5.14.2008
La barbarie
Sto cercando in Rete, una dichiarazione politica, una presa di posizione, una dichiarazione di condanna politica, verso le tentate stragi di Napoli. Non ne trovo. Anzi, peggio; i giornali ormai titolano così come viene, per associazione cromatica che non con intelligenza, e allora leggo il titolo in neretto: “Ancora incendi nei campi nomadi” e appena sotto le notizie correlate: “Emergenza Rom, poteri straordinari a Roma e Milano”.
La barbarie non è più soltanto un rischio, ma è realtà, nel silenzio ottuso della gente, nella complicità di una stampa che ci ha messo meno di un quarto d’ora ad asservirsi, al nuovo padrone.
In Sicilia, una ragazzina è stata violentata, strangolata, carbonizzata e gettata in un pozzo, da tre bianchissimi e italianissimi ragazzini minorenni. Com’è che non si grida all’orrore, all’emergenza “giovani”? Com’è che non si chiede un commissario straordinario alla “gioventù imbarbarita dall’ignoranza?
Io sono apolide. Non riconosco questo stato come il mio. Uno stato in cui i cittadini preferiscono creare dei mostri di cui aver paura, per non pensare che deve avere terrore di sé stesso, di suo figlio, del suo vicino di casa che ti spara addosso.
Uno stato che alimenta la guerra tra poveri e poverissimi, per non rischiare d’essere finalmente processato dal povero e poverissimo cittadino italiano.
E tutto questo, Uolter lo sa. Lo sa bene. Con la sua opposizione senza muscoli –invertebrata- l’opposizione seria –prima forse non lo era?- ci lascia a confidare in Di Pietro, che però per primo ha fatto i conti con un presidente della camera fascista, che non censura i tentativi di strage nei campi nomadi, e non censura nemmeno i fischi all’interno dei palazzi delle istituzioni.
Attenzione però ad essere ciechi di fronte a certa barbarie, perché il letargo prima o poi finirà. Smaltiti gli zingari, forse qualcuno inizierà a chiedersi chi sarà il prossimo.
Rita Pani (per fortuna APOLIDE)
