4.30.2008

 

Avviso ai naviganti

Bene, anche il presidente della Camera è fatto!

Discorso approvato anche da Napolitano, vario e variabile come si addice al presidente di tutti.

Un saluto al papa e uno ai cattolici, un po’ di 25 Aprile e un pizzico di Primo Maggio, e molto, molto tricolore.

E qua che il parente scemo di ieri, mi fa ricredere: la bandiera padana è solo bianca e verde.

Va bene! Mea culpa! Il parente non è scemo, è proprio cretino totale.

E adesso mi prendo una pausa… Solo quattro giorni, ma meritati e tanto attesi.

Ci rileggiamo il 5 di Maggio.

… Ei fu, siccome immobile, dato il mortal sospiro stette …

Ne so ancora eh!

… la spoglia immemore orba di tanto spiro…

Potrei anche continuare:

…così percossa attonita la terra al nunzio sta…

A presto.

Rita Pani (APOLIDE)


 

La nuova destra

La nuova destra

Non ce l'abbiamo con i neri e gli africani
solo non vogliamo che ci rubino il lavoro.
Non ce l'abbiamo con gli omosessuali
solo non vogliamo che ci contaminino col loro morbo.
Questa è una destra nuova che vuole battersi per il
rispetto della civiltà e della democrazia.
Non ce l'abbiamo con gli zingari,
solo non vogliamo che mettano in pericolo
la nostra comunità.
Non ce l'abbiamo cogli extracomunitari,
solo non vogliamo che occupino le nostre case.
Questa è una destra nuova che vuole mettersi
dalla parte del cittadino e del lavoratore.
La pelle, la lingua, la razza non c'entra.
E se non capite questo siete degli ebrei
Corrado Guzzanti

4.29.2008

 

Maledetta primavera

Le temperature sono più miti, stanno tornando le rondini e, insomma, pare proprio che, finalmente, sia arrivata la primavera: domenica scorsa ho visto il papa, durante l’angelus, che indossava l’ermellino a maniche corte.

Ancora non ho avuto modo di fare la prova costume, ma i miei addominali a dorso di tartaruga mi consigliano vivamente di procrastinare la verifica. In fondo, vacanze, è un vocabolo destinato a cadere in disuso, visto che siamo in un periodo di crisi, se non proprio di recessione; e allora, dal momento che bisogna fare economie, sarebbe stato meglio anche risparmiare le troppe parole spese per tentare di fornire una spiegazione razionale dell'esito elettorale. Tanto, che piaccia o no, la verità è una sola: la maggioranza degli italiesi è fascista! Mettetela pure come volete: date la colpa all’inquinamento che ha oltrepassato abbondantemente i livelli di guardia; imputate il morbo della mucca pazza che ha fatto sì che molti, non potendole mangiare, si siano messi le bistecche fiorentine sugli occhi; incriminate al Qaeda; accusate gli extracomunitari ma, insieme alle rondini, sono tornati i fascisti. Magari non tutti conclamati, qualcuno sarà “solo” sieropositivo, addirittura molti negheranno ma, in definitiva, sono fascisti.

D’altra parte, se mai ce ne fosse stato bisogno, il risultato delle comunali di Roma dovrebbe aver fugato gli ultimi dubbi: infatti, ieri, anche la capitale è stata consegnata ai fascisti. Ci sono stati dei tassinari che, per festeggiare, hanno fatto caroselli con le auto. Allora ho deciso che mai in vita mia prenderò un taxi; al limite, se proprio non potessi fare altrimenti, dirotterò un'ambulanza come fece Selva.

Anche il preficiente del Consiglio in doppio pectore, il fantino di arcore, ha preso parte ai festeggiamenti e ne ha approfittato per dichiarare che adesso, a Roma, inizia una nuova epoca, si volterà pagina. E sarà pure così, ma tutta quella esultanza tra bandiere fasciste e saluti fascisti... fa venire il sospetto che la pagina l’abbiano voltata indietro.

Ho sentito dire che, peraltro, il nuovo sindaco ha un'ottima oratoria. E deve essere vero, infatti ha commentato la vittoria con molta originalità: "Sarò il sindaco di tutti". Io, intanto, per non correre rischi ho cambiato regione.

Anche schifani, un cognome un obbligo assolto, non appena nominato preficiente del Senato, ha preso spunto dall’eloquenza del fascista del Campidoglio dichiarando che sarà il garante di tutti.

Ma le parole, dopo le vittorie, si sa, scorrono copiose anche se non corredate della necessaria lucidità; così il neosindaco ha continuato: "Su di me ne hanno dette di tutti i colori, sono stato dipinto come l'uomo nero". Deciditi: se è così te ne hanno dette solo di nere. Sono anche stato rimproverato di esagerare, che avrò modo di ricredermi quando staremo tutti più sicuri e le donne italiane potranno essere violentate solo dagli italiesi: "si potrà lasciare la porta di casa aperta"! Già, ma intanto, lui... perché gira con la scorta? Qualcuno azzarda che il nuovo sindaco della capitale è bello; non lo so ma, quando lo osservo, morfologicamente mi ricorda uno di quelli che suona il clacson quando, sul raccordo anulare, sono gli ultimi di una coda immobile di 20 km.

Certo, non c’è solo la sicurezza, nei programmi di alemandaco che, ad esempio, presto concederà lo spazio per permettere la costruzione di uno stadio ciascuno alle squadre di Roma e Lazio. E tutti sono entusiasti di questo ma, ecco, forse è vero, mi preoccupo eccessivamente, però trovo ineluttabilmente angosciante che un fascista voglia costruire stadi. E comunque bisognerà attendere che prima sia avviata la deportazione di qualche migliaio di zingari.

Improvvisamente, anche se nessuno ha afferrato bene il nesso tra la frase e il contesto, il capo dei fascisti padani ha sentito l’urgenza di ricordare a tutti che lui ha sempre a disposizione trecentomila uomini. Una roba che, ai suoi tempi, neanche Cicciolina. E, per carità: de gustibus... però forse sarebbe il caso di avvisarlo che Ronaldo sta passando un guaio per soli tre viados.


dirtyboots

Etichette:


 

Il parente scemo

Il parente scemo.

Oggi è il giorno dell’insediamento, il giorno che segna di fatto la nascita del nuovo quinquennio berlusconoide. Il Senato ha già il suo presidente, la Camera lo avrà domani, sappiamo anche che bossi sarà il ministro delle riforme, e che riforme.

Ho sentito parte del siscorso del neo presidente del Senato, e devo ammettere che non ci sarebbe stato nulla da eccepire, se quel discorso l’avesse fatto un altro, uno a caso, e non schifani, che a conclusione, cita Falcone e Borsellino, Magistrati eroi, e lotta alla mafia. Perché il paese, dice, ha bisogno di legalità. Oh! Se solo avesse definito meglio il concetto di “legalità”…

Qua sta il limite di questo governo, far passare l’idea che la legalità in Italia sia messa a rischio dalla presenza degli extracomunitari e non da un esercito di pregiudicati nel cuore dello Stato.

Poi c’è bossi, dicevo, con i suoi “fucili sempre caldi” che ricorda: “Ho trecentomila uomini sempre a disposizione”. Sarebbero dichiarazioni da censurare duramente, che dovrebbero far riflettere chi domani gli affiderà l’incarico di guidare un dicastero importante come quello delle riforme, invece no. Candidamente, i vertici del pdl, non fanno altro che trattarlo come il parente scemo, quello che non ci sta tanto con la testa e a cui tutto si perdona.

E deve essere proprio così se poi dichiara anche: “berlusconi esegua gli ordini”.

Ma anche nelle migliori famiglie, ad un certo punto qualcuno interviene per ricondurre il parente scemo alla ragione, e laddove proprio non si riesca con le parole, a volte è lecito ricorrere al sedativo. La famiglia del governo, no. Continua a spiegare a chi guarda sbigottito, che lui “è così” e che bisogna accettarlo per quel che è. Come a dire: sì è scemo ma non è pericoloso.

Unica nota consolante è che il parente scemo farà parte del governo, e quindi, in caso di aggravamento, nel caso in cui diventasse pericoloso, l’obbiettivo dei suoi trecentomila fucili caldi, non potrebbe essere altro che Arcore.

Quasi quasi, conviene sperare.

Rita Pani (APOLIDE)


 

Fiera del Libro Torino


Anche quest'anno sarò alla Fiera del libro di Torino col mio nuovo romanzo "Vite di Vetro".

Sabato 10 Maggio, dalle 16 in poi e Domenica 11 per tutta la mattina, sarò presente in Fiera presso lo stand Gammarò per incontrare i lettori.

Rita

 

Un altro caso di linfoma tra i lavoratori del poligono Salto di Quirra.

Colpito un muratore di Ballao

Gianfranco Cossu, muratore di 47 anni residente a Ballao, una vita trascorsa a curare il bestiame di
famiglia nelle campagne adiacenti il poligono della morte Salto di Quirra, è affetto da tumore al sistema emolinfatico. Nel 1997 l'ospedale oncologico di Cagliari gli ha diagnosticato un linfoma Hodgkins, lo stesso male che colpisce i militari inviati nei teatri di guerra e le popolazioni condannate a convivere con i poligoni. Gianfranco Cossu ha pure prestato servizio di leva a Capo Teulada nel 1980. Dal 1990 al 1996 ha lavorato con una impresa edilizia nel poligono Salto di Quirra. I cicli di chemioterapia hanno frenato ma non estirpato il male. Adesso è di nuovo in ospedale.
Gettiamo le basi denuncia con forza l'ennesimo caso di malattia sospetta tra la popolazione attorno al poligono di Quirra registrato stavolta a Ballao, Comune di 800 abitanti dove sino ad ora non si era a conoscenza di casi riconducibili alla “sindrome di Quirra”. Sale a 17 la triste conta delle persone colpite o uccise da tumore residenti nei centri limitrofi al poligono e considerabili come “categorie a rischio”. A queste si aggiungano i 20 abitanti di Quirra, frazione di 150 anime. I 17 militari che hanno prestato servizio nel poligono, i 14 bambini nati con gravi malformazioni a Escalaplano. Non si contano gli animali deformi venuti alla luce.

Una ricerca epidemiologica della Regione Sardegna (pubblicata nella rivista dell'Associazione Italiana di Epidemiologia "Epidemiologia &Prevenzione" supplemento 1 gennaio-febbraio 2006) registra un eccesso di malati di diabete nelle aree attorno al poligono con punte del + 274 per cento. Gli studi della scienziata americana Leuren Moret collegano il diabete all'inquinamento
bellico e alle radiazioni.
Quante vite devastate, quante famiglie distrutte dobbiamo ancora sacrificare sull'altare dei santuari della guerra che umiliano e opprimono la Sardegna?
Forze Armate e Ministri, qualunque sia il loro colore politico, ci dicono che i poligoni della Sardegna costituiscono "i gioielli della corona", intoccabili, insostituibili. Il poligono della morte Salto di Quirra è in fase di potenziamento, destinato ad intensificare le sue lugubri attività e attirare nuovi flussi di clienti paganti con "diritto" incontrollato di bombardare la Sardegna, sperimentare e testare vecchi e nuovi ordigni di morte mirati ad esportare guerre, accrescere i profitti delle multinazionali delle armi, gonfiare con soldi freschi il portafoglio della Difesa, già ampiamente irrobustito dal governo Prodi. Poco importa ai Signori della Guerra se il prezzo sono lacrime, dolore, malattia, sterminio del popolo sardo.

Ripetiamo per l'ennesima volta che la
la strage inumana deve essere fermata, tutte le attività dei poligoni devono essere subito sospese, almeno fino a quando gli agenti killer siano stati individuati e isolati e terra e mare siano bonificati.

Comitato sardo Gettiamo le Basi


4.28.2008

 

LSD nelle condotte idriche?

Seguo, abbastanza annoiata, i risultati dello spoglio dei voti per l’elezione del sindaco di Roma, e mi spiace non riuscire più a stupirmi. Al massimo mi chiedo se qualcuno non abbia riversato nelle condotte idriche italiane, abbondanti dosi di LSD. Ecco, questo potrebbe in qualche modo porre fine ad ogni tentativo di comprensione.

Se un intero popolo è riuscito a convincersi che la caccia nazista all’extracomunitario potrà riportarci ad una vita decente, deve per forza essere stato contaminato con sostanze pesantemente tossiche.

La cosa più terribile – e che per inciso riesce ancora a farmi sentire umana quando mi incazzo – è che ad oggi, io non sono ancora riuscita a trovare nessuno che mi dica di aver votato per il pdl. Soltanto un fesso ha confessato di aver votato lega, ma precisando: mica berlusconi, eh!

È molto probabile che tra un paio di mesi, anche a Roma, passato l’effetto dell’LSD, i cittadini non sapranno, o al massimo non risponderanno della responsabilità di aver votato per alemanno, il sindaco fascista.

Per il momento, ancora assorti nel viaggio psichedelico, elargito gratuitamente con l’acqua del rubinetto, i romani sognano ancora le case per gli italiani, e la sicurezza, sì soprattutto la sicurezza, non nei cantieri, che tanto chi se ne frega se muore un operaio (tanto il più delle volte è un sfottuto extracomunitario)? Ma nelle strade di Roma, magari con un po’ di ronde di naziskin, armati di fischietti e manganelli, addestrati direttamente dal nuovo sindaco che nel campo ha un po’ d’esperienza.

Ogni tanto, la sicurezza farà un po’ di pulizia anche nei centri d’aggregazione per gay e lesbiche, giusto per tenersi in allenamento, mentre si da la caccia ai rumeni, e poi via via, il resto…

Cessazione di ogni manifestazione culturale, proibizione di ogni manifestazione politica. Per ovviare al malcontento che si potrebbe generare, basterà organizzare un piccolo attentato al solo scopo propagandistico/intimidatorio, proprio come si è fatto in campagna elettorale, stupri veri o presunti con la collaborazione di qualche appartenente alle forze dell’ordine, capace meglio di un manifesto o un volantino di fare pubblicità porta a porta.

C’è da sperare che il viaggio di LSD provochi danni permanenti al cervello, in modo da non tornare più alla realtà. Svegliarsi sarà dura.

Rita Pani (APOLIDE)


 

Gaza

*Incontro tra la città di Spoleto e una rappresentanza del popolo
Palestinese*

*E' la prima volta da quando Israele ha decretato l'embargo che una
delegazione palestinese viene in Europa*

*MERCOLEDI' 30 APRILE ore 15,30*

*Sala dei DUCHI -- Palazzo Comunale*

Da quattordici mesi Israele ha posto Gaza sotto assedio. Centinaia
di innocenti sono stati uccisi da incursioni e bombardamenti.
Mancano, cibo, acqua, medicinali, corrente elettrica.
Chiediamo ad Israele di porre fine a questa catastrofe umanitaria.
Esprimiamo la nostra solidarietà al popolo Palestinese che resiste.

*INCONTRO CON
Gamal Elkoudary*, deputato al Parlamento palestinese*
e *Sameh Habeeb*, del Comitato Popolare della Striscia di Gaza*

*Adersicono: Rete nazionale GAZA VIVRA' -- Costituente Comunista Spoleto
-- PdCI Spoleto -- Associazione Culturale Casa Rossa Spoleto

4.27.2008

 

La COOP sei tu?


Io no, non più almeno, da quando ho scoperto che Giovedì 1 Maggio, festa dei lavoratori, i magazzini Ipercoop saranno aperti al pubblico. Ho fatto un rapido controllo su Internet e ho scoperto che erano aperti anche il 25 Aprile. Un ulteriore ricerca mi ha permesso di scoprire che persino Ikea ha tenuto chiuso il 25 Aprile e chiuderà il primo Maggio.

La cosa più sensata sarebbe quella di invitare i cittadini consumatori di evitare di fare compere il primo maggio, ma in una società evoluta come la nostra, che utilizza i centri commerciali, come meta turistica per portare la famiglia in gita fuori porta, temo sarebbe uno spreco di parole e energie.

La COOP si difende dichiarando che la partecipazione al lavoro da parte dei dipendenti è assolutamente volontaria, lasciando così intendere che un precario senza alcuna garanzia contrattuale abbia davvero opportunità di scegliere se recarsi al lavoro oppure no.

Ma che c’è di strano? Nulla. Non scrivo infatti colta da stupore. È che mi pare che l’Italia sia un paese che recepisce i cambiamenti con molta facilità; si adegua in fretta il nostro paese, come se fosse di plastilina.

Prende atto, si inchina e striscia. Così si va in piazza a protestare contro la stampa fascista, e non ci si unisce all’urlo antifascista del 25 Aprile, anzi peggio, persino il capo dello stato, colto da contagio di buonismo veltroniano, ci dice che la Liberazione è festa di tutti.

Una minchiata, che detta con garbo, può assumere una rilevanza tale da essere condivisa persino da berlusconi, che così può dirci che il 25 dobbiamo ricordare anche “i ragazzi di Salò”.

Come no? Il 25 Aprile del 1945 si liberò l’Italia dai fascisti, e quella data iniziò il cammino per la costituzione di un paese democratico che ha una Costituzione di fondamento antifascista… Questo è e questo resta, almeno fino a quando non avremo un altro piazzale Loreto che –detto tra noi- io auspico fortemente.

Ma digressione a parte, mi chiedevo: che ne sarà del primo maggio? Forse resterà davvero la festa dei lavoratori, e quindi una festa con pochi eletti che potranno festeggiare.

Probabilmente è meglio trovare una data utile perché anche tutti gli altri, compresi gli schiavi delle Ipercoop, possano essere festeggiati.

Rita Pani (APOLIDE)


4.25.2008

 

Troppo lontano

Una volta, mi ricordo, bastava una matita, o una penna rossa. Tracciavi rotte o tragitti che percorrevi piano, scrutando quel che vedevi d’intorno, prima di arrivare alla meta. Oggi, prima di partire digiti sul Tomtom la destinazione finale, e non guardi fuori dal finestrino, per vedere il luogo che scorre.

Gli occhi puntati sul piccolo monitor che una ventosa tiene ritto sul cruscotto, di tanto in tanto uno sguardo davanti a te, per vedere se quella voce metallica e monotona ti dirà, puntuale: “Si prepari – a svoltare – leggermente – a sinistra.”

Quando da bambini si sapeva che il giorno dopo saremo andati al mare, o in campagna, si andava a letto incrociando le dita, stringendo gli occhi, perché l’espressione del desiderio fosse più forte: “speriamo che domani faccia una bella giornata.”

Oggi, si saltella da un meteo all’altro, che non combaciano mai, uno ti dice che qualche nuvola potrebbe addensarsi, l’altro prevede sole, ma anche brevi piovaschi. Uno prevede vento forte di maestrale o tramontana, con nubi sparse ma solo nel pomeriggio. Tutti concordano che lo zero termico, là dove devo andare, sarà a 1.600 metri. E non importa se io voglio andare al mare. Lo zero termico ha il suo perché. Ti dicono pure che tempo fa adesso, come se non bastasse aprire la finestra e stare a guardare. A volte accade anche che in TV ci sia il sole, mentre il nespolo che hai fuori dalla finestra, sgoccioli via tutta l’acqua della pioggia che cade.

I tempi cambiano, e un giudice sentenzia che il genitore potrà vedere i figli via Web, due volte a settimana, per 20 minuti al giorno, e l’avvocato commenta: “Meglio di nulla”.

Io lo so cosa vuol dire, ma descriverlo mi costa fatica. Troppa fatica. Quel giudice forse non sa, cosa sia accarezzare i capelli dei propri bimbi, o tenere loro le mani, sentire l’odore della loro pelle quando li baci sul collo, sulla fronte quando viene notte.

È il nuovo, il progresso, quello che ci ha portato fino a qui, a perderci la vita, convinti di essere molto più vivi che nel passato, quando le cose erano semplici solo perché profumavano.

E al passato noi non ci affidiamo mai, anzi lo rifuggiamo, perché pensiamo d’esser fortunati ad essere qui, e ora, con in fondo sempre lo stesso sogno, quello “americano”. Sognare di avere sempre di più.

Sarà la necessità a farci tornare indietro e molti di noi saranno impreparati. Abbiamo consumato così tanto noi stessi, in questo mondo, che il cibo comincia a scarseggiare; abbiamo consumato così tanto che persino stendere i panni ad asciugare al sole, oggi è una “novità che fa tendenza”.

Va di moda non usare le asciugatrici…

Oggi mi gira così, forse perché fra un mese inizierò a mangiare i miei pomodori, che hanno sapore di pomodoro, fatti di sole, di acqua e un po’ di cacca di pecora.

Rita Pani (APOLIDE)

 

R-ESISTENZA



Sarebbe una giornata per ricordare, per ringraziare. Invece sembra di vivere oggi come allora. Un’ urgenza.

Triste che ci sia chi vorrebbe destinare questo giorno all’oblio, triste che un paio di generazioni siano riuscite a dilapidare un’eredità così preziosa ed importante come la libertà. Doloroso lo scempio che di questo termine s’è fatto.

Potevano essere i nostri padri, o i nostri nonni, quei ragazzi di vent’anni, in montagna, armati poco e male, vestiti peggio. Uccisi, imprigionati, o alla fine vittoriosi.

Qualcuno resta e non si stanca di raccontare, qualcuno – per fortuna – è morto prima di vedere quanto del loro sacrificio abbiamo sprecato. Qualcuno purtroppo è morto dopo aver saputo, che l’Italia avrebbe potuto sdoganare i fascisti, affidare il paese a berlusconi, o peggio ancora a bossi e calderoli.

Quindi tocca a noi, provare a raccontare ancora e ancora a coloro che verranno, ci tocca conservare i libri di storia, e non farli sbiadire mai, prima che qualcuno ne cambi le vicende narrate, raccontando favole di mostri buoni e fatine cattive.

Tocca a noi, perché oggi i ragazzi di vent’anni non hanno i vent’anni di ieri, perché oggi la libertà non è più essere liberi, ma essere servi o schiavi, o peggio ignoranti.

Bisogna spiegare che la libertà non è quella che immagina berlusconi, - la sua – e nemmeno quella degli amici suoi che sì, vogliono essere liberi di continuare ad arricchirsi a dispetto delle leggi e di noi.

La libertà è parlare, pensare, scrivere, suonare, cantare, lavorare, esistere ognuno a modo suo e nel rispetto dell’altro.

Questo ci hanno dato i Partigiani della Resistenza il 25 Aprile, sconfiggendo il fascismo e aprendo la strada alla democrazia.

R-Esistiamo.

Rita Pani (Fischia il vento)


4.24.2008

 

A esposizione

Non sono cattolica. Però ho molto rispetto di chi ha fede. Conosco molte persone che credono, e a volte penso che loro siano anche più fortunate di me. Per fede, ovviamente intendo quella vera. Quella virtù teologale che fa sì che si creda in Dio, sorretti dalla grazia.

Stamani, rientrata a casa dopo una mattinata un po’ troppo pesante, mi sono seduta a riposare la schiena sul divano e ho acceso la TV. In diretta su tutti i TG l’ostensione del cadavere di San Pio, con una folla immensa sotto il sole, che il compito cronista chiamava “fedeli”.

Quando poi si è passati alla descrizione del restauro a cura degli esperti che collaborano col museo delle cere di Londra, ho spento.

Mi chiedevo: che ha a che fare il vilipendio di cadavere con un atto di fede?

Voglio dire, se è stato fatto santo ci sarà una qualche ragione, che non dovrebbe sfuggire ai fedeli, coloro dotati di grazia. Che bisogno c’era di esporre le povere spoglie riesumate dopo quasi 40 anni?

Il riposo, non dovrebbe essere eterno?

Trovo spaventosi anche i numeri. 800.000 le persone già prenotate per dar sfogo al macabro vojerismo, tanto che la prevista ri-sepoltura, pare slitterà fino al settembre del 2009.

E mi torna ancora in mente la mia visita ad Assisi, il percorso obbligato mi portò fino alla tomba di Santa Chiara, dove una turista esclamo: “Ah, ma qui è meglio, almeno si vede. Da San Francesco non si vede nulla!”

Povero San Pio, ho idea che ad intervalli regolari dovrà esser ancora disturbato dal suo eterno riposo, al solo scopo di compiere il miracolo: rimpinguare le casse del convento e dare nuovo impulso all’economia alberghiera e dei venditori di gadget di Monterotondo.

Rita Pani (APOLIDE)


4.23.2008

 

Eroe per caso?

Eroe per caso?

Dalla pagina del Messaggero

Una ragazza viene aggredita e stuprata dal solito romeno che passa per caso, un benefattore chiama la polizia e la ragazza si salva.
Il romeno, senza fissa dimora viene arrestato, e benché faccia parte degli ultimi di questa società morente, può farsi assistere da un collegio di avvocati tra i quali, uno che fu difensore di un giudice invischiato nel processo Lodo Mondadori, e poi condannato a due anni.
Il violentatore dichiarerà interrogato dai PM che "non ricorda nulla" e il suo collegio difensivo chiederà la perizia psichiatrica.
Intanto il benefattore, firma il "patto sicurezza" insieme al candidato sindaco del pdl.
Quando si dice il caso!
Rita Pani (APOLIDE)

4.22.2008

 

Il problema razziale

Ho un dubbio: non so se sia sufficiente dire che oggi 5 operai sono morti sul lavoro, o se sia meglio specificarne la razza. Sì, razza. Perché si potrebbe dire anche etnia, ma sarebbe un modo di salvaguardare la dignità dell’uomo, e questo non fa presa sull’italiota.

L’italiota ha bisogno dello scontro razziale, così da potersi sentire superiore nella sua italianità.

Gli stupri per esempio. Non è bellissimo che finalmente anche la politica se ne occupi?

Mai si era discusso così tanto in Italia, del reato di stupro. Basti pensare che la legge che ha riconosciuto il reato contro la persona e non contro la morale, risale al 1993. Cioè fino al 1993 di solito lo stupratore arrivava davanti ad un giudice che severamente lo redarguiva al grido di “Sporcaccione”, poi dal 1993 lo stupratore ha iniziato ad andare in galera, e con qualche attenuante, un indulto, un cavillo almeno qualche giorno ci è stato.

All’italiota non importa che l’80% delle aggressioni a sfondo sessuale avvengano all’interno delle mura domestiche, che troppo spesso e colpevolmente vengono rinforzate dal silenzio omertoso dei familiari stessi o dei vicini di casa. All’italiota importa che ci siano i rumeni da cacciare via, magari con le ronde.

L’extracomunitario non è utile solo all’imprenditoria che lo sfrutta, che lo fa cadere da tetti o ponteggi, che lo fa schiacciare dai macchinari di una fabbrica. L’extracomunitario è utile a tutti coloro che tendono a mistificare la loro esistenza.

Trovarsi di fronte ad uno più brutto di noi, ci fa sentire belli, uno più grasso ci farà più magri, uno più calvo capelloni.

Che poi è lo stesso principio che spinge l’italiota a stare attaccato alla televisione nelle ore pomeridiane, quando si aprono le gabbie al dolore e alle lacrime a un tanto al chilo.

Pensare che nel 2008 in Italia ci sia un problema razziale, mi fa raccapriccio. Sapere che questo problema è quotidianamente alimentato dalla disinformazione di regime è aberrante.

Se volete, fare un esercizio semplice. Ascoltate un telegiornale senza guardarlo, quando ci sarà una nuova notizia di cronaca – per esempio un investimento con vittime – il giornalista chiamerà pirata della strada l’investitore italiano, mentre ne specificherà la razza almeno tre volte in ogni altro caso.

Non fatevi fregare. La razza non è un problema, il problema dell’Italia è l’Italia. La gente muore sul lavoro perché il lavoratore non ha più garanzie. Le donne vengono stuprate perché non c’è la vigilanza nel territorio da parte delle forze dell’ordine preposte per legge alla nostra sicurezza, e troppo spesso per l’assurda indifferenza di chi ci circonda. Le donne vengono molestate e aggredite anche dentro i tram traboccanti di persone troppo impegnate a pensare a loro stesse.

Rita Pani (APOLIDE)

 

A futura memoria

Ricordiamoci di questo, quando ci diranno che l'esercito italiano torna in Iraq per portare un po' di democrazia.

(Apcom) - L'Eni punta a tornare sia in Iraq che in Qatar. Lo ha dichiarato oggi l'amministratore delegato del gruppo, Paolo Scaroni, nel suo intervento al Mediolanum Market Forum, confermando così quanto già anticipato in un'intervista.
"L'Iraq - ha spiegato - fa parte di quelle zone benedette del mondo dove c'è il 60% delle riserve mondiali di petrolio. L'Iraq produce 1,5 milioni di barili al giorno, ma potrebbe produrne 5 milioni. Non essere lì non è possibile", ha spiegato Scaroni.

"Certo - ha aggiunto - torneremo in Iraq, compatibilmente con la sicurezza del nostro personale". Scaroni ritiene poi la situazione nel Paese stia migliorando, specialmente al Nord.
Quanto al Qatar, Scaroni ha osservato che "è leader mondiale del gas liquido, che è quello che serve per i rigassificatori. Ci ripromettiamo - ha detto - di tornare anche lì".

R.

4.21.2008

 

Non sarà poi così male

Forse siamo solo comunisti. Forse siamo stati scellerati, nel nostro prematuro attacco all’Italia che verrà. Forse non sarà poi così male, come il nostro comunismo ci fa supporre.

Per tutto oggi ho avuto molto da fare, e le notizie che sbirciavo di tanto in tanto, non aiutavano ad alleggerire questa mia giornata, fino a quando non ho sentito dire, passando davanti ad un televisore acceso, che sandro bondi, sarà il ministro dell’istruzione.

Finalmente! Finalmente uno spiraglio per i nostri giovani scolari, che si faranno sui banchi di scuola, e che là impareranno ad essere le donne e gli uomini del futuro.

Tanto di cappello per la scelta di questo governo, che così coraggiosamente metterà un poeta in un dicastero nodale, come quello dell’istruzione.

Come non citare, l’opera forse più importante del sommo poeta:

A silvio

Vita assaporata

Vita preceduta

Vita inseguita

Vita amata

Vita vitale

Vita ritrovata

Vita splendente

Vita disvelata

Vita nova

Quel vita vitale, soprattutto, che davvero va a toccare gli angoli remoti dell’anima di chi legge.

Persino gli intestini.

Sì, il domani non sarà poi così male come avevamo sospettato; le ronde per le vie della città, calderoli alla vicepresidenza del consiglio, bossi ministro delle riforme, la brambilla all’ambiente (Attila sottosegretario) e bondi. Sì bondi all’istruzione. E l’Alitalia destinata al fallimento certo, pronta ad essere azzannata dai soliti avvoltoi, quelli di Telecom o delle Autostrade, per esempio, un’azienda da comprare gratis e distruggere come l’Intero paese in men che non si dica.

Coraggio, non sarà poi così male, sarà molto peggio e mi sento in dovere oggi come allora, di ringraziare di cuore tutti coloro che col loro voto hanno permesso che questo accadesse.

Rita Pani (APOLIDE)


 

Con un po' di dispiacere...

Sono costretta a porre sotto moderazione i commenti.
Non mi piace ma devo.
Il termine tolleranza mi ha sempre provocato l'orticaria, io di norma accetto e non "tollero".
Ma ci sono un paio di tipologie di merde che proprio NON TOLLERO.
I fascisti e i cretini.
Siccome dopo questa tornata elettorale, sono riemersi in abbondanza entrambi, e non avendo molto tempo a disposizione per ripulire la merda che questi si pedono, preferisco moderare i commenti.
Cercherò comunque di essere celere e puntuale.
Sono certa che comprenderete.
Ciao a tutti
R.

4.20.2008

 

Bella Ciao proibita

(ANSA) - ALGHERO, 19 APR“Bella ciao” non sarà suonata ad Alghero per il 25 Aprile. Lo ha deciso il sindaco marco tedde (Fi) per non alimentare ulteriori divisioni. Il primo cittadino ha infatti chiesto alla Banda musicale cittadina di non eseguire il brano, da sempre uno degli inni-simbolo della Resistenza. La decisione ha scatenato le proteste del Pdci con l'immediata replica del deputato Elias Vacca che ha inviato una nota al sindaco sostenendo che “Bella Ciao” divide sì ma i fascisti dagli antifascisti.

E a noi toccherà cantare, in ogni strada, in ogni piazza, dentro le mura di casa nostra, al volante della nostra auto, e persino sotto la doccia. Bella Ciao, dovrà risuonare da ogni finestra, su ogni sito web, da ogni radio.

Perché bisogna dirlo chiaro, che non ci staremo a perdere davvero la libertà (quella vera e non quella presunta).

Abbiamo il dovere morale di difenderci, abbiamo il dovere di urlare una volta ancora: “NO PASARAN”.

Dobbiamo convincerci, prima che la televisione inizia ad insegnare il contrario, che spetterà a noi e solo a noi, fare in modo di fermare la deriva fascista nella quale rischiamo d’esser trascinati.

Notiziole come quella riportata, nascoste nella banale cronaca regionale, non sono altro che prove tecniche di censura e regime, che inevitabilmente il governo di destra destra, attuerà.

Sono cose importanti, che vanno sì denunciate ma anche e soprattutto combattute con piccoli gesti che sappiano liberare l’aria da qualunque dubbio. Noi ci siamo e noi resisteremo.

Non serve essere comunisti per essere civili e dignitosi.

Rita Pani (APOLIDE)


4.18.2008

 

Lo statista (foto1)


In memory of Anna Politkovskaja...
Una domanda scomoda di una giornalista russa? Lo statista mima un mitra.
Non è alto, ma almeno è intelligente, eh.
R.

 

Se vi va

Dato che si avvicina il momento dell'uscita del mio secondo romanzo, ho pensato di rifare il sito.
Se vi andasse di dare un'occhiata, sta qua.
Ciao a tutti
R.

 

E' solo l'inizio

berlusconi assicura che da presidente del Consiglio farà «meno conferenze stampa, leggerà di meno i giornali e farà più cose concrete per i cittadini». © LA7.it - Pubblicata il 14/04/2008

PORTO ROTONDO - La domanda è arrivata proprio da una giornalista russa. "E' vero che lei vuole divorziare? Non pensa a sua figlia, che oltretutto vive all'estero?" Imbarazzo alla conferenza stampa congiunta Putin-berlusconi a Villa Certosa … Repubblica 18/04/2008

E non che fosse un summit importante, solo due giorni tra pochi intimi, eccezion fatta per le comparse del Bagaglino, che si sono prodotte in una piece degna dell’italica cultura.

Tra una lisciatine di chiappe, due ettolitri di vino, una chitarra con annesso parcheggiatore abusivo, torna la bella Italia, sobria e laboriosa.

Torna persino il ponte, e non inteso come plastico dello Stretto di Messina, ma come prestito. Prestito ponte, di cui ieri sera in altro vertice, hanno discusso zio e nipote Letta, a palazzo Chigi, che vedersi a casa loro sembrava brutto.

E che importa il parere contrario della UE? Si facciano i cazzi loro, potrebbe dichiarare un altro statista come bossi, borghezio o calderoli.

No. Non fate quelle facce schifate. Fatevene una ragione, perché sono loro le personalità politiche a cui anche gli operai hanno messo in mano le redini del nostro paese; tutto il paese, anche quello da Roma in giù.

Così, mentre il precedente governo diceva che entro il 31 marzo tutti i giochi dovevano essere fatti, ecco che il grande statista, dopo lo spettacolo del Bagaglino, due lisciate di chiappe e il resto della festa, dichiara: “Abbiamo parlato di Alitalia e della possibilità di aver un tavolo a cui sederci con Aeroflot”.

Io personalmente sarei favorevole ad Aeroflot, ma solo se berlusconi in persona ci viaggiasse spesso, visto quanti ne cadono, potrebbe aprirsi una speranza.

Si sente nell’aria che è tornato; c’è odore di letame.

Un circolo gay devastato da un raid fascista, nani e ballerine al posto di ministri e diplomatici, e la Costa Smeralda come Palazzo Chigi.

Un megalomane per presidente del consiglio… Ed è solo l’inizio.

Rita Pani (APOLIDE)


 

La piazza sarà il Parlamento

"La piazza sarà il Parlamento. Ora che Bertinotti, Diliberto e Mussi, con le loro politiche suicide, hanno cancellato la sinistra dal Parlamento, il Parlamento della sinistra diventerà la piazza": lo afferma Marco Ferrando leader del Pcl (Partito comunista dei lavoratori).
"Fu la piazza - aggiunge - a fermare Berlusconi nel '94, quando mosse il primo attacco alle pensioni. Fu la piazza a fermare Berlusconi nel 2002, quando attacco' l'art.18. Solo la mobilitazione di massa ha dato risultati concreti al mondo del lavoro: quelli che i governi di centrosinistra hanno spesso poi
cancellato. Il Partito comunista dei lavoratori si impegna da
oggi per la ricostruzione di un'opposizione radicale e di massa al governo Berlusconi; un'opposizione - conclude Ferrando - non più addomesticata da Fausto Bertinotti, in subordine al centrosinistra e al Pd, ma finalmente autonoma e determinata: per cancellare il precariato, per l'aumento generale dei salari, per far pagare grandi profitti e patrimoni".

4.17.2008

 

Non è mai troppo tardi

Ho simpatia per Tonino Di Pietro, se non altro perché sembra proprio uno qualunque; per intenderci potrebbe essere anche un vicino di casa, uno di quelli che fa le puzze in ascensore. Così pensavo, leggendo delle sue dispute con Veltroni, col quale vorrebbe concordare su punti importanti come giustizia, informazione e conflitto d’interesse.

Che dire? Non è mai troppo tardi?

Riuscire, stando all’opposizione di un governo del malaffare, a risanare il conflitto di interessi, sarebbe un’operazione più da Santo subito, che non da ministro di un governo ombra.

È anche consolatorio per tutti noi, sapere che finalmente le istanze di un popolo sono state recepite; sì con due anni di ritardo, ma perché mai mettere limiti alla provvidenza?

Anche il discorso sulla giustizia ha un suo perché, ed è anche valido. Una delle priorità di questo governo, è aggiustare gli ultimi guasti che potrebbero finalmente portare berlusconi ad una condanna, visti i procedimenti in atto e quelli che verranno. Per far sì che l’impunità sia totale quindi si proibirà di effettuare e utilizzare le intercettazioni telefoniche, e anche la loro pubblicazione. Non che quest’ultimo fattore sia rilevante, dal momento che nonostante la pubblicazione della telefonata con Saccà (che tornerà ai vertici RAI), l’italiota lo ha votato ugualmente. Sarebbe bello quindi sapere che farà Tonino, per porci rimedio.

Intanto anche oggi, abbiamo avuto un bellissimo esempio di ciò che fece il governo Prodi, per renderci orgogliosi d’averlo votato. L’ex ministro della sanità, Sirchia, è stato condannato a 3 anni di carcere che nemmeno rischia di fare, dato l’indulto, e nemmeno l’interdizione dai pubblici uffici lo scalfirà, da momento che a dimezzare i termini della prescrizione ci pensò il presidente del consiglio purinquisito, che oggi scrive sul suo curriculum: colui che vanta ben 95 inquisizioni.

Rita Pani (APOLIDE)


4.16.2008

 

Voglio essere risarcita

Cari Walter e Romano,

vi ricordate di me? Sono quella che a dispetto vostro, r-esiste e resta comunista. Questa volta a differenza delle altre, non vi scrivo per spronarvi al buon senso, nemmeno per segnalarvi le carenze oggettive di un popolo in difficoltà.

Questa volta vi scrivo per preannunciarvi la possibilità di farvi causa per truffa e furto.

Questa mattina, dopo aver scaricato la mia posta elettronica, ho avuto la netta sensazione di essere stata derubata di due anni di vita, e voi siete i ladri.

Non sono passate nemmeno quarantotto ore dalla disfatta delle elezioni, che già è tangibile il ritorno della barbarie, e ritengo che se pure differenti, le responsabilità siano da imputare equamente tra voi due, che invece in modo gretto, avete sempre cercato di affibbiarle ad altri, peggio, a noi poveri idealisti, nutriti dalla storia e dalla civiltà, da valori etici come l’onestà e l’uguaglianza, la democrazia e la libertà – quella vera.

L’unica attenuante che forse – forse - potrei riconoscere è che la grande maggioranza del popolo italiano, sia un popolo di merda, ma anche in questo caso, sarebbe toccato a voi detergerlo. Non lo avete fatto.

Con il vostro lassismo, col vostro tradimento, non solo siete colpevoli del ritorno della barbarie, ma soprattutto siete rei di aver riaperto le gabbie di quella feccia che stava rinchiusa.

Mi avete rubato due anni, nel quale comunque ho sempre continuato a lottare perché i guasti del precedente periodo barbaro, potessero essere rimediati, non trovando in voi alcun riscontro di collaborazione.

A novembre del 2007, per un attimo avevamo sperato persino, che laddove non eri riuscito tu, Romano, avrebbe potuto riuscire Fini, seppellendo finalmente l’orrido figuro di Arcore dentro una delle sue ville ad Antigua, e invece no. Ecco che Walter, il bagnino, d’impeto getta il salvagente, riesumando non solo plurinquisito, ma tutto il corredo di feccia che da sempre lo circonda.

Iniziaste malissimo, riaprendo non le gabbie, ma le galere non per dare un’opportunità di vita a chi ci stava a marcire dentro, ma bensì per fare in modo che chi doveva non ci entrasse mai.

L’urgenza del ripristino della democrazia che stava nella legge contro il conflitto di interessi, è stata fatta vivere solo in un soffio, quando a te Romano, erano già chiare le intenzioni di Walter, ovvero farti tornare ad un lavoro comodo da burocrate in Europa (che ovunque è sempre meglio che in Italia). Così, ieri sera, il popolo italiano, quello di merda e non ha potuto sentire un tizio, alla 7, che preannunciava e auspicava, la scomparsa di “un’antimafia demagogica” che sarebbe comunque stata sostituita dai vari movimenti di giovani idealisti.

Mi dovete due anni di vita che mi avete scippato, quando avete fatto fuori il giudice De Magistris, colpevole di aver beccato qualche vostro compagni di merende con le mani nella marmellata, ed ora grazie al vostro spuntino, altri giudici verranno rinchiusi in gabbia, mentre magari dei ragazzini delle scuole sfileranno per le vie della città della mafia, derisi dai mafiosi ai quali una volta ancora è stato permesso di mandare i loro rappresentanti in parlamento, ad occupare gli scranni che voi avete liberato, cacciando dai palazzi la rappresentanza di una porzione di popolo che mai, Walter, si sentirà rappresentato da te.

Mi avete rubato due anni di vita, che a malincuore vi avevo affidato per far sì che potessi guardare non al mio futuro – che ormai è già scritto – ma a quello delle mie figlie, al quale voi avreste dovuto consegnare un mondo possibile, dal momento che voi eravate gli eredi di altre lotte, altre guerre, e molto sangue.

Mi dovete due anni di vita, come dicevo, non solo per aver dato modo a berlusconi di riemergere, ma a tutto quel corredo di feccia, che oggi si sente libero di esprimere sé stesso affiggendo manifesti di hitler e mussolini, inviando commenti ed e-mail con minacce di morte, insultando chiunque sia ancora convinto che il primo guasto dell’Italia sia la mancanza di civiltà.

Guardando oggi, l’unica cosa che viene da chiedersi è che fine abbiano fatto questi due anni, che sembrano non essere passati, e siete voi a dovermelo spiegare. Tu Romano, mi hai rubato due anni, e quel che ne restava l’hai venduto a Walter. Sì, penso che vi farò causa.

Rita Pani (APOLIDE)


4.15.2008

 

Troppe analisi

Sembra d’essere nel laboratorio di CSI. Da un momento all’altro, anche Grissom avrà i suoi bei risultati. Peccato che non servano a nulla, dal momento che ancora non si conosce quale sia il batterio che ha provocato l’infezione, la dura malattia e il coma della sinistra. E se ogni analisi ne scopre uno diverso, allora viene da pensare più a una colonia di virus grandi come cocomeri che ad un singolo bacillo.

Le cose certe sono poche, e una di queste è la necessità di ripartire da zero con una costituente. Lo abbiamo capito tutti, o almeno dovremmo averlo capito tutti. E invece no.

Oggi sono stata invitata a partecipare a quattro differenti progetti di costituente comunista, poi leggo di un quinto. Questo però si differenzia, perché è chiamato costituente anticapitalista. (Eppure una delle analisi aveva per batterio, proprio la frammentazione)

La voglia di prendere un megafono, spalancare la finestra e gridare: “ANDATE TUTTI A CAGARE!” è fortissima, ma credo che desisterò, spinta dal mio essere come sono, una stronza che di rinunce ne ha fatto tante, tante ne farà, ma che non riesce proprio a distaccarsi dall’ideale (che non è né una malattia né una parolaccia)

Non voglio rischiare di cadere anche io nella trappola dei vetrini e dei microscopi, non mi va per nulla di fare analisi, ma oggi ho letto tante di quella idiozie, che a tratti ho anche pensato di farmi un abbonamento a Novella 2000 per rinverdire la mia cultura con qualcosa di più intelligente.

Si va dai cinque anni di attesa – purgatorio – alla prossima e inesorabile caduta del governo berlusconi. C’è persino chi – a sinistra fino a ieri – vede in Veltroni e Casini, i salvatori della patria.

Ma è davvero così difficile comprendere? Davvero qualcuno pensa che quel che resta di bossi, possa far cadere un governo berlusconi, nel caso in cui non venissero esaudite le richieste folli, inutili e demagogiche della lega?

Potrebbe accadere solo se quell’apparentamento fosse frutto di un accordo politico, ma la politica sta a berlusconi come l’onestà sta a cuffaro; esso non sa stipulare altro che contratti, dove di solito la merce di scambio è il danaro. Se pagò avariati milioni di euro il primo accordo, quanto avrà pagato per questo? Se è sotto inchiesta per comprato alcuni senatori, quanti ne potrebbe comprare ora, qualora gliene servisse qualcuno in più?

Oggi ho passato un paio d’ore nella sede di un sindacato, e ad un certo punto ho pensato d’essere stata teletrasportata su Marte; un vecchio sindacalista mi spiegava l’importanza che avrà stare in piazza insieme a Veltroni, quando ce me sarà l’occasione. Poveretto, era un omino molto anziano e mi ha fatto tristezza ma senza alzare la voce gli ho detto: “scusa, ma se uno dei punti di contatto dei programmi di entrambi era l’abolizione o la revisione dello statuto dei lavoratori, per che cosa pensi che Veltroni tornerà in piazza? Per l’operaio che è morto ieri in acciaieria senza che lo candidasse nessuno capolista?”

Mi ha guardato in un modo tale, che m’è sembrato odio ed è ammutolito, ma credo che sia oggi più che mai necessario non nascondersi la verità. Almeno tra di noi.

Rita Pani (APOLIDE)


 

A freddo

L’altro giorno ero a casa della mia amica tedesca e ho dato uno sguardo allo Stern.

C’era un bell’articolo dal titolo “Der Pater tiel 3” [ Il padrino parte terza ] con una foto del nano taroccato di Arcore.

Visto che il mio tedesco si ferma a danke, bitte, e bier, la mia amica pazientemente traduceva le parti più salienti dell’articolo, e io sprofondavo sulla sedia.

C’era di tutto, molto di più di quanto già non avessero scritto i giornali esteri sulla mafia, sulla corruzione, e su tutti i vezzi dell’uomo mummia di stile hollywoodiano.

A dire il vero c’era molto anche nei giornali italiani, che per quanto controllati o addomesticati siano, le notizie le riportano. Il fatto è che gli italiani non sanno leggere e dei giornali spesso si limitano a vedere le foto del gossip.

Per esempio c’era una notizia dell’Ansa dell’8 Aprile, che diceva che in tutta fretta, il falso peloso di Arcore avrebbe dotato il suo elettorato di un normografo, per far si che l’elettore potesse tracciare una X corretta. Lessi la notizia inviatami via e-mail da un amico, e pensai che il pagliaccio se ne fosse inventata una delle sue, per strapparmi un sorriso. Non vi dico il mio sbigottimento quando invece capii che non era una cazzata!

Essendo normo dotata (nemmeno tanto) pensai che se prima di andare alle urne mi avessero dato un oggetto per facilitare il tracciamento di una ics, io mi sarei incazzata come una belva; l’avrei vissuto come un oltraggio alla mia intelligenza.

Evidentemente, il popolo delle libertà è diverso da me. Evidentemente, mi dico oggi a freddo, aveva davvero bisogno del normografo per votare bene, per fare quel simbolo che in anni passati – e recenti – è stata la firma di milioni di analfabeti. È normale che debbano usare il normografo, ho pensato, non avendo il pollice opponibile.

Ciò non toglie che questi scimmioni, agli occhi del mondo, non siano altro che italiani, un popolo senza dignità.

Rita Pani (APOLIDE)


 

Emigrare


Pare che si debba emigrare...
Data la mia cittadinanza ho provveduto a fare la foto per il passaporto.
R.

4.14.2008

 

È calato il silenzio.

Ho il computer acceso, mentre sono in cucina. Faccio tutti i giorni così, butto un occhio alle mail, segno quelle che dovrò leggere, leggo i messaggi brevi, e se non sono impegnata, rispondo con una battuta.

Solo il cellulare è un continuo di SMS, che hanno iniziato ad arrivare subito dopo le quindici di questo pomeriggio, diventando sempre più mesti e cupi.

I più carini, meritano di essere citati: “Partiamo?”, “Emigriamo?”, “Venezuela?”…

Si sono scordati il Nepal, e spetta a me ricordarlo a chi in buona sostanza, non vede altra via d’uscita se non l’emigrazione.

A tutti però avrei voluto chiedere: “Cosa vi aspettavate, veramente?”

Tutto era già scritto, ma non lo avevano letto bene. Primo fra tutti Veltroni, convinto davvero di poter imporre a berlusconi un accettazione delle regole scritte dalla democrazia. Non sarà così, e non perdete tempo a sperare in riforme costituzionali condivise. Non ci saranno, perché non ci sono abbastanza forze né per contrastare, né per fare ricorso alle regole democratiche.

L’unico intento di questa tornata elettorale, era uccidere la sinistra, e almeno in questo tutti e due i partiti o coalizioni maggiori sono usciti vittoriosi.

Non accetto piagnistei. Non ne faccio.

Viviamo in un paese dove la mafia ha il potere, dove il malaffare ha il potere, viviamo in un paese in cui la maggioranza dei cittadini, se ne frega di sentire un tale inneggiare a un mafioso, perché la maggioranza del paese abusa del territorio, non paga le tasse, se ne frega del prossimo, e soprattutto ancora riesce a trascinare sé stesso, fingendo di essere sazio e appagato.

Viviamo in un paese in cui chi rispetta le leggi è un cretino, chi fatica è un po’ stronzo, chi è civile viene deriso. Cosa potevamo aspettarci.

Ho seguito un po’ delle interviste “a caldo” e ho provato schifo e vergogna, anche un pizzico d’orgoglio per aver votato con coscienza e passione, l’unico partito che ritenevo degno d’essere votato.

La sinistra arcobaleno, chiede tempo per analizzare il pessimo risultato.

Eppure non ci sarebbe bisogno di spendere tanto tempo, basterebbe ricordarsi di non aver mantenuto le promesse fatte due anni fa, per comprendere. E nonostante questo, Gennaro Migliore dice di non essersi pentito di aver riposto la falce e martello in soffitta. E allora vuol dire che non avete capito proprio un cazzo.

Rita Pani (APOLIDE)


 

In attesa... del futuro

Il futuro è prossimo.
Così prossimo, che ormai non ho più ansie.
Manca il cibo capace di nutrire le speranze globalizzate, e se proprio vogliamo sperare, sarebbe bene farsela in casa, proprio come il pane o la passata di pomodoro.
Ho letto questo articolo e mi sono convinta ancor di pi di quanto ho detto.
La gente si nutre male, e peggio viene nutrita e così si sente sazia e in forza.
Viziata da “me stessa”, a volte mi convinco che noi siamo la maggioranza, siamo quelli che ancora sanno nutrirsi e sanno nutrire.
Siamo di pi noi, quelli che non gettano i rifiuti per strada, che danno la precedenza ai pedoni, che dicono buongiorno o buonasera anche al parcheggiatore, che aiutano un vecchietto con le stampelle a portare la busta della spesa fino a casa.
Siamo pi noi, che ci sforziamo a scindere il bene dal male, il giusto dallo sbagliato.
Il futuro ci chiuderà sempre pi in un ghetto, nel quale resteremo comunque chiusi a dirci una volta di pi che per fortuna no, noi non siamo come loro.
Ma quanto è triste questa fortuna, se non riusciamo a condividerla col resto?
Non ho pi ansie perché me proprio non va di correre, e se decidiamo di tornare indietro, possiamo anche farlo passo, passo. Ma è proprio indietro che dobbiamo tornare perché di andare avanti non siamo stati capaci. Dobbiamo farlo per poter proiettare il domani. E' necessario conoscere la fame oltre l'immagine della povertà altrui, sentirla nei borbottii della propria pancia.
Ci sono ragazzini pronti a elargire fotografie del proprio corpo nudo, per avere in cambio una ricarica telefonica. Ci sono ragazzini che si prostituiscono il sabato pomeriggio per avere i soldi per andare a ballare e sballare il sabato sera. I più morigerati si limitano all'accattonaggio nelle grandi stazioni.
Questo è il futuro che abbiamo creato, ma che paradossalmente ci rende anche tanto fortunati, perché tanto si sa, non sono i nostri figli. Loro stanno là beati, a nutrirsi bene...
L'importante è avere sempre i soldi per dargli la capacità di inviare 500 sms al giorno.
Che fortuna!
Rita Pani (APOLIDE)


4.13.2008

 

Dubbiosamente

Lo so, dovrei tacere, ma le domande che mi assillano sono tante, e avere un blog aiuta a dipanarle. Quand’anche esse non abbiano risposta, il solo fatto di averle scritte, favorisce il pensiero.

Per esempio, mi chiedevo: “quanto può essere idiota una persona che, pur sapendo di non digerire i peperoni, a cena si fa una pizza ai peperoni?”

Fare ricorso all’AGCOM per violazione della par condicio il giorno dopo la fine della campagna elettorale, farà si che i danneggiati ottengano una proroga, o come accadde in altri tempi con la mafia, una puntata riparatrice, da parte della televisione colpevole di trasgressione?

Se prima del decreto per la sicurezza del lavoro morivano sei persone in un giorno, se durante il decreto ne morivano 3 in tre giorni, e se dopo il varo del decreto ne muoiono 3 in un giorno, significa che il decreto non serve a un cazzo?

Per stabilire che nelle coppie di coniugi o conviventi (questo blog è per la civiltà dei diritti) fino ai 70 anni, il desiderio sessuale è in calo, mentre per i single il problema non si pone, ci voleva davvero uno studio dell’università La Sapienza di Roma?

Per stabilire che le donne sposate o conviventi hanno meno desiderio sessuale, e problemi a raggiungere l’orgasmo, mentre nelle single il problema non si pone, era necessario oberare di lavoro i ricercatori che già tanto avevano faticato alla Sapienza?

Avevo ragione, scrivere i propri dubbi sul blog, aiuta a dipanare la matassa.

Ora per esempio so, quanto idiota io possa essere stata, per essermi fatta la pizza coi peperoni.

Rita Pani (APOLIDE)


4.11.2008

 

Brogli



Da Repubblica

So che non dovrei, ma mi scappa da ridere.
R.

4.10.2008

 

Briciole di campagna

Siamo agli sgoccioli, finalmente.

Ancora un giorno pieno di “minchiate cosmiche” teletrasmesse, poi dovremo subire un po’ di litanie: non abbiamo perso, abbiamo guadagnato, siamo i vincitori anche se abbiamo perso, abbiamo perso ma anche vinto. Poi verrà il resto.

La mia personale sensazione è che vincerà Veltroni. Non che questo significhi che siamo liberi, ma almeno il popolo italiano avrà la sensazione d’essere sodomizzato con meno brutalità.

E a noi (blogger più o meno impegnati, e residuati di una civiltà preesistente) resterà l’ingrato compito della denuncia. Insomma, come sempre, continuare a R-esistere.

Voglio sognare anche io, stasera, visto che dormo poco, e rifuggo dal ricordo dei sogni, quasi sempre agitati.

Voglio mettermi a sognare un popolo reattivo, che inondi le piazze quando un operaio perde la vita. Che i lavoratori caccino via con i forconi i vertici dei sindacati, e riprendano in mano veramente la lotta per la vita.

Voglio sognare un mondo nel quale si torni a cacciare indietro i fascisti, un mondo che accetti tutti i diversi, comprendendo che tutti siamo diversi, come io lo sono da te, che ora stai leggendo, e che quindi la differenza ci rende uguali.

Un mondo liberato dagli schiavi, in cui il lavoro nobilita e non umilia.

Un’Italia, in cui si possano veramente denunciare le mafie e il malaffare, sapendo di trovare protezione e gratitudine, e non al contrario uno stato mafioso e colluso che incensa i mafiosi e processa i giudici.

Ed ora, visto che poi fino a lunedì dovrò tacere, vi parlerò di me, così come ho imparato si deve fare in campagna elettorale:

non l’ho mai data per fare politica, per pubblicare i miei libri, per lavorare…

Non la do via in generale, e a dire il vero, ora cessa come sono, nemmeno me la chiederebbero.

Potrei sì, perché mica sono santa! Potrei anche “imporla” ma solo a Denzel Washington anche contro la sua volontà.

Le mutande le compro al mercato, ma non userei mai un perizoma, perché solo l’idea di dover stare tutto il giorno con una corda tra le chiappe mi terrorizza. Uso mutande abbastanza grandi da non correre il rischio che mi si infilino tra le chiappe.

Ed ora che sapete tutto ciò che c’è da sapere, mi sento più tranquilla.

Ah! Ho la fedina penale pulita, e so che questo potrebbe essere un problema. Ma come si usa dire tra coloro che parlano bene: nessuno è perfetto.

Rita Pani (APOLIDE)


4.09.2008

 

Piccolo estratto nazirock



Fate girare
R.

 

Casbah

Scegliere il peggio, il meno peggio, chi si immola a paladino del centro e del lui c’entra, chi promette meno tasse, chi ne promette ancora meno, chi arriva a dire che un mafioso è un eroe, chi ancora preannuncia di voler impiccare i giudici e governare pro domo sua, chi invece scrive lettere aperte invitando al rispetto della bandiera e dell’inno di Mameli, come se fosse normale dialogare con chi ha solo sfregiato le istituzioni.

Assistiamo a questa campagna elettorale, noi senzienti, come dei turisti persi in una casbah, nauseati da sgradevoli olezzi, attirati da specchietti luccicanti, scacciati da ciarpame orripilante, con la tentazione di perdersi andando via senza aver acquistato nulla, e sentendoci per questo un po’ più ricchi.

Mercanti imbroglioni che barattano la merce, fanno a chi strilla di più: io ti do la presidenza del senato, ma poi tu mi dai il Quirinale.

Però tu giura fedeltà alla Costituzione, dice l’altro.

E noi sempre là, inseguiti dalla puzza che ormai ha avvelenato le nostre narici, che ha impregnato i nostri vestiti.

La casbah ti insegue, non ti lascia uscire, ti perseguita. La foto gigante di un culo, promette qualcosa. Forse la sodomia che per anni abbiamo subito subdolamente sarà manifesta? Cos’altro può promettere un culo?

La merce più esposta in questa casbah è il rinnovamento, il modernismo, il nuovo anzi nuovissimo.

La parola d’ordine è basta. Basta vecchi, basta fame, basta tasse, basta giudici, basta mafia – nel senso che basta quella che abbiamo o basta con dire che c’è la mafia? – basta storia, basta brogli.

Tutto nuovo, anzi nuovissimo. Ragazzini in maglietta bianca eseguono la coreografia, guidati da un assistente di studio prestato al comizio di piazza, che non è più un comizio, ma un nuovo comizio.

Un ridicolo ometto che a me ricorda Gustav von Aschenbach, il protagonista di Morte a Venezia, il bellissimo film di Luchino Visconti, sale sul palco e oltraggia il popolo festante, così colpevolmente idiota da non comprendere nemmeno l’onta, e che continua ad agitare bandiere Ogni volta attendo che il trucco si squagli e gli inondi il viso, rendendo ancora più ridicola la maschera del suo volto.

Tutto nuovo, tutto nuovissimo, e i nuovi comizi, che faremo come l’Italia dell’82, che abbiamo vinto contro l’Argentina…

E il premio in palio siamo noi.

Rita Pani (APOLIDE)


4.08.2008

 

Il silenzio è complice.

Veltroni e il PD lamentano che il plastificato di Arcore si sia accaparrato tutte le apparizioni Tv finali. Veltroni e il PD non sono molto intelligenti.

Dovrebbero gioire di questo, e anzi, tacere fino alla fine.

Nella sola giornata di oggi, che verrà smentita domani, il pdl nelle persone (persone?) di berlusconi e dell’utri hanno spiegato bene quale futuro prospettano all’Italia:

dell'utri: "Se vinciamo, via dai libri di storia retorica Resistenza"

dell'utri: "Il mafioso Mangano? Un eroe"

berlusconi: "Esami di sanità mentale per i pubblici ministeri"

ANTIMAFIA: DELL'UTRI, E' UN BRAND PUBBLICITARIO

Io non credo più all’alibi dell’Italiano troppo stupido per comprendere, non penso nemmeno che berlusconi abbia ragione a pensare che l’elettore vada trattato come un bambino di dieci anni e nemmeno troppo intelligente.

L’italiano, e nella fattispecie l’elettore di quella cosca malavitosa chiamata centrodestra è semplicemente un complice, un affiliato o un colluso, e come tale dovrebbe essere trattato dal resto della società, che disgraziatamente gli vive intorno.

E tacere renderebbe complici anche noi.

Troppo semplice minimizzare ogni accadimento, ricorrendo alla logica spiegazione della stupidità e della propaganda elettorale. Questa gente non sputa sulla Resistenza e sul sangue dei Partigiani, che ci hanno consegnato un paese libero, con le parole, ma con la loro stessa esistenza nella politica italiana.

Il mafioso Mangano era lo stalliere del fantino di Arcore, e soltanto grazie al Giudice Borsellino, oggi sappiamo chi fosse e cosa facesse per berlusconi.

Ed è stata la mafia ad uccidere il giudice dell’antimafia.

Certo, noi possiamo continuare pure a fare finta che tanto siano solo degli idioti malavitosi, ma questo sicuramente non salverà né il paese, né la democrazia.

Dovremo ritrovare l’orgoglio necessario per indignarci ed alzare la voce, lasciando ad altri il falso buonismo e l’ipocrita correttezza, che porta a non nominare mai la feccia mafiosa, piduista e fascista, che si candida a governare questa povera Italia.

Il silenzio è complice.

Rita Pani (APOLIDE)


 

Donarsi

Non so da quanti anni vada in giro con un tesserino di cartone dentro il portafogli. Ma sono tanti.

Il tesserino dice che, nel caso io morissi, tutto ciò che di buono resta di me, sia donato a chi ne ha bisogno. Non mi voglio molto bene, quindi immagino che sarà davvero poco, certo non i polmoni.

Quando lo firmai e lo riposi nel portafoglio, e in quelli che poi sono venuti, però, tutto ancora funzionava benissimo.

Dicono che donare gli organi sia un bel gesto, e in effetti l’ho sempre pensato, ma non avevo mai riflettuto abbastanza, sul fatto che a volte non c’è bisogno di aspettare di morire, per far del bene a chi ne ha davvero un estremo bisogno.

Ci ho pensato oggi, e lo scrivo con le lacrime agli occhi, che per l’età che ho, mi è preclusa la possibilità di donare da viva.

Il midollo.

E ci ho pensato solo perché una mia cara, carissima amica, per la seconda volta è in ospedale a combattere contro una leucemia.

E l’impotenza grava sull’animo con una pesantezza che a mala pena sopporto.

Se avete meno di 35 anni, pensateci.

Rita Pani


4.07.2008

 

Italia, provincia d'Africa

Harare, 7 apr. (Adnkronos)- “La terra deve rimanere nelle nostre mani. La terra è nostra, non bisogna permettere che finisca nelle mani dei bianchi”. Così il presidente dello Zimbabwe Robert Mugabe, in un intervento riportato oggi dal quotidiano di Stato Herald, ricorre al suo cavallo di battaglia “anticolonialista”, mentre a nove giorni dal voto di due sabato fa ancora non sono stati diffusi i dati delle elezioni presidenziali.

Zimbabwe, il partito del presidente Robert Mugabe vuole il riconteggio dopo che l'opposizione ha conquistato la maggioranza dei seggi in Parlamento. (Fonte The New York Times)

Per comprendere queste pesanti analogie, vi basti sostituire “bianchi” con Roma ladrona, e Mugabe nel primo caso con bossi, nel secondo con berlusconi.

I lettori più accorti potranno obiettare che “tutto il mondo è paese”, ma non sarebbe certo il senso del mio sentire, che ho voluto così esemplificare.

Ci sarebbe anche altro, in questa mattina fredda e triste che potrebbe indurre al pensiero, come per esempio le dichiarazioni rese da quel che resta di bossi, e riprese sempre dalla Adnkronos: “Per quanto riguarda le riforme ho moltissime buone idee che sarebbe bene realizzare” e per questo preannuncia di essere il prescelto per ricoprire il ruolo di “ministro delle riforme”.

A questo proposito ricordo che quando lo stesso bossi, insieme a fini, firmò la legge sull’immigrazione – poi appena ritoccata ma non abrogata dal governo Prodi – dissi che sarebbe stato come se Pacciani e Vanni, avessero firmato una legge in materia di violenza sulle donne.

Solo che poi avemmo calderoli, come ministro delle riforme, e allora fu come se il mostro di Marcinelle avesse legiferato in materia di protezione dell’infanzia.

Questa mattina ho letto un toccante e interessante articolo su Repubblica e ci ho trovato un’altra pesante analogia: il direttore del supermercato, spiegava come il suo esercizio commerciale, donasse le merci in prossimità di scadenza alle mense dei poveri. Come dire ai pensionati costretti dalla povertà, che non c’era bisogno di umiliare sé stessi rubando il cibo, ma che avrebbero potuto umiliare sé stessi – con un po’ più di dignità – mettendosi in fila per un tozzo di pane quasi scaduto.

In effetti, a pensarci, l’Africa è molto più vicina di quanto immaginiamo, con l’unica differenza che se ai nostri poveri diamo la merce quasi scaduta, agli africani mandiamo quella scaduta da un pezzo.

Rita Pani (APOLIDE)


4.06.2008

 

Non ne posso più

Possiamo finalmente iniziare davvero il conto alla rovescia, e attendere che questa continua eruzione di minchiate cosmiche finisca.

Io ormai sono in ritardo per la campagna elettorale, ho capito solo ora come si occupano abusivamente le pagine dei giornali; per esempio, forse avrei dovuto rendere noto ad un’agenzia di stampa che tipo di mutande uso, oppure rispondere a quel che resta di bossi, che non solo sarebbe da rivalutare la figura di Stalin ma anche dei gulag, dove stipare tutta la feccia come lui.

È che sono viziata sia dal buon senso che dalla consapevolezza di un bisogno reale di politica, vissuta in senso etico e soprattutto morale, e mi chiedo cosa accadrebbe se io andassi in una piazza ad invocare l’uso dei fucili. L’istigazione a delinquere e l’apologia di reato, sono ancora reati contemplati dal codice penale.

Posso solo continuare a dire, e ridire, sino a consumarmi i polpastrelli delle dita, ticchettando su questa tastiera.

Abbiamo bisogno di liberarci veramente, ma in Italia lo capiremo quando sarà troppo tardi. Da giorni si affannano a dirci che l’Italia è sull’orlo della bancarotta… ma anche no.

Prima che iniziasse lo show di questa farsa elettorale, ci esponevano al rischio dell’orchite, ricordandoci che comprare il pane stava diventando oneroso quanto fare acquisti in gioielleria. Ora che ci avviamo al termine della farsa, il pane è sparito, ma ci fanno sapere che i chirurghi plastici sono in crisi, perché sempre più donne si tengono le rughe, privilegiando spese più “importanti”.

Sarà mica per questa crisi incombente che la chirurga di berlusconi è candidata nella lista del suo paziente più importante? Un reddito sicuro è meglio di nulla, visto che anche nel suo unico paziente non è rimasto più nulla da tirare?

E quando ci dicono che l’Italia è sull’orlo della bancarotta, subito si apprestano a ricordarci che però, sarà il vituperato Euro a salvarci le chiappe da un governo di militari.

Io non ne posso più, sempre più provo quel senso di disagio che mi coglie dinnanzi all’apparente catatonia che pare aver colto il popolo italiano, incapace di comprendere persino quando viene insultato da chi si appresta a governare – e che sia l’uno o l’altro – davvero non c’è differenza.

E usatemi la cortesia di non venirmi a dire che “bisogna votare Veltroni perché è il meno peggio”, perché in tal caso, avete perso ogni diritto, persino quello di pretendere qualunque diritto vi verrà negato, e saranno tanti. Quando mai si è liberi, se si deve mettere una croce per eleggere una persona solo perché fa un po’ meno schifo di un’altra?

La fortuna di essere una “rappresentante delle quote rosa” - che donna è termine obsoleto - , è data dal fatto che io al massimo rischio una crisi di nervi, anziché l’orchite.

Rita Pani (APOLIDE)


4.05.2008

 

Il sacro suolo di Pontida


Quando il losco figuro di Arcore, inizia a gridare ai brogli, significa che i suoi sondaggisti, quelli che fanno davvero i sondaggi e non quelle cazzate da propaganda, dicono che sta perdendo punti.

Se ora lo stesso figuro, esige un decreto legge per ristampare le schede elettorali, è quasi certo che gli stessi sondaggisti abbiano detto che è in caduta libera.

Al plastificato poco importa che in tutto il mondo, gli italiani all’estero abbiano già votato, a lui poco importa che vengano spesi altri soldi, o che si rischi di arrivare alle elezioni senza il materiale ministeriale nei seggi. Lui vorrebbe delle schede elettorali inequivocabili, un solo sombolo – il suo – e un solo nome di candidato alla presidenza del consiglio – ancora il suo.

Oggi a Pontida (e giuro che non sto ridendo) 500 candidati della Lega al Parlamento italiano, hanno giurato fedeltà. A chi? Ecco la formula magica del giuramento:

Oggi, sul sacro suolo di Pontida, di fronte alla sua millenaria abbazia e alla sua storia, qui, dove otto secoli or sono i nostri comuni si unirono in Lega e giurarono di combattere contro il potere straniero, noi, rappresentanti dei popoli padani, giuriamo: di difendere la libertà dei nostri Popoli Padani dal potere romano e ciò faremo giurare ai nostri figli”.

Non è folklore, a me pare più un atto contro natura. Ma in fondo abbiamo già avuto calderoli ministro delle riforme, e padre del porcellum (la grande cagata) la legge con la quale ci accingiamo a votare, ma anche no, e più contro natura di questo…

Rita Pani (APOLIDE)


 

Montanelli disse:


 

Voglio andare a vivere in campagna (elettorale)

In principio, la penisola su cui viviamo era molto differente da come la conosciamo noi, oggi: una terra inospitale, soggetta alla legge del più forte e priva di indicazioni stradali. Ma all'inizio, dicevo, la situazione era diversa: ricoperta da una vegetazione lussureggiante e con grandi rettili che dominavano incontrastati. Alcuni di essi erano più alti di una palazzina abusiva, mentre altri avevano denti affilatissimi e una bocca così ampia da poter inghiottire un'utilitaria; molto probabilmente, questi ultimi si estinsero con l'avvento dei suv.

Infine dio creò l’ominide e quest’ultimo inventò le elezioni.

Imperversa la campagna elettorale ed effettivamente si sta finalmente assistendo ad alcune novità sostanziali rispetto al vecchio modo di fare politica. “Nuovo” è l’aggettivo imperante nei due maggiori schieramenti, tanto che, per dimostrare all’avversario di essere “più nuovo”, berlusconi si è presentato sfoggiando dei capelli con ancora il cartellino del prezzo attaccato. Accantonate definitivamente le ideologie che costringevano le persone a pensare e, orrore, persino a confrontarsi, si è passati ai programmi in continua evoluzione, ovvero upgrade in progress (per dirla alla veltroni, non sia mai stia leggendo): infatti, dopo un inizio sottotono della campagna elettorale, in cui si registravano proposte al ribasso, con una parte che proponeva dieci punti programmatici e l’altra che rilanciava con cinque mi voglio rovinare massimo sei, in questa fase finale si ha quasi la sensazione di assistere a un’asta con continui rilanci; così, quando veltroni ha proposto il salario minimo garantito per i precari e berlusconi ha ribattuto con un più fantasmagorico adeguamento di salari e pensioni minime al costo della vita, veltroni ha azzardato un aumento delle pensioni minime di 600 euro; mossa peraltro prevista dal fantino di Arcore che ha prontamente messo sul piatto aumenti generalizzati per tutti i pensionati; a quel punto veltroni ha chiuso la questione con un inarrivabile “tutto il cucuzzaro!”

Altre novità importanti si possono individuare nelle liste dei candidati, con veltroni che, per esempio, ha proposto come capolista l’operaio della Thyssen Krupp scampato al rogo: una candidatura di scottante attualità e che ha permesso all’operaio di bruciare le tappe all’operaio, ossia to burn the gnome (sempre per veltroni, non sia mai stia continuando a leggere).

Ma tante sono le questioni aperte e il Paese ha ancora tanti problemi da risolvere. Uno dei più complessi è senz’altro quello di comprendere cosa cazzo dice bossi.

Proprio ieri, un sondaggio ha stabilito che un italiano su quattro si sente insicuro; alla successiva domanda per conferma: “Sei sicuro?”, questo italiano su quattro ha risposto “Sì”, evidenziando contestualmente che il 25% degli italiani è incoerente. Un altro sondaggio ha evidenziato che, in occasione delle riunioni del pdl, nelle zone limitrofe si assiste a una sensibile riduzione dei reati. In effetti, la criminalità dilagante sta richiedendo delle soluzioni urgenti. veltroni, per ridimensionare il fenomeno, ha promesso che eliminerà ben cinquemila leggi.

Ultimamente ha tenuto banco la vicenda Alitalia e quella, strettamente collegata, di Malpensa, lo hub milanese. A dire il vero, ancora non sono certo di aver capito esattamente il significato di “hub” (i politici sanno essere così criptici, quando vogliono), però grossomodo dovrebbe trattarsi di un acronimo per identificare un certo tipo di scalo aereo e che suona, più o meno, come “ho una baracca”.

Frattanto, saltata la trattiva con Air France, si è dimesso il presidente della compagnia italiana, subito sostituito da Police; intervistato su quest’ultimo avvenimento, veltroni ha rilanciato le accuse di interferenza nella trattativa aggiungendo di conoscere personalmente e apprezzare molto Sting, ma Stewart Copeland è senz’altro of another planet.

Anche la questione dei rifiuti in Campania è uno dei temi che agita la campagna elettorale e, tra rimpalli di responsabilità e accuse reciproche, ancora nessuno è riuscito a risolvere il problema, e mentre bassolino rifiuta categoricamente di dimettersi, dal canto suo, berlusconi proclama di avere la soluzione, ma la renderà pubblica non appena sarà riuscito a capire come facevano i cavernicoli a mettere le lische di pesce dentro ai sassi.

Un altro personaggio che non ha intenzione di rassegnare le proprie dimissioni è il presidente della FIA, Max Mosley, nonostante lo scandalo suscitato dal filmato che lo riprende intento in un’orgia nazista mentre viene frustato da cinque prostitute vestite da papa.

dirtyboots

Etichette:


4.04.2008

 

Manca poco


Sono combattuta. Da un lato non vedo l’ora che questa parodia di campagna elettorale finisca, dall’altra, avrei voluto il tempo per la Pizza; qualche giorno in più, per far continuare la farsa, e dichiarazione dopo dichiarazione, avrei visto finalmente realizzarsi un sogno. La piazza di Montecitorio invasa dalla folla coi forconi.

Non ce la fanno più, sono in salita, e arrancano. Così, a destra, quella statua da museo delle cere è costretta a masticare mozzarella, e a meno destra parlano il candidato generale, la Binetti e Calearo. Che trio!

Nella quasi sinistra, il PdCI scalpita, perché pare che a fondersi non ci pensino nemmeno, e continuano i distinguo. I Verdi, sembrano essersi estinti, e Bertinotti imperversa, provando ad essere degno di Fregoli.

A leggere le cronache di oggi, veniva fame. Pizza, mozzarella, mortadella, uova e pomodori, tanti pomodori.

Gli operai cadono ancora dalle impalcature, i francesi sono andati e Calearo ci dice che far fallire Alitalia non è poi così male.

Chissà se ascoltando questa uscita nefasta l’operaio Boccuzzi, sopravvissuto al rogo della Tyssenkrupp, gli sarà saltato al collo? Temo di no, visto che il PD l’ha trasformato presto in un ologramma.

E la lesbica di rappresentanza, che avrà pensato delle dichiarazioni della Binetti?

Come se non fosse già abbastanza triste, nel 2008 sentir ancora suddividere il genere umano, in specie e sottospecie.

Sentire politici vantarsi di aver rispettato le quote rosa – che tristezza – come se la donna fosse una categoria protetta. Ci sono donne e ci sono galline, ci sono uomini e ci sono coglioni. C’è tanto genere umano senza dignità, e sono gay, lesbiche, eterosessuali e operai. Venduti al miglior offerente, per una candidatura sicura, e un po’ di vituperato danaro.

Dicono che la politica sia anche compromesso, io affermo con forza che la politica debba essere coerenza, e se devi rappresentare qualcuno, deve essere soprattutto un dovere morale e etico.

Eppure liberarci sarebbe semplice, ma probabilmente abbiamo bisogno di unirci in associazione, come quelle anti racket o anti pizzo.

La nostra vita prosegue sotto ricatto, si è ricattati per lavorare, si è ricattati per votare.

Veltroni non cita mai berlusconi, eppure chiunque voglia incitarti a votare PD, si giustifica dicendo che non bisogna consegnare il paese a berlusconi.

E allora mi domando se sia il caso di consegnarla alla Binetti o a Calearo, e la risposta è sempre no.

E se va male male, ci resta sempre il forcone.

Rita Pani (APOLIDE)


This page is powered by Blogger. Isn't yours?