, dicono che quasi sono inesistenti, e lo ripetono all’infinito. E nessuno che osi dubitare di una ministra che dice di aver fatto una riforma che tende a rendere ogni studente un protagonista; esattamente come diceva la moratti, e tutti sappiamo bene quale ennesimo colpo abbia inferto alla cultura. In Italia non ci sono problemi, perché i giornalisti ancora si interrogano sulla cifra esatta dei partecipanti alla manifestazione del PD: due milioni e mezzo, duecento mila o, ultima cifra stimata dalla stampa cinquecentomila? Ma per una democrazia non dovrebbe essere importante anche il malcontento di cento persone?

Non ho mai visto una puntata dell’isola dei famosi, e allora mi chiedo perché io oggi debba sapere che Massimo Ciavarro, che avevo lasciato sui fotoromanzi sul tavolino del parrucchiere di Carbonia, sia stato operato d’urgenza per un ulcera perforata, ma difficilmente saprò altro della famigliola che è stata scoperta vivere dentro un cassonetto della spazzatura, in una via di Roma. Padre madre e due figli, di cui l’ultimo nato a Torino e quindi a tutti gli effetti cittadino italiano.

Questo è esattamente quello che sta diventando sotto gli occhi stupidi, annoiati, e distratti di molti di noi. Un ritorno al passato che vogliamo ostinarci a non guardare, forse perché già sappiamo che noi, a differenza dei nostri padri o dei nostri nonni, non saremo capaci di sopportare.

Rita Pani (APOLIDE)


 

Il contraddittorio è possibile

Quando un ministro non gradisce il contraddittorio



R.

 

10.26.2008

 

L'aria frizzantina di Taranto

Non ricordo chi disse “Molti dei nostri uomini politici sono degli incapaci. I restanti sono capaci di tutto.” Trovo che sia una frase molto vera. L’altro giorno a Taranto è stato riscontrato a un bimbo tredicenne un tumore da fumo, verosimilmente provocato dalle emissioni di diossina dell’Ilva. È di oggi la notizia che il ministero dell’ambiente ha rimosso la commissione tecnica che indagava sulle emissioni di diossina dell’industria siderurgica tarantina, sostituendoli con altri “di fiducia” della prestigiacomo. Una decisione questa, scoperta per caso dalla Regione Puglia, che convocata a Roma so è trovata davanti il nuovo presidente del nucleo di coordinamento scelto dal ministro - spiega l'assessore all'Ambiente, Michele Losappio - che stranamente, più volte e con grande enfasi, ha voluto sottolineare come le emissioni dell'Ilva siano tutte nei limiti dell'attuale normativa nazionale.

La commissione estromessa, stava lavorando per stabilire se concedere o meno alla fabbrica l'Autorizzazione integrata ambientale (Aia), una carta necessaria per la prosecuzione dell'attività. Allora perché rimuoverli, per sostituirli con “tecnici di fiducia”?

È semplice, quasi banale, la Nazione Italiana è roba loro, e come tale deve essere governata. Non a caso, il padrone dell’Ilva Emilio Riva, risulta essere uno dei benemeriti eroi salvatori della Patria che fanno parte della cordata CAI, uno di quelli insomma che si è succhiato quasi gratis l’Alitalia, e non a caso sempre lui, corre a essere uno dei beneficiari della battaglia governativa contro il trattato di Kyoto. La gente muore, e chi se ne frega? Il profitto innanzitutto. Tanto – pensano – la gente muore comunque, che ci importa di qualche migliaio in più? Che ci importa di un bimbo col cancro ai polmoni? Dei bambini nati e morti? Dei bambini malformati? Niente.

Altra vicenda paradossale in questa piccola Italia devastata, è il processo che in questi giorni si svolge davanti al Giudice di Pace di Taranto, Gastone De Vincentis, contro Margherita Calderazzi sindacalista dello Slai-Cobas, accusata di essere la mandante della scritta «Riva assassino » trovata sui muri dello stabilimento nell'agosto di due anni fa. I fatti in breve: La Calderazzi avrebbe armato di pennarello rosso la mano di un minorenne e l'avrebbe indotto a vergare quelle parole. Poi il ragazzo sarebbe rientrato nella Panda rossa guidata da lei, ferma a poca distanza in attesa che l'opera venisse portata a termine e, proprio in questo momento, sarebbe stata riconosciuta senza ombra di dubbio da un vigilante dell'acciaieria che ieri mattina ha offerto la sua testimonianza.

In vero ci sarebbe anche un altro paradosso, ovvero il fatto che Riva, si sia sempre guardato bene di presentarsi nelle aule di tribunale dove più di una volta si sono celebrati i grandi processi per inquinamento e per le morti bianche (uccisioni) avvenute nel suo stabilimento siderurgico.

A mio avviso è probabile che ci sia una sostanziale differenza tra uccidere una persona con quattro colpi di arma da fuoco o ucciderla con la diossina, se non altro perché con quattro colpi di pistola, si muore in fretta e senza sofferenze, ma sempre a mio modesto parere, chiunque uccida un altro essere umano è un assassino.

E pensare che il motivo principale per cui l’italiota ha dato in mano il governo del paese a questa feccia, è stato il bisogno di “sentirsi sicuri”.

Rita Pani (APOLIDE)


10.25.2008

 

I morti di Capoterra ( CA )

Capoterra.
Storia di una speculazione edilizia degli Anni '60 sui terreni dei possidenti cagliaritani all'ombra della DC E l'agro diventò una giungla di cemento

Da aree alluvionali buone per la caccia e l'agricoltura a lotti edificabili


di MAURO LISSIA

CAPOTERRA.
Si chiama ancora piano di fabbricazione e risale al 6 giugno del 1969.
Il sindaco di Capoterra era Felice Baire, notabile di paese e figlio di quella Dc immobiliare che ha trasformato l'hinterland in un'inestricabile jungla di cemento anonimo.
Un ingegnere immobiliarista fu chiamato a elaborare il piano di fabbricazione: era Pierluigi Monni, coinvolti poi in una serie di inchieste giudiziarie per abusi edilizi.

Quel piano largo e generoso classificò come zona edificabile la gran parte delle rigogliose campagne capoterresi, per la gioia delle blasonate famiglie cagliaritane che si trovarono moltiplicato per mille il valore delle antiche tenute di caccia e dei terreni agricoli ereditati dai nonni.
Da area alluvionale, buona per picnic estivi e campo ideale per le doppiette, il
territorio di Capoterra diventò un eldorado per imprese in vena di espansione.
L'idea di fondo era di offrire spazi alternativi ai cagliaritani, senza badare troppo alla pianificazione.
Ma la responsabilità di quello che appare oggi come un caso di palese malgoverno del territorio non è soltanto dell'amministrazione comunale di allora: per quanto
permissivo e miope, il piano del '69 stabiliva comunque qualche regola.

Forse persino troppe in una fase storica in cui erano pochi a parlare di difesa ambientale.
Così la Regione, schierata con chi aveva fretta di trasformare la piccola Capoterra in un sobborgo verde di Cagliari, inventò la famosa 'LEGGE-PONTE' che consentì alle imprese di costruire saltando allegramente il rapporto di convenzione con il Comune.
Una sorta di
salvacondotto urbanistico grazie al quale sono nati gli agglomerati a mare di La Maddalena spiaggia, Frutti d'Oro uno, Frutti d'Oro-la Vigna e Su Spantu uno: tutta edilizia per stomaci forti.

Sono passati quasi quarant'anni e le amministrazioni comunali di oggi fanno ancora i conti con quel mostruoso strumento: impossibile elaborare un piano urbanistico moderno.
Chi ha provato a fermare l'avanzata delle lottizzazioni, come fece negli anni Novanta il sindaco Tore Cadoni, si è preso bombe, attentati e minacce d'ogni tipo.
Chi ha terra edificabile da vendere vorrebbe avere mano libera, chi ha i soldi per costruire è convinto
che i divieti non siano altro che soprusi.
La conseguenza è sotto gli occhi di tutti e il nubifragio del 22 ottobre -
dopo quello dell'11 novembre 1999 - ha fornito una conferma drammatica e disastrosa dei consapevoli errori commessi in quei tempi: in un'area di cui 270 ettari sono classificati 'a rischio molto elevato' nel piano di assetto
idrogeologico del 2004 si è costruito selvaggiamente e si vorrebbe continuare a costruire, come se le sciagure meteorologiche ricorrenti non avessero insegnato nulla.
Dai tentativi del gruppo Berlusconi, che voleva
portare seimila abitanti nella delicatissima vallata dove oggi sorge Hydrocontrol, fino alle iniziative luxury del pluri-indagato avvocato d'affari Peppetto Del Rio, che sognava un'oasi di megaville a due passi da Poggio dei Pini, la storia recente di Capoterra è segnata da incessanti controversie legate al cemento.
L'ultima, nel 1992 - un'altra convenzione
risulta registrata nel 1997 - ha visto l'amministrazione comunale e gli ambientalisti soccombere tristemente.
Risultato: le centinaia di case costruite sullo stagno di Santa Gilla.
Quasi sull'acqua, per volontà e interessi della cooperativa Mille-Cento che faceva capo all'allora semplice imprenditore edile Sergio Zuncheddu (LUI, IL PALAZZINARO PADRONE DELL'UNIONE SARDA).

Se nel 1970 Capoterra contava appena ottomila abitanti, oggi il sindaco Giorgio Marongiu, espresso da una coalizione di centrosinistra, è chiamato a governare servizi destinati e quasi 24 mila cittadini - 12 mila nei rioni sorti in campagna - che patiscono la bulimia edificatoria degli anni passati.
Tredici lottizzazioni su seicento ettari, problemi da città
metropolitana con risorse economiche da piccolo paese.
Soprattutto un'esposizione al rischio di eventi meteorologici conosciuta da decenni e affrontata mai.
Al contrario: un pericolo cresciuto insieme ai villaggi delle periferie, indifesi perchè messi in piedi a vanvera.
Come San Gerolamo, esempio eclatante di irresponsabilità.
In questi giorni è il
commissario della protezione civile Guido Bertolaso e sono i geologi a spiegare il destino ineluttabile di questa frazione popolosissima.
Ma non servono gli esperti per capire quanto sia sbagliato costruire centinaia di
case attorno a un fiume che raccoglie le acque di due dighe, sotto il livello del mare e senza un minimo di attenzione alle norme che regolano la sicurezza idrogeologica.
I documenti dicono che la lottizzazione Rio San
Girolamo è il risultato di una convenzione stipulata il 3 novembre 1977 tra gli uffici di Capoterra - sindaco era il socialista Raffaele Farigu (LUI, ATTULE CONSIGLIERE REGIONALE DEL CENTRODESTRA)- e la società 'Selene Agricola immobiliare srl', oggi cessata.
Il proprietario delle aree era Mario Floris, PADRE DELL'ATTUALE SINDACO DI CAGLIARI.

Il progetto fu affidato all'ingegner Massimo Abis, amministratore della società era Francesco Cittadini e dalle visure storiche l'attività della Selene risulta essere il «miglioramento di fondi rustici e urbani».
Per rendersi
conto di quanto e come siano stati migliorati quei fondi basta fare un giro tra le case di San Girolamo in queste ore: non una costruzione è uscita salva dalla furia delle acque.
Oggi quelle terre assomigliano a una favela brasiliana e solo un intervento finanziario massiccio e ben indirizzato potrà restituire una vita normale agli sventurati abitanti.
Che non sono villeggianti agiati, ma famiglie abbagliate a suo tempo dai prezzi: a rischio com'erano, i lotti furono venduti a poco.
Le case poi spuntarono come funghi, alcune messe su senza badare troppo all'immagine.
Col mare a due passi e la strada di Cagliari a portata di mano, gli acquirenti non potevano immaginare che un giorno sulle loro cose sarebbe piombato il contenuto di una diga. Non potevano immaginarlo perchè nessuno glielo disse.

 

Bravo Uolter, però

Bravo Uolter, ti sento parlare dall’altra stanza, e non posso che dire: giusto, tutto giusto. Sì, c’è un però.

Però arrivi in ritardo di almeno sei mesi, a dirci dell’acqua calda quando ormai ci siamo ustionati. Tu non sai quanto mi possa toccare il cuore, sentir dire che l’Italia deve essere antifascista, però io che ho memoria, ci resto un po’ male, perché tu, all’atto della fondazione del PD, non ce lo hai scritto nello statuto che il PD era un partito antifascista.

Bravo Uolter, gliele stai cantando a berlusconi, ma è tardi e tu sembri un po’ cretino. Ma davvero nessuno ti aveva detto che “il principale esponente della coalizione avversa” era proprio lui? È tardi Uolter, persino per accorgersi che a berlusconi del paese non gliene frega niente, perché noi lo sapevamo già. Noi il rubinetto col cerchietto rosso l’avevamo già aperto.

Bravo Uolter, sei coerente fino in fondo: il PD è un partito libero e riformista, il PD è un partito riformista (ma non facevi prima a chiamarlo PR?) libero dai condizionamenti della sinistra. Insisti Uolter, fino alla prossima manifestazione quella che non ti lasceranno fare perché il fascismo non è un’invenzione di un cronista bizzarro. Allora probabilmente ti renderai conto che è proprio grazie alla fuoriuscita della sinistra dal parlamento, che è stato possibile assistere al nuovo avvento del fascismo.

Bravo Uolter, tu si che sei a favore dei cittadini, che ti seguono e che riempiono una piazza dimostrando che i risultati dei sondaggi sul gradimento del governo (quella specie di Auditel) sono taroccati, e fai proposte indiscutibilmente sensate: giù le tasse dalle tredicesime. Scusa se mi permetto Uolter, ma tu lo sai che i giovani con la cuffia nelle orecchie e il microfono davanti alla bocca, la tredicesima non la prendono?

E sai Uolter che a guardar bene, la tredicesima non la prendono nemmeno quei dipendenti delle ditte appaltatrici che bene o male fanno ancora camminare gli ingranaggi dello stato, perché sono anche loro tutti precari? E non hanno nemmeno vent’anni, a volte hanno superato abbondantemente i quaranta, e vivono con le chiappe strette, perché del domani non sanno, e al dopodomani preferiscono nemmeno pensare.

Hai riempito il Circo Massimo, e lo hai riempito davvero, ma sei stato tu, o è stato il principale esponente della coalizione avversa. Però. Però io continuo a chiedermi sempre la stessa cosa: perché questo fortissimo ritardo? Mi sembra la cultura della guerra: per ricostruire dobbiamo prima distruggere. Forse avremmo potuto limitarci a ristrutturare, o no?

Rita Pani (APOLIDE)


10.24.2008

 

Si son confusi un'altra volta

20 Ottobre E' ufficiale: il Governo ha allo studio una nuova rottamazione per incentivare l'acquisto di auto nuove. Il ministro per lo Sviluppo economico, Claudio Scajola, ha infatti annunciato che il governo sta studiando degli interventi di sostegno ai settori industriali più toccati dalla crisi finanziaria internazionale come il comparto auto e quello degli elettrodomestici. Sul tema della rottamazione, ha detto il ministro a margine di un convegno a Como, "c'è una valutazione da parte del governo per far sì che si possa far ripartire il mercato dell'auto fermo in tutta Europa.

"Non è stata mai prevista la rottamazione - ha ripetuto il presidente - non so da dove possa essere venuta questa cosa, nessuno ne ha mai parlato". Pechino 24 Ottobre

Non sono lapsus no, no. È strategia economica anche questa, e non l’economia italiana, ma sempre la sua o quella degli amici suoi. Una dichiarazione e si muovono i mercati, una dichiarazione contraria, e puff! È reato? Sì, ma non fa nulla tanto non lo arrestano, e se pure lo inquisiscono, lui si fa una legge per non essere toccato. In fondo lui la magistratura non la vuole riformare, la vuole solo vincere, magari facendo riti woodoo contro Napolitano, per poter andare fischiettando ad occupare l’unico appartamento in centro a Roma, purtroppo non in vendita; beh – per il momento non ancora – in vendita, e restare intoccabile fino a quando l’età decrepita non gli consentirà di non entrare in galera.

A proposito, la cassazione oggi ha respinto la richiesta di previti, per la diminuzione della pena. Lamentava il fatto che 7 anni sono troppi, e chiedeva che bastasse quanto fino ad oggi scontato. Proprio tutto vero, persino come se veramente fosse rinchiuso in galera, magari in una di quelle dove i detenuti dormono sui materassi poggiati per terra.

Rita Pani (APOLIDE)


 

La protesta deve continuare

La Polizia, anzi no. Attacchi terroristici, ma convoco gli studenti. In piazza gruppi di facinorosi. Solo tre delle affermazioni dei grandi statisti che ci sono al governo di questa misera Italia, Perché?

Perché urge lo scontro, urge far scorrere un po’ di sangue per facilitare la militarizzazione del paese. Perché?

Perché le banche sono al collasso (persino quella che si è “comprata” l’Alitalia, e che a breve rivenderà a Airfrance senza però i limiti e le assicurazioni che aveva posto la mediazione del governo Prodi) e la prima stima monetaria, che andrà a carico dello stato, per salvare il culo dei banchieri e dei pochi risparmiatori che potranno salvare il salvabile è di 20 miliardi di euro. Questa è la cifra che berlusconi si è sempre rifiutato di dire.

È verissimo che gli studenti corrono il rischio della strumentalizzazione, ma essa non arriva da sinistra, bensì potrebbe arrivare proprio dal governo. Non sarebbe un’usanza nuova, basta ricordare come tutto accadde a Genova. Solo che ora non è in gioco l’apparenza nei confronti dei paesi amici, non si tratta di far stendere o no le mutande ad asciugare su un filo. Qua si tratta di prepararsi a debellare le sommosse popolari, quelle dei lavoratori che dall’oggi al domani perderanno il lavoro, dei risparmiatori che non troveranno più i loro soldi, della gente che sarà alla fame. E quindi basta con le minchiate. Hanno necessità di militarizzare il paese, di negare i diritti allo sciopero e alla protesta, e soprattutto hanno necessità di impedire che le reali forze di opposizione possa ricompattarsi.

La protesta della scuola deve continuare, oltre che per salvare quel pochissimo che è rimasto del diritto all’istruzione, anche per tentare di dare una parvenza di democrazia al Parlamento, ridotto peggio di un’azienda privatizzata. Non resta più nulla se non le poltrone e i privilegi, tutto il resto, compresa la democrazia è stata fatta a pezzi da chi nemmeno lontanamente ha idea di cosa voglia dire governare. Il parlamento ridotto come un’azienda di cui una famiglia possiede la maggioranza delle azioni, e che convoca il consiglio d’amministrazione solo pro forma o per statuto, ma che in sostanza non può prendere alcuna decisione, se non proposta dal padrone. Questo è quello che è diventata l’Italia dei decreti legge, delle norme insulse, del decisionismo che in realtà non decide nulla, e che in silenzio continua ad approvare leggi e regolamenti pro domo sua.

Rita Pani (APOLIDE)


10.23.2008

 

Buffone

15:41 Berlusconi: "Giornali non dicono verità, mai pensato alla polizia"

"Non ho mai detto né pensato che servisse mandare la polizia nelle scuole. I titoli dei giornali che ho potuto scorrere sono lontani dalla realtà". Così il presidente del consiglio, silvio berlusconi, da Pechino torna sulle polemiche suscitate dalle sue parole di ieri.







Rita Pani (APOLIDE)

 

Fine pena mai

Ho letto questo articolo che narra della preoccupazione di berlusconi, per la magrezza della carfagna. È così preoccupato che cito a memoria: ha pensato di affidare la ministra alle cure del suo medico personale e nutrizionista schampagnini.

Non so perché, ma mi è venuto in mente che spesso, chiacchierando con amici o compagni, si è discusso sulla possibilità di coronare il sogno di saperli in galera. Oggi però ho improvvisamente cambiato idea. Certo garantirei a molti di loro un giusto processo, e un processo rapido come vuole angelino, ma prima rivedrei le pene. Niente galera per certa gente, ma sicuramente “fine pena mai”. Una condanna a vita, o una condanna “alla vita”.

Dovrebbe essere così in un mondo giusto. Stabilire chi è il responsabile della distruzione e costringerlo a vivere tra le macerie da egli stesso creato. Vivere con 800 euro al mese, sapendo che mai e poi mai potrà cambiare la sua situazione. Vivere sapendo che mai e poi mai avrà la possibilità di smettere di lavorare. Alzarsi alle 5 tutte le mattine, prendere un treno, fare un’ora di viaggio e lavorare fino a sera per portare a casa un salario che non gli basterà ad arrivare alla fine del mese. Prendere il numeretto nello studio di un medico, e aspettare in fila per sentirsi dire che dovrà andare all’ospedale a farsi vidimare la prescrizione, e mettersi in fila ad attendere di poter essere curato solo quando verrà il suo turno. Avere il mal di denti sapendo che non potranno pagare un dentista. Sapendo che mai potrà migliorare la situazione. Alzarsi ogni mattina e non sapere bene se e cosa riuscirà a comprare al supermercato. Fare la spesa contando mentalmente e fermarsi prima che la cifra raggiunga quello che ha in tasca. Lavorare alacremente, per dieci ore al giorni, sapendo che quel lavoro nessuno glielo pagherà mai, che mai riuscirà ad ottenere un minimo riconoscimento. Sapendo che mai potrà migliorare la situazione.

Condannarli a vita, condannarli alla vita, sapendo che arriverà il giorno in cui dovranno decidere di ammazzarsi da soli, per conservare l’ultimo barlume di dignità. Vivere costretti a non pensare al tempo che passa, all’età che avanza, sapendo che mai potrà migliorare la situazione. E quando avranno capito, e chiederanno di fare ammenda, lasciarli continuare a vivere, e vivere e vivere, con la gente intorno che li guarda come animali allo zoo, come già fanno ora, masturbandosi il cervello con le riviste che raccontano dei loro fasti e delle loro magrezze, dei loro medici e delle loro ricchezze, delle cliniche di bellezza e dei ritocchi al cuore nelle officine americane.

Questa è gente che andrebbe condannata alla fatica di vivere. Solo questa sarebbe giustizia.

Rita Pani (APOLIDE)


 

Senza titolo


 

Ben venga l'esercito

Oggi mi hanno scritto che sono noiosa col mio essere avversaria del governo. No, non proprio così, almeno non con queste parole. Poi mi hanno scritto che in fondo era ora che qualcuno facesse qualcosa. Però non mi hanno scritto né chi né cosa. Poi, forse non ci crederete, mi scrivono anche che [copio] le proteste degli studenti sono pilotate dai comunisti che ci sono rimasti male di non essere stati eletti e quindi ben venga l’esercito nelle scuole.

Parrebbe quasi inevitabile arrendersi e smettere di porsi domande sul perché in soli sei mesi l’Italia sembri destinata a diventare come il Cile. Solo che noi non abbiamo mai avuto Salvador Allende, ci siamo beccati Romano Prodi e Massimo D’Alema, e non c’è stato nemmeno bisogno che fosse la CIA a guidare il golpe: è bastato Valter Veltroni.

L’unica voce d’opposizione oggi è rappresentata da un ex sbirro, ex magistrato, dichiaratamente di destra, al quale va riconosciuto comunque l’ultimo residuo di buon senso.

Io non so chi sia, colui che “ben venga l’esercito nelle scuole” ma so che sicuramente a scuola non ci va, so che non ha studiato la storia recente, e probabilmente non ha nemmeno figli che ci devono andare. Probabilmente è anche uno a cui non piace porsi troppe domande, e ha capito tutto quello che c’era da capire su la politica, con l’utilizzo della metafora calcistica. Deve essere anche uno che accomuna il verbo “lavorare” allo scopo di “fare soldi”, per cui non importa quale lavoro sia. Persino rubare, è lavorare.

Di solito queste persone sono quelle che, posti dinnanzi al problema razziale, ti dicono: “se vogliono vivere in Italia paghino le tasse come tutti”. Di solito chi invita gli extracomunitari a pagare le tasse, ne tiene almeno una decina a lavorare a nero per lui.

Io non so se queste persone abbiano mai riflettuto sulle mille sfaccettature di berlusconi, lo vedono solo come l’uomo che si è fatto da sé, “lavorando”. Uno che ha fatto i soldi, insomma. Non arriveranno mai a comprendere che, per esempio, berlusconi è solo un prestanome. Uno che non si è presentato volontario per salvare l’Italia, ma è stato assunto per spolparla e distruggerla, avendo in cambio ovviamente un tornaconto personale. Comprenderlo sarebbe facilissimo, basterebbe chiedersi, per esempio: a chi giova la crisi economica? Chi crede davvero nel “lavoro” di berlusconi, probabilmente non sa che lui, farà esattamente come hanno fatto i tiranni sudamericani, e cioè, prima o poi sparirà dopo aver messo al riparo i suoi e i suoi bottini. Chi inneggia all’esercito, probabilmente non arriva a capire che prima o poi, al posto di berlusconi, al governo ci sarà l’esercito. E se qualcuno pensa che no, non può accadere perché siamo in Europa, si chieda perché questo governo fa di tutto per essere inadempiente e farsi cacciare dalla UE. Lo so, sono cose troppo difficile per uno che “lavora e basta”, per uno che “ben venga l’esercito”, che non è abituato a pensare, ma probabilmente è per questo che io sono e resto così tenacemente antifascista. È un obbligo morale esserlo. E per fortuna siamo in tanti.

Rita Pani (pervicacemente antiberlusconiana, antifascista e comunista)


10.22.2008

 

Le bugie della sinistra

È vero, le conferenze stampa del governo, non sono un botta e risposta con i giornalisti, ma l’ennesima forma di monologo di propaganda, però io mi chiedo: perché nessuno sente il bisogno di tutelare l’opinione pubblica? È anche vero che per berlusconi il cittadino italiano – elettore – deve essere trattato come un bambino di dieci anni, nemmeno tanto intelligente, ma io penso che non ci voglia poi tanto ad andare a vedere che cosa dice una legge, e in questo caso anche per un giornalista dilettante, sarebbe semplice far rimangiare al bugiardo per antonomasia, l’offesa: chi protesta dice bugie, non ha capito niente, e spinto a protestare dalla sinistra. LA LEGGE È QUA .

Non ci vuole molto a comprendere, ma credo che sarebbe dovere del governo, al limite, spiegarla a chi dovrà subirla. Gli effetti di questa legge sono chiari, come è chiaro che a pagarne le conseguenze saremo noi: coloro che non rubano, che lavorano, che pagano le tasse davvero, che vivono della loro fatica, che non sono affiliati al clan dei casalesi o alle cosche mafiose o di governo. Ci spieghi, per esempio, come si regolerà la tassazione degli studenti universitari, quando le università diventeranno Fondazioni Private, o ci spieghi chi terrà alto lo standard didattico abolendo il turn over. Per inciso, il turn over non è lo stesso procedimento applicato dal Milan o l’Inter, ma significa che in un ente pubblico, viene assunta una persona ogni 5 pensionate, che a detta della mummia di Arcore è invece un ammortizzatore sociale, ovvero, impiegare un docente è una sorta di elemosina.

Sembra che l’Italia dei sondaggi (fasulli) sia contenta del decisionismo, dell’uomo solo, dell’uomo forte, a me invece non piace per nulla che un tizio, non si capisce come presidente del consiglio, utilizzi la sua carica istituzionale per lanciare minacce contro la popolazione. Questo non perché somigli tanto al despotismo fascista, ma perché fa schifo e basta.

Fa schifo perché è ancora in corso il processo contro i massacri di Genova, fa schifo perché la gente ha applaudito quando hanno messo l’esercito in strada. Fa schifo perché sembra che anche la povera Italia prima o poi dovrà necessariamente avere la sua Piazza Tienanmen.

Finirà male tutto questo, finirà malissimo, ma purtroppo non finirà domani. E allora come sempre, sarà difficile trovarne uno che ammetterà di essere stato complice di questo scempio, con il semplice gesto di tracciare una ics su una scheda elettorale.

«Si tratta di capire se un personaggio indagato fino alla nausea e accusato dalle procure di spergiuro, lavaggio di denaro, falsificazione di documenti e corruzione di giudici possa rappresentare degnamente un Paese dell’Unione Europea». El Pais, editoriale, 11 dicembre 2004

Rita Pani (APOLIDE)


10.21.2008

 

Traduzione:

"L'Italia la possiamo salvare soltanto noi, facendo quel che abbiamo sempre fatto, lavorando tutti i giorni intorno ai problemi, non andando in televisione con farneticazioni inaccettabili che non possono che deprimere la fiducia dei cittadini verso la politica e i politicanti". Lo ha detto il premier, silvio berlusconi, parlando all'assemblea degli industriali. "Noi cerchiamo di dire solo dei fatti. Abbiamo detto no alle dichiarazioni nelle piazze e per strada, noi parliamo solo in televisione, non intendiamo più andare per suscitare risse verso i nostri interlocutori. Loro andranno, noi risponderemo solo pacatamente alle domande dei giornalisti".

Vocabolario della Guevina: berlusconi italiano/italiano berlusconi:

Noi non possiamo rischiare di andare in televisione, e trovare qualcuno che non è disposto a stare in ginocchio, o peggio controbatta con qualcosa di minimamente intelligente alle nostre idiozie di propaganda populista. Questo potrebbe mettere in difficoltà i nostri peones che si troverebbero costretti a ripetere all’infinito una frase senza senso, attenendosi al metodo gasparri, già metodo vito.

Per tanto è fatto divieto di presentarsi a dibattiti televisivi, ma si fa obbligo di partecipare ai monologhi condotti da personale di nostra proprieta: emilio vespa, o bruno fede. Noi risponderemo come cazzo ci pare solo ai giornalisti di tutte e cinque le mie televisioni, in attesa che si smantelli anche la sesta.

A proposito: ieri sera ho assistito alla prima edizione del TG 3 minuti. Più che un telegiornale uno scioglilingua, che per fortuna ha dedicato gli ultimi 40 secondi a un filmato di repertorio per la morte del Compagno Vittorio Foa dando modo al mal capitato lettore di riprendere fiato e non stramazzare al suolo, per carenza di ossigeno. Più che un giornalista, lo speaker sembrava il partecipante ad un concorso di agilità della lingua. È stato davvero molto bravo, e sua moglie deve essere una donna felice.

Inutile chiedersi perché dei bravi giornalisti non si siano rifiutati di subire una tale umiliazione. È stato davvero uno spettacolo patetico. Ma in un paese come questo, non si può certo pretendere che si facciano battaglie per la dignità, e tanto meno i telespettatori meno attenti, avranno assistito percependo l’insulto. Come se i soldi del canone non fossero soldi buoni. Come se questo governo non fosse una congrega di feccia fascista, che non cancella ma annienta, oltraggia e svilisce chiunque non accetti di sottomettersi.

Rita Pani (APOLIDE)


 

Far girare l'economia (e anche le balle)

Sono molto contenta che finalmente tutti, politici e industriali, abbiano compreso la necessità di cambiare il sistema economico. Non avevo dubbi che, avendo la fortuna di avere a capo del governo un affarista, capitalista, imprenditore, editore, l’Italia avrebbe adottato le giuste misure per risollevare il nostro culo da terra. Prima su tutte, l’incentivo alla rottamazione di auto ed elettrodomestici.

Fermi! No, non lo stanno facendo ancora per Agnelli: è morto! Lo fanno per noi. Lo fanno per la nostra economia e soprattutto per salvaguardare l’ambiente, sebbene in Italia non ce ne sia bisogno perché, non so se ci avete fatto caso, ma oltre ad aver fatto sparire l’immondizia da Napoli, questo governo è riuscito a far sparire anche lo smog dalle città. Ormai è chiaro che anche questo dipendeva dal precedente governo di centro sinistra, dal momento che una volta eletti loro, sono sparite le domeniche a piedi, l’allarme polveri sottili, lo smog, le targhe alterne e il blocco del traffico. Poi non scordiamoci che è di oggi la notizia che essere alleati alla Lituania in fatto di clima, è stato un successo. Non si vorrà mica cedere le armi alla Francia o alla Germania! E poi non scordiamoci l’affronto che abbiamo dovuto subire da questi ultimi quando ci hanno rimandato indietro le eco balle tossiche prodotte dalla Impregilo.

Tornano all’economia, come negare l’utilità di comprare auto e lavatrici? In primo luogo faremo girare il danaro delle finanziarie che ci presteranno i soldi a tassi di strozzinaggio, e questo conserverà i posti di lavoro degli impiegati delle finanziarie, e poi salveremo anche il posto di lavoro dei dipendenti dei centri commerciali, dal commesso all’auto trasportatore. Inoltre, essendo ormai inseriti in un sistema economico globale, salveremo anche il posto di lavoro dell’operaio dell’est, che lavora nelle industrie italiane che hanno decentrato la linea di produzione delle loro industrie. “Solo aiutando le imprese” potremo salvare l’economia. È una cazzata? No, una volta sarebbe stata una cazzata, ora invece è la “linea di governo” o imbroglio lobbistico, ma tanto è la stessa cosa.

Rita Pani (APOLIDE)


10.20.2008

 

Povero Uolter

Soltanto qualche giorno fa, berlusconi faceva sapere che della Consulta, ai cittadini italiani, non poteva fregare di meno.

Ieri veltroni, ci fa sapere che ai cittadini italiani, della commissione di vigilanza della Rai, non importa nulla.

Questa ritrovata intesa politica bipartisan, fa nascere il sospetto che Uolter, alla fine, abbia trovato il suo tanto agognato dialogo.

Mi dispiace per veltroni, lo ammetto. Ha l’aria di essere uno che finge di essere un cretino, per conservare il suo atroce segreto. Sembra costretto a far finta che berlusconi gli abbia promesso chissà quale carica di straordinaria importanza, mentre invece potrebbe semplicemente essere stato fotografato dai servizi segreti, mentre chiuso in bagno si trastulla con un album delle figurine Panini, del campionato 1969/1970.

Poverino, mi fa un po’ pena. Sembra uno al quale erano stati promessi i negativi delle fotografie scattate con supporto digitale. Lo hanno fregato, ma ancora spera e non si perde d’animo, se pure costretto a fare finta di non aver capito un cazzo. Per non darla vinta a berlusconi, si è fatto un governo ombra tutto suo, e ha ministri ombra, sottosegretari ombra, fa decreti legge ombra, ha fatto persino una legge finanziaria ombra. E per essere più aggressivo e soprattutto per non rimanere indietro, si è fatto anche una televisione ombra. D’altronde oggi si sa, se non hai almeno una televisione, dove cacchio credi di poter arrivare?

Sì, muove a pietà. A volte assume quel piglio deciso che sembra voler dire: “va bene silvio, mostra pure le mie foto imbarazzanti in un servizio speciale di approfondimento di studio aperto, io me la caverò.” E allora lo fregano di nuovo: “se fai il bravo, ti faremo ricoprire il ruolo di capo supremo dell’opposizione, però devi fare fuori Di Pietro.” È un esperto Uolter. Uolter è un killer, e memore di quando fece fuori Prodi, esegue.

Povero Uolter. Sta organizzando la manifestazione del 25 Ottobre “tornare in piazza è una festa” e non si spiega perché tanta preoccupazione del governo. Eh sì, sono così preoccupati che traballano, non si strappano i cappelli, solo perché al governo i cappelli valgono un patrimonio.

L’ha trovato il dialogo Uolter, io ne sono sicura: “Ti prego silvio, fai finta di incazzarti perché faccio una manifestazione, lasciami conservare un po’ di dignità.”

“Ma che cazzo Uolter, come puoi pretendere che io mi incazzi se tu fai una festa, quando è chiaro che non me ne frega un cazzo delle manifestazioni. Ma hai visto quante ce ne sono ogni giorno in ogni città?”

“Chi le fa? Dove, quando? Perché io non ne so nulla? Non mi avevi detto che sono io il capo supremo dell’opposizione?”

… Povero Uolter, volevi essere negro, e invece sei solo sporco.

Rita Pani (APOLIDE)


10.19.2008

 

Ops! Niente più TG3

Com’è che aveva detto Veltroni? Il TG3 non si tocca. Da lunedì, infatti, sparisce il TG3. Certo non del tutto, un paio di minuti dalle 21 alle 21,05 e poi però si recupera: un’ora tutta intera da mezzanotte all’una del mattino. Un orario comodo, comodo soprattutto per gli schiavi che devono andare a lavorare ogni mattina.

La legge sui contributi all’editoria faranno il resto, levando di mezzo gente scomoda come quelli del Manifesto, e pochi altri che i giornali li hanno sempre fatti e venduti davvero.

Il gradimento del governo, tra un mese, potrà quindi salire al 95%, e il Financial Times ci farà fare ancora quattro risate.

Ci resta sempre RAI news 24 anche formato Internet, almeno fino a quando durerà anche quello, visto che i tentativi per mettere il bavaglio, non sono mai né mancati, né cessati.

Io continuo a chiedermi chi si assumerà la responsabilità di quello che, inevitabilmente, prima o poi accadrà in quel che resta dell’Italia, perché ormai il disegno prende forma, ed è una forma orribile.

Lo so che mentre io scrivo questo post, schifani, ha già dato mandato a uno scrivano di rettificare la porcheria che ha detto oggi, ma ciò non toglie che sia stata detta, e allora mi chiedo: a chi giova, imputare la strage dei lavoratori (basta chiamarle morti bianche come se non fossero morti violente) ai lavoratori stessi? A chi giovano le intimidazioni della polizia ai lavoratori in sciopero?

A chi giova fomentare le lotte studentesche, con gli insulti di una ministra che continua a sottolineare che sono proteste dettate dalla disinformazione (tradotto: protestate perché non capite un cazzo)

Continuo ad avere la sensazione che in tutti i modi si stia cercando lo scontro, questi vogliono il sangue, perché solo così potrebbero finire il lavoro abolendo una volta per tutte e senza dover millantare, la democrazia. No, non perché a loro interessi mettere davvero mano alla scuola, o perché gli importi davvero se la gente viene assassinata dal lavoro, ma perché è evidente che i soldi stanno finendo, e che presto le banche si ritroveranno a dover chiedere i soldi allo stato, per rimpinguare le scorte. E per le banche, state certi, i soldi li avranno.

E Valter, basta! Hai casa? Va in America, emigra! In Italia non è che il fascismo rappresenti un probabile pericolo, in Italia il fascismo c’è già, e la colpa è tua, di Bertinotti, di Diliberto, di Giordano, di Migliore, di Vendola e di quegli altri quattro cazzari che stanno ancora a stampare tessere false per non perdere la poltroncina o i danari che riceverete fino al 2011.

Rita Pani (APOLIDE)


10.18.2008

 

Prestigio internazionale

Banks and markets are tumbling but the crisis is benefiting silvio berlusconi, the Italian premier, whose treatment in parts of the media is nearing North Korean levels of adulation as his government exerts an authority not seen for decades.

:-D ROTFL

R.


 

Ricevo e inoltro

Ieri 17 ottobre ’08 il Sindacato Lavoratori in Lotta ha partecipato allo sciopero generale promosso dalle rappresentanze sindacali di base dei lavoratori quali Confederazione COBAS, CUB e SDL contro il governo Berlusconi, ha visto in piazza, lavoratori, studenti, precari, pensionati e intere famiglie, che sono scese per far sentire la propria voce e le proprie ragioni di dissenso contro gli attacchi da parte del governo, legale rappresentante di CONFINDUSTRIA e padroni. La pioggia e il maltempo non ha impedito il corteo ha cui hanno partecipato più di 500 mila persone.

È stato un grande sciopero generale cui Berlusconi e tutta la sua banda dovrà fare i conti e dare conto alle migliaia e migliaia di persone presenti in piazza.

Ma sulla via del ritorno sono accaduti fatti inquietanti su cui tutti quanti noi dobbiamo rifletterci e lottare affinché ogni singola organizzazione, ogni singolo lavoratore non subisca ricatti, ma combattono contro le intimidazioni e il ricatto.

Sulla via del ritorno, improvvisamente in autostrada, una pattuglia della polizia stradale ferma il pullman in cui viaggiava il SLL, nei pressi del casello di Frosinone, facendoci scendere dal pullman e senza fornire spiegazioni e con atteggiamento provocatorio e ricattatorio ci chiedono di fornire i documenti di ogni partecipante allo sciopero, ne scaturisce una protesta in autostrada, ma la situazione assume aspetti ancora più inquietanti quando un secondo pullman con dentro i partecipanti allo sciopero aderente all’ RdB, viene anch’esso fermato. A questo punto è tutto chiaro, Berlusconi e tutta la sua cricca non a digerito la riuscita dello sciopero generale e la messa in discussione della sua poltrona e di quella dei suoi complici.

I fermati cominciano a protestare e costringono la polizia a fare marcia indietro, infatti, dicono che possiamo riprendere il viaggio, ma è un inganno, infatti, faranno in modo di far andar via solo il pullman di RdB (successivamente fermato e condotto in questura). A questo punto è tutto chiaro, siamo sotto sequestro della polizia.

I fatti successivi a questi episodi la dicono lunga sul comportamento della polizia e dei suoi mandanti, l’atteggiamento terroristico che le forze dell’ordine hanno avuto sono di una gravità enorme, infatti i bambini che viaggiavano sul pullman hanno iniziato ad accusare malori, considerato che per circa 2 e mezza non bevevano e ascoltavano le continue provocazioni della polizia che minacciavano di condurci in questura senza fornire alcuna spiegazione.

A questo punto abbiamo chiamato l’autoambulanza, per i primi soccorsi medici. La polizia all’arrivo dei soccorsi, ci invita a ripartire, ma è troppo tardi, i bambini, in stato di pianto e di malori all’addome e alla testa, raccontano in lacrime al medico quello che la polizia con ricatto e aria minacciosa facevano. Solo dopo che il medico con visita ai bambini e rassicurandoli di continuo, questi si tranquillizzarono. Nel frattempo delle numerose pattuglie di polizia e gli agenti che hanno partecipato al fermo, scompaiono tutte, ne resta una sola per condurre la manovra del pullman alla ripresa del viaggio. Il responsabile delle forze dell’ordine che ha causato tutto questo scomparve improvvisamente senza lasciar traccia di se.

Questi fatti secondo noi, sono molto gravi è la testimonianza che la banda di mafiosi, fascisti, razzisti e clericali che sono raccolti intorno a Berlusconi non si fermano dinanzi a nulla, i loro attacchi si estendono a tutti, lavoratori, casalinghe, bambini, pensionati, studenti e immigrati, calpestando la dignità di tutti e il diritto democratico delle persone anche a manifestare.

Su questi fatti è bene che tutti noi riflettiamo e ci uniamo in un unico fronte di lotta popolare contro l’arroganza dei padroni.

Sindacato Lavoratori in Lotta - per il sindacato di classe

Info: Napoli c/s Garibaldi, 46 C.A.P. 80142 Tel. 081.287829 Fax 081.5637815 - http://www.sll-na.it e-mail: sllna@libero.it


 

Come negli altri paesi

La schedatura dei rom? Come negli altri paesi. L’impunità per sé? Come negli altri paesi. I termovalorizzatori e le discariche palesemente fuori legge? Come negli altri paesi. Le leggi razziali nelle scuole? Come negli altri paesi.

“Come negli altri paesi” è la nuova formula magica adottata dal governo, per far credere ai cretini, che tutto sia lecito. Ovviamente dopo ogni volta arriva puntuale la smentita dell’Unione Europea, che anzi spesso si trova costretta a sanzionare, ma che importa?

Quando l’Europa pretende che l’Italia agisca davvero “come gli altri paesi” ecco che il governo alza gli scudi, col fare dei grandi statisti che ha nel suo governo. Per esempio, il clima? Gli latri paesi sono folli, l’Europa è folle, dice brunetta, dopo aver ribadito per l’ennesima volta che lui è un professore.

Dicono che non tutte le colpe della devastazione siano da attribuire a berlusconi, e potrebbe anche essere vero, se non fosse per l’anomalia che esso stesso rappresenta, e che rende di fatto, anomalo tutto il paese. Quando si è consegnato il paese a un uomo solo, imprenditore e corruttore per sua stessa ammissione, faccendiere più che politico, quando un governo è totalmente clientelare e non politico, davvero ci si aspetta di essere “governati?”

E questo spiega esattamente perché negli ultimi 15 anni, l’unico obiettivo fosse arrivare allo svilimento della politica e alla distruzione totale del senso politico delle cose. Obiettivo raggiunto. Ricordate il paese azienda? Anche questo è visibilmente un obiettivo raggiunto dall’imprenditore a capo del Parlamento. I ministri non sono politici, ma direttori di compartimento, che per fare carriera, e mantenere il posto, hanno come unico obiettivo, a loro volta quello di compiacere il capo. Poi vengono tutti i sottoposti, che sono i “governatori” delle Regioni e delle province, e dopo ancora, in questa struttura piramidale, i sindaci.

Ecco perché in Italia non si deve nemmeno attendere di vedere pubblicate le ridicole leggi nella Gazzetta Ufficiale, perché esse vengano applicate “alla cazzo di cane” (trovare un eufemismo servirebbe davvero a nulla) da quella marea di sottoposti che aspirano salire qualche gradino della piramide.

Un esempio? Il decreto sulle puttane, applicate in base a una legge dello stato che non esiste. Un altro più terribile? È bastato che l’altro giorno il capo padrone ventilasse l’ipotesi di vietare le manifestazioni studentesche, e che sacconi declamasse la sua democratica idea di proibire lo sciopero, annunciando anche la possibile schedatura dei trasgressori, perché ieri a Sassari, qualcuno desse ordine ai carabinieri di fermare e schedare gli studenti che erano scesi in piazza, come in tutto il resto d’Italia, per protestare.

Come negli altri paesi? Non per niente, ma state certi che non vi risparmieranno la formula magica anche quando finalmente gli altri si accorgeranno dell’articolo 23 bis, della legge 112 del 25 Giugno 2008, quella per intenderci che mantenendo la proprietà delle reti idriche, ne affida totalmente la gestione ai privati. Come gli altri paesi. Peccato però che noi siamo in Italia, e sappiamo bene che questo comporterà un aggravarsi della già disastrosa situazione. Peccato che in Italia, il termine privatizzare, al contrario degli altri paesi, abbia sempre assunto un significato differente da quello assunto negli altri paesi, ovvero “regalia”, ai soliti quattro noti, o alle solite quattro note associazioni criminali mafiose, se le privatizzazioni riguardano il sud Italia.

Rita Pani (APOLIDE)


10.17.2008

 

A Roberto Saviano

Fino ad oggi, su Saviano non mi ero espressa, non perché non ritenessi importante farlo, ma perché spesso di fronte a queste cose, si rischia di cadere nella banalità del “forte abbraccio”, e peggio nella banalità del “resta, resisti e lotta insieme a noi”.

Oggi mi esprimo, perché oggi ne sento l’urgenza: Caro Roberto, scappa via, più veloce e più lontano che puoi. Quando il ministro dell’interno di un paese triste, e miserabile come il nostro, sminuisce il potere delle parole, sminuendo la figura di chi, queste parole ha il coraggio di dirle, non c’è più tempo di aspettare, e soprattutto c’è da considerare che questo non è un popolo che merita gli eroi né quelli vivi e tantomeno quelli morti. Questo paese ama il silenzio, questo paese accetta tutto in silenzio. Questo paese pretende il silenzio.

Vai, sparisci, vivi libero. E non voltarti indietro. Perché la camorra non è l’unico nemico che hai, anzi, forse la camorra ha meno amici di quanti puoi averne tu, ma loro sono amici potenti, sono quelli con cui fanno affari, discariche, termovalorizzatori, call center, ospedali, autostrade.

Vai via da questo paese, che non ricorda più di quando a Biagi venne tolta la scorta, perché come disse un altro ministro, era un rompi coglioni. Vai, perché questo paese merita i ministri che ha, e quindi non può meritare te.

R.


10.16.2008

 

Prima o poi suonerà la sveglia (temo più poi)

Continua il mio apprezzamento per questo governo di centro destra. No, per carità, resto sempre dell’opinione che si faccia sempre più urgente organizzare la rivolta dei forconi, ma in attesa che suoni la sveglia anche a casa degli altri compagni, continuo ad apprezzare le eccellenti trovate esternate dagli esponenti di governo, con la stessa naturalezza con cui un culo esterna una scorreggia.

Prendiamo la geniale trovata del ministro sacconi quando emette la sua riforma del diritto allo sciopero: c’è un passo per esempio, che dice: "Favorire lo sciopero virtuale, che ad esempio si può fare con un fazzoletto al braccio. Per cui il lavoratore è in stato di agitazione, perde il salario, però il datore di lavoro paga una cifra congrua per ogni lavoratore che si astiene virtualmente". Allo stesso tempo "la controparte paga ugualmente e queste risorse vanno ad un fondo solidaristico".

Fai finta di fare sciopero, e il datore di lavoro non ti paga davvero, ma mette i soldi in un fondo solidaristico. Sapete com’è? Io non mi fido da quando diedi un euro col cellulare alle vittime dello tsunami, e poi scoprii che con quei soldi il governo di berlusconi pagò i debiti della protezione civile. Poi ora che con i fondi che potevano essere destinati a farci campare, ci paga le banche e le fabbriche di auto … Ma dicendola tutta, quale cretino potrebbe fidarsi di berlusconi? Parecchi eh?

È di oggi la notizia che grazie al maestro unico, si potrà aumentare del 50% il tempo pieno nelle scuole elementari. Quale sia la logica aritmetica che lo ha portato a fare questo calcolo, non è dato sapersi, ma in un paese in cui ormai due + due da 58, nemmeno ci si può fermare troppo a far di conto.

Altre dichiarazioni dello statista arrivano da Bruxelles silvio berlusconi è chiarissimo: "Alla gente del giudice della Consulta non gliene può fregare di meno". Eh come dargli torto? Alla gente non è fregato un cazzo nemmeno quando hanno infilato Geronzi a Mediobanca, vuoi che ci importi se il suo avvocato, il suo autore di leggi ad personam, accusato di favoreggiamento nei confronti di delfo zorzi un imputato per la strage di Piazza della Loggia (28 maggio 1974, 8 morti e oltre 100 feriti), domani sia tra quel gruppetto di giudici, che per esempio dovrà stabilire, se sia fattibile o no il referendum per abrogare il lodo alfano?

L’avvocato pecorella, in fondo, vale meno della figurina di Gigi Riva dell’anno in cui il Cagliari ha vinto lo scudetto, visto come Veltroni sta trattando tutta la vicenda: “Cosa mi dai in cambio della figurina di Leoluca Orlando?” “Io ti do la figurina di gaetano pecorella” …

Ai forconi!

Rita Pani (APOLIDE)


 

Concordo con brunetta


Concorsi per residenti. Sarà molto difficile, quasi impossibile, in futuro che un giovane residente a Messina possa vincere un concorso per un posto a Milano. E' l'ennesimo emendamento-sorpresa comparso a corredo dell'articolo 37 ed è un'idea della Lega. Stabilisce che d'ora in poi ci sarà una corsia preferenziale, una vera e propria precedenza, nei concorsi pubblici per i residenti della regione dove si svolge il concorso. Una norma su cui pesa in modo palese un vizio di incostituzionalità. La Lega aveva avuto anche un'altra idea: non si doveva tener conto del titolo di studio nella formazione delle graduatorie dei concorsi. Via libera agli asini, o quasi. L'aula l'ha bocciata.

Non so come dirlo, è molto strano per me, ma finalmente una pensata di brunetta, mi trova perfettamente in sintonia. Anzi, a dire il vero, non capisco perché si sia posto un limite, bocciando l’idea di non tenere conto dei titoli di studio, e perché il tutto sia circoscritto solo all’interno della pubblica amministrazione; io avrei osato di più, consentendo a chiunque e a qualunque impresa padana, il privilegio di assumere qualunque ignorante, basta che fosse padano. Inoltre, per segnare meglio i confini padani, avrei reso possibile che questo accadesse solo in padania.

Dicevo, concordo con l’idea di brunetta, ma sono un po’ preoccupata per le scarse notizie che non spiegano bene come poter essere giudicati realmente padani. Se bastasse la residenza, sarebbe facile per un napoletano, geneticamente uso all’imbroglio, millantare la sua padanità. La razza napoletana è scaltra, lo sappiamo bene, e poi è ammanicata un po’ ovunque. Sarebbe facile per il mio amico Andrea, per esempio, scoprire che le Poste di Paderno Dugnano hanno indetto un concorso per l’assunzione di 10 portalettere. Me lo figuro, prendere la residenza a casa di suo cugino napopadano, recarsi al concorso: “Uè pirlotto! Hai magnate la cassoula di cozze eh! La cutulettanapulitana?”

No, troppo facile, quindi a mio avviso, sarebbe meglio che il decreto brunetta ponesse dei rigidi paletti: dicasi padani, anche i figli dei negri del meridione di seconda generazione.

Tornando invece al titolo di studio: perché tarpare le ali di tanti giovani volenterosi padani, come il figlio di bossi, per esempio, che non essendo mai stato inserito in una classe ponte, si è trovato escluso dalla vita produttiva per il suo deficit in lingua italiana? Per i giovani come lui, sarebbe stato fondamentale escludere l’importanza del titolo di studio dalle graduatorie dei concorsi. Ci lamentiamo sempre perché i nostri giovani non hanno passione, non hanno voglia di lavorare, e poi magari ne troviamo uno che fin da piccolo, che ne so, voleva fare il dottore o l’architetto che deve costruire il ponte sullo stretto di Messina, e solo perché non ha capito un cazzo della storia, che suo padre per anni gli ha raccontato a mo’ di favola, non potrà realizzare il suo sogno. Tutto questo è davvero discriminante, e spero che magari nascosto tra gli articoli di legge che regolamentano il commercio di concime liquido per usi agricoli, possa essere approvato il decreto che fa del titolo di studio un bel rotolo di carta igienica.

Rita Pani (APOLIDE)


10.15.2008

 

Apartheid e diritto allo sciopero

Ne scriverò, perché se non lo facessi, mi sentirei complice di questo piccolo paese di montagna, raggiungibile solo d’estate, che ormai l’Italia è diventata in confronto al resto dell’Europa.

Ma non è facile scrivere di un Italia che, fischiettando indifferenza, accetta persino l’apartheid. Così nella scuola dei grembiuli e del voto in condotta, nella scuola che non è più un diritto per tutti, ecco arrivare le “classi di inserimento” che “favorendo” l’inserimento dei bambini stranieri nel fantastico mondo italiano.

Pare che ci siano state molte discussioni all’interno della maggioranza, e che il pdl abbia preteso e ottenuto che lo scribacchino della legge, cambiasse i termini “classi ponte” e “autorizzando” in quelli meno aggressivi, sopracitati tra virgolette. Come se bastasse una parola, per cambiare un concetto. Per esempio, sembrerebbe brutto dire che siamo in mano a un branco di teste di cazzo, quindi, per abbellire il concetto, basterebbe dire che: siamo in mano a qualche persona irragionevole. Ma che ci volete fare? Ho raggiunto un tale grado di disincanto da potermi permettere il lusso di chiamare le cose col proprio nome, e ho abbastanza lucidità per comprendere che se la merda la chiami cacchina, non ne diminuirai la puzza.

E allora che apartheid sia, in questo mondo confuso che come una valanga trascina chiunque nella follia più totale, così che anche il concetto di integrazione assuma per ognuno un significato a se stante, al punto che gli albanesi, che oggi non fanno più paura dicono i giornali, essendosi ormai integrati, picchiano il negro che si è seduto su un autobus al posto dei bianchi.

E ma che risate, quando il ridicolo borghezio, andava a disinfettare i sedili dei treni, eh! Quanto ridere si è fatto. Si è riso così tanto che quello è potuto diventare anche un parlamentare europeo. Era ridicolo, folkloristico, al massimo un’enorme sacco di merda. Invece era solo un pericoloso campanello d’allarme, ma tanto che ci importa? Noi siamo bianchi, siamo italiani, abbiamo un posto a sedere nell’autobus e abbiamo bambini bianchissimi. Esprimeremo il nostro sdegno e la nostra solidarietà. I danni che queste porcate arrecheranno sui bambini piccolissimi li sconteremo più avanti, ma anche questo ci importa poco, perché noi bene o male fino a qua ci siamo arrivati, e che ce ne importa se in un paio di mesi siamo stati riportati indietro fino al Settembre del 1938?

Cambiamo discorso, parliamo di sciopero. Quello del prossimo 17 ottobre potrebbe essere l’ultimo e anche le proteste che si susseguono in tutta Italia nelle scuole di ogni ordine e grado, contro la devastazione di Beata Ignoranza, potrebbero finire a colpi di decreto. Si deve abolire il diritto allo sciopero, ma c’è chi giura che in Italia, questo non è mai successo e non succederà mai. In realtà questo accadde già il 3 aprile del 1926, ma tanto ricordarlo non serve a nulla, quando persino Veltroni, che si è dichiarato pronto al dialogo, ha detto chiaramente che di regime non si deve parlare.

Ma poi che ci sarà mai da scioperare? La crisi finanziaria è stata risolta, ed è durata meno di una settimana, le borse volano, ci dicono i giornali, e mostrano foto di gente esultante. Non pretenderemo davvero una politica dei salari che consenta anche a noi di esultare per essere riusciti a mettere insieme il pranzo con la cena. In televisione trasmettono uno spot, “per la vostra spesa, usate la carta, conviene!” Non è che questo spot ci dica che le banche non ci vorrebbero dare nemmeno quei miseri cento euro che preleviamo per passare una settimana, è che siccome ci vogliono bene, non vogliono che ci sporchiamo le mani usando il vile danaro. Non preoccupiamoci quindi se anche il nostro danaro diverrà virtuale, come i loro investimenti e le loro speculazioni, possiamo usare la carta, e state certi che a loro conviene davvero, con tutto quello che ci estorcono sotto forma di commissioni.

Il mio pensiero sullo sciopero, e su tutto il resto resta sempre lo stesso: sciopero generale e generalizzato di tutti i settori produttivi. Uno sciopero particolare per la padania seguendo il modello dell’apartheid: uno sciopero generale e generalizzato ad oltranza degli extracomunitari, dalla badante al muratore, dall’operaio della fabbrica al ragazzino che sfruttiamo per spostare le merci al mercato. Tutti ma proprio tutti, in modo tale che sia evidente, finalmente, a cosa servono gli ultimi.

Rita Pani (APOLIDE)


10.13.2008

 

E torneremo nel mondo reale

Forza e coraggio, inizia un’altra settimana, e finalmente possiamo archiviare quella passata. Viviamola con allegria, tanto non è niente, non è niente.

Siamo nell’era iperteconologica, e io confido nella scienza: prima o poi ci diranno che l’incubo è finito, anzi che non è mai esistito e ci ritroveremo tutti quanti a festeggiare d’essere tornati nel mondo reale, dopo aver finalmente abbandonato questo universo parallelo, dove la vita altro non è che uno scherzo. Di pessimo gusto, ma solo uno scherzo.

Nessun giornale, nel mondo reale, scriverà più: “Le condizioni di Eluana migliorano”, e nel mondo reale, amata da chi l’ha amata, una ragazza a cui si è fermata la vita sedici anni fa, potrà morire in silenzio, senza che gli avvoltoi di porpora e oro svolazzino sopra il suo letto di dolore.

Nel mondo reale, la gente sa chi è Martin Luter King, ha visto almeno una volta il film “Il colore viola”, e nel caso scegliesse di vivere nella profonda ignoranza incivile, verrà schiacciato come un bubbone, da chi non tollera l’intollerante.

Quando torneremo nel mondo reale, carnevale sarà solo un breve periodo dell’anno in cui i bambini rompono le balle, per potersi mascherare da supereroe o da animaletto di peluche, qualche giorno in cui per le vie si calpestano coriandoli, e dalle case e dalle pasticcerie uscirà un dolce odore di zeppole, chiacchiere e fratti fritti. Non sarà un giudice ammazza sentenze per cui il governo dovrà scrivere un “lodo” per riabilitarlo.

Qua nel’universo parallelo è difficile comprendere perché sia normale dopo tanto liberalizzare, fare in modo che non sia più impossibile “l’aiuto di stato”, soprattutto per le banche, che Robin Hood voleva derubare per dare ai poveri.

Torneremo nel mondo reale, e non ci scandalizzeremo più per i privilegi dei piloti, per i 5.000 euro che prendono al mese per portarci sani e salvi da un capo all’altro del mondo, ma vomiteremo per i milioni e milioni di euro bruciati per pagare chi gioca a pallone. Nel mondo reale, i giocatori di pallone guadagneranno uno stipendio normale, il falso in bilancio sarà un reato e le squadre di calcio saranno solo delle società con dipendenti Co. Co. Pro contratto a termine e rinnovabile di stagione in stagione. Ma il mondo reale sarà civile, e quindi a questi lavoratori ad alto rischio, sarà garantita l’assistenza sanitaria gratuita al SERT per disintossicarsi come al traumatologico per rimettersi a posto le ginocchia. Ma come tutti prenderanno il numeretto e si metteranno in fila, sperando di capitare in mani buone, ed accendendo un cero in chiesa, se dopo l’intervento potranno ancora correre o semplicemente camminare.

Nel mondo reale, non ci dovremo mai vergognare di essere italiani, e non dovremo mai scrivere ai giornali bulgari, per spiegare che certa merda non è Italia.

Dopo aver letto questo, Veltroni ha testé dichiarato: “Sono pronto al dialogo.”

Rita Pani (APOLIDE)


10.12.2008

 

Game Over

Finirà. Finirà quel giorno che inserita la tesserina dentro il bancomat, sul piccolo schermo apparirà la scritta:“GAME OVER”.

Quel giorno qualcuno rinsavirà, e inizierà a porsi domande, e a riportare ad una dimensione umana ciò che oggi appare come ultraterreno. I rifiuti di Napoli, per esempio, che oggi lasciano pensare che berlusconi altro non sia che uno strumento di San Gennaro; quando il nostro bancomat ci dirà “Game Over”, allora sì miracolosamente, qualcuno comprenderà che i termovalorizzatori (inceneritori di immondezza) sono dovuti soltanto alla magnifica pioggia di danaro donata dal CIP6.

Oggi non c’è tempo e non c’è voglia di chiedersi cosa diavolo sia questo CIP6, ed è un vero peccato, perché sapendolo si avrebbe più nitida la percezione che questo miracoloso spazzino, altro non è che il solito palazzinaro esperto di corruzione (ipse dixit).

Ogni visita a Napoli del braccio armato di San Gennaro, fa sorgere un nuovo termovalorizzatore (almeno sulla carta), e una nuova stagione di pioggia di CIP6. 100 milioni l’anno, l’utile stimato per chi gestirà i grandi camini.

Per onestà intellettuale, bisogna ammettere che il governo Prodi tentò di ridimensionare la grande truffa italica del CIP6, ma il tentativo stranamente venne presto reso vano.

Ma cos’è il CIP6? È un provvedimento del comitato interministeriali prezzi, che autorizza i produttori di energia rinnovabile, a rivenderla con un prezzo maggiorato (in pratica sono soldi che vengono estorti ai cittadini per mezzo della bolletta dell’energia elettrica). L’Italia è un grande paese, e quindi dopo il rinnovabili e assimilate. E l’Italia è un così grande paese che ritiene di dover applicare il CIP6 anche a chi l’energia la produce dal carbone e dall’immondizia ritenendo questa una fonte assimilata, in barba alle normative europee, che già si espresse contro la normativa italiana 5 anni fa.

È bello sentire il nano ecologico dire che non c’è nessun rischio per la salite pubblica, a sentirlo sembra quasi di poterlo vedere, mentre da una festa, una delle sue, proprio sotto l’impianto acceso che brucia immondizia e produce diossina.

Quello che non vi dice è il limite dell’imbroglio, ossia che la produzione di energie assimilate aventi diritto ai CIP6, dovrebbero essere solo quelle derivanti da una ferreo smistamento dei rifiuti, utilizzando solo materia biologica di scarti vegetali.

Pazienza, non lo dice perché ad Arcore, vicino a casa sua, non si termo valorizzano i rifiuti speciali, come invece avviene in molte parti di Italia, fino a quando la Guardia di Finanza non vi pone una pezza o i sigilli, come il caso recente di Terni.

Lo strumento del Santo, nemmeno dice che fine abbia fatto l’affare Impregilo con le sue eco balle stoccate a Napoli, a ridosso di campi di lattuga e pomodori: “ I vertici Impregilo non sono in galera, in seguito ai molti reati di cui sono stati accusati, ma molti di loro sono stati i salvatori della Patria, capaci di tenere alto il buon nome dell’Italia, creando la CAI e acquistando Alitalia. Insomma sono loro, sempre loro, gli amichetti suoi.” Non solo, dato che molti termovalorizzatori (inceneritori) nasceranno, l’Impregilo potrà finalmente vendere questa montagna di eco balle. VENDERE=GUADAGNARE.

I miracoli non esistono.

A proposito dei rifiuti di Napoli, Veltroni ha testé dichiarato: “Sono pronto a dialogare.”

Rita Pani (APOLIDE)


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