10.07.2008
La polemica
«La polemica, pur condivisibile, non tiene conto della realtà. Abbiamo dato soldi a Roma perché era in una situazione finanziaria impossibile, per colpa delle giunte di centrosinistra - dice berlusconi - e poi perché è la capitale e i simboli hanno un valore. A Catania il contributo dello Stato è andato perché quel Comune ha fatto investimenti in infrastrutture molto importanti, e lasciarlo senza soldi significava condannare la città alla paralisi amministrativa».
Un rapporto della Corte dei Conti, datato a giugno nei giorni delle dimissioni di quello che la sinistra ha ribattezzato per l'effervescenza «Sciampagnini », offre una versione diversa. E denuncia «gravi irregolarità », «carente attendibilità delle scritture contabili », «indeterminatezza delle risorse », «insufficienza delle risorse destinate al bilancio 2003»... E così via. Fino a precisare che la Sovrintendenza, a proposito di quegli immobili che il Municipio voleva vendere per tappare un po' di buchi (resta indimenticabile il dirottamento alle casse catanesi di soldi tolti dai fondi dell'8 per mille per pagare tra l'altro i ballerini brasiliani che avevano danzato sotto l'Etna per la gioia di Surama De Castro, la bella carioca che allietava il primo cittadino) aveva verificato la loro «appartenenza al patrimonio indisponibile». [Fonte]
Rita Pani (APOLIDE)