5.08.2008

 

Lo shadow cabinet


Lo shadow cabinet

Nel giorno in cui bossi ha giurato fedeltà alla Repubblica Italiana – un po’ come fece Barba Blu a tutte le sue mogli – ditemi voi se chi sta come sto io, deve leggere che ci sono dissidi nella formazione dello “shadow cabinet”.

Di Pietro si lamenta, pare che il comandante Uolter Straker voglia fare tutto da solo. Ho come l’impressione che vogliano giocare una partita di biliardo con le palle degli italiani, e c’è solo da sperare che non sbaglino mira con la stecca.

O, per favore, puritani, domani non scrivetemi che avrei anche potuto usare una metafora più elegante, più gentile, meno vogare e cruda, perché non lo sopporterei.

Come possiamo restare ragionevoli, quando ogni pagina della politica italiana, che viene scritta, somiglia sempre più a una sceneggiatura dei fratelli Vanzina?

Io non sono più incazzata, io sono rabbiosa. Sembra che tutto abbia perso il senso della logica, e non mi riferisco solo a calderoli che anche lui giura come Barba Blu, è proprio tutto quello che ci circonda che sta piano piano andando a puttane, aiutato dal profondo lassismo che da – questo sì – il senso della nostra correità.

“Shadow cabinet?” ma Walter ha saputo chi sono i ministri burattini di berlusconi, o ancora non gli è stato comunicato?

Oh già: berlusconi che cita il mio blog. Questa volta dobbiamo farcela o la gente verrà cacciarci coi forconi.

Farcela a fare che? Questa è la domanda.

Rita Pani (APOLIDE)


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