3.02.2008

 

Questo e quello

Una sorta di comizio romanzo a puntate, il viaggio in pullman elettorale di Uolter. Ogni tappa una sorpresa, anzi per dirla come vocabolario moderno comanda, ogni tappa una nomination.

E così dopo l’operaio scampato al rogo, la precaria, l’impiegata, l’economista scrittrice di un capitolo, il capo dei giovani industriali, il capo di Federmeccanica, e il generale, cosa apparirà?

La marchesa del Casato di Santa Gnocchetta, direttrice dell’opera Pia delle Piccole Sorelle degli incapienti? Un vescovo o un cardinale, da contrapporre alla rappresentanza atea del variegato mondo della concordia democratica?

E se è vero che ha candidato una lesbica, ci dirà forse il nome di un gay? E chi candiderà a fare gli interessi degli eterosessuali?

Ma soprattutto, che ci sta ancora a fare l’operaio scampato al rogo? (ed è così che lo chiamano tutti, al punto che è difficile ricordarne il cognome, Boccuzzi, che io ricordo solo per avere un amico omonimo) Che ne è della sua dignità?

Inoltre non bastava la dichiarazione di ieri di Uolter: “noi non siamo di sinistra, siamo riformisti” ci voleva anche quella di oggi: “Qui sta la differenza - ha scandito - la sinistra parla di lotta di classe contro i padroni: e' una scelta. Noi invece con Calearo dimostriamo che siamo la forza del patto tra gli imprenditori e i lavoratori”.

Casomai fosse sfuggito a qualcuno il bisogno estremo che abbiamo in Italia di una sinistra reale.

Chissà, se Oliviero Diliberto inizia a masticarsi le palle, per la scelta idiota di cedere ala tentazione dei numeri… (dubito)

Chissà, se qualcuno inizia a chiedersi che ne sarà del paese, indipendentemente da chi vincerà queste elezioni.

A me va bene comunque, perché questa volta non avrò responsabilità. Voterò il PCL, se riusciremo a presentare le liste, diversamente annullerò la scheda, poi poserò i gomiti al davanzale della finestra, e starò a guardare.

Rita Pani (APOLIDE)


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