5.06.2008

 

E' possibile

Ora parlavo con una signora, una di quelle bionde per forza, con i pantaloni aderenti infilati negli stivali, col trucco esagerato che non fa altro che tradire le devastazioni del tempo. Quelle chiacchiere che si fanno mentre si attende in fila.

Raccontavo alla mia amica, che oggi ho scoperto che una ex miss Italia frequenta l’università, e che non vede l’ora di fare il corso per diventare “opinion leader”. No, non mi stupiva il fatto di una miss all’università, ma un master per essere qualificato ad andare in Tv a sparare cazzate.

La signora troppo truccata, si inserisce nel discorso, anche la figlia infatti, si è laureata in scienze della comunicazione, e sebbene avesse avuto Maurizio Costanzo come insegnante, non ha ancora trovato lavoro. “Vedrà” mi dice, “se faticherà anche miss Italia!”

L’educazione mi porta a tacere, la mia amica finge (ignobilmente) compassione.

Dato che l’attesa si fa lunga, saltellando da una chiacchiera all’altra, la mia amica s’informa “delle cose mie” e io le dico che spero nella nomina di sandro bondi a ministro della cultura: “per noi scrittori senza protettori, sarà una manna dal cielo.”

Sta per ridere la mia amica, quando la signora bionda per forza si rallegra in volto: “Sì certo che sarà meglio di Rutelli… poi in fondo… voglio dire… lei lo sa che è un poeta?”

Non le ho chiesto se dicesse davvero, non ce n’è stato bisogno. Il senso di ridicolo di quei pantaloni tempestati di strass infilati dentro gli orribili stivali, dicevano molto più di quanto non riuscisse la voce stridula.

“Bisogna aver pazienza”, ho detto alla mia amica.

Molti specialisti, politologi, semplici elettori si sono domandati e si domandano ancora, come è stato possibile che berlusconi sia nuovamente destinato a governare l’Italia. Io non me lo chiedo più, perché ormai ho capito.

Basta guardarsi per strada, per potersi riconoscere. Basta guardare oltre le maschere che ci vengono incontro, falsamente indaffarate, impegnate a rincorrere il nulla di una vetrina che si accontentano di guardare, immaginandosi al posto di quei manichini senza sesso e senza espressione.

Un incontro in edicola può essere rivelatore, del peggio che avanza, in quelle mani che si protendono ad afferrare giornali che raccontano la vita altrui, la cellulite, il bacio, la cena, la pancia, le corna, l’amore di principesse in carrozza.

Basta ascoltare intorno, le voci che si perdono in una strada, che sbandano tra la fatica di vivere e l’ultima puntata del reality show.

Come è stato possibile lo si capisce in un tabacchino che fa orario continuato, per dare modo a chi vuole tacere di sé all’occhio attento e curioso che guarda, mentre stai posato in un angolo a grattare i biglietti della speranza di poter finalmente smettere l’affanno. (ma fuori dal tabacchino, io ho problemi a posteggiare la mia auto, perché chi sta dentro a grattare viaggia in Mercedes)

Rita Pani (APOLIDE)


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