5.05.2008

 

Fascisti e assassini

In questi giorni, mi è capitato di parlare dell’attuale condizione italiana con altre persone. In pochi condividevano con me la preoccupazione della liberazione dei fascisti. Eravamo ovviamente tutti all’oscuro degli accadimenti di Verona, e forse per questo, apprenderlo, mi ha fatto male due volte.

La convinzione più comune è spesso la più conveniente, quella più semplice da assorbire. Per questo la gente crede che la destra al potere non sia un pericolo, e anche perché, sempre più gente si informa guardando “Striscia la notizia”. Un saluto romano con pernacchietta o rumorino associato, provoca ilarità, invece che schifo.

È faticosa la realtà; priva la gente dell’illusione. Pensare, poi, è diventato un hobby quasi elitario.

E noi che pratichiamo questo hobby dobbiamo tenerci pure il peso dell’indignazione, davanti alla morte inutile di un ragazzo, ammazzato per strada da cinque fascisti idioti. E l’indignazione cresce man mano che tutti (quasi tutti) gli organi di stampa, tentano di stigmatizzare l’accaduto come un fatto di “bullismo” banale, poco più che una rissa da stadio.

La realtà è che per tutta la durata della campagna elettorale, la gente andava ad applaudire chi prometteva la legalità, non intesa come ritorno al rispetto delle leggi, ma come deportazione degli extracomunitari. Era la sicurezza il problema, e si applaudiva anche chi prometteva le ronde, si applaudivano i fascisti. La peggior specie di fascisti, quelli che possono permettersi il lusso di rinnegare anche sé stessi, sapendo bene che tanto si porteranno dietro, gruppi di persone che in un paese come l’Italia, non dovrebbero nemmeno esistere.

Tutti quelli, per esempio, che in barba al codice o alla Costituzione, salutano il nuovo sindaco di Roma col braccio teso.

A proposito del sindaco di Roma, oggi ha dichiarato che la promessa elettorale, di deportare subito 20.000 extracomunitari, non si potrà attuare prima di tre anni. Ora, quando un gruppo di feccia fascista, andrà a dare fuoco a un campo nomadi, o spaccherà la testa a un extracomunitario, i cittadini di Roma probabilmente si limiteranno a fare “Oh!” ma anche “Ops! Ci siamo sbagliati.”

E sì, i sindaci, come quello di Verona che davanti alla “villa del massacro”, con i cadaveri dei coniugi Meche ancora caldi, nel mese di Aprile dichiarò “ci vuole la pena di morte”, e che oggi ribadisce il concetto, “aspettandosi una pena adeguata” per gli “imbecilli” (son ragazzi) che hanno ucciso un “ragazzo che passava per caso” e che la politica non c’entra nulla.

Peccato però che lo stesso sindaco, mi dicono, ha dedicato un pezzo di Lungadige a Nicola Pasetto, noto picchiatore fascista, cancellato dalla faccia della terra da un incidente stradale.

C’è di più: oggi un fascista ha commemorato i morti delle Fosse Ardeatine. Questo dovrebbe far pensare, invece so già che ci sarà qualche coglione che mi scriverà, che la storia è cambiata e che soprattutto, dobbiamo guardare avanti.

Sì, ribadisco il coglione, perché è vero che bisogna guardare avanti, ma anche ricordare ciò che è già stato e ciò che già si è visto.

Rita Pani (APOLIDE)


Comments:
Bisogna guardare avanti facendo tesoro del passato che purtroppo è ancora presente.
 
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