2.05.2007

 

Bisogna parlare

Mi sono fatta quest’idea: la gente parla, ma non si ascolta. Se lo facesse o se imparasse a farlo, probabilmente, finalmente, potremmo godere dell’intelligenza del silenzio.
Mi viene in mente il cronista collegato in diretta da Catania, che riassumendo i fatti diceva: “Sono almeno 71 i feriti di cui, purtroppo, nessuno in modo lieve … “ Mi è sembrato il più normale di tutti in questi giorni, in fondo se i feriti fossero stati gravi, lui avrebbe potuto fare un lavoro più interessante, avendo il sangue da offrire al popolo annoiato e orfano del fischio d’inizio.
Non avevo dubbi, che anche il popolo di Internet avrebbe avuto molto da dire; uno dei due punti fermi (la figa e il pallone) della vita degli italiani è in crisi profonda. 45 mila persone hanno votato sul sito di Repubblica, rispondendo ad una domanda fondamentale per la sopravvivenza del paese: Il calcio si deve fermare per rifondarsi?
Ma come? Non si era rifondato appena qualche mese fa in seguito a calciopoli? Ricordate? La farsa italica tragicomica che, per vestirsi di sobrietà, tirò dentro al cast persino il buon Giudice Borrelli…
Furono fatti gravi, istigarono persino il neo Presidente del Consiglio Prodi ad istituire un ministero quasi ad hoc, affidato alla ministra Melandri, per vigilare e legiferare anche in materia di sport.
Lo so, poi è tornato Matarrese, quello dell’ecomostro abbattuto a Bari, sotto l’occhio vigile delle telecamere, che dichiarò al momento dell’insediamento: “Calcio, con me cambierà tutto…” Non s’era ascoltato, poveretto, scordò di esserci già stato col culo su quella sedia. Infatti oggi ha detto: “Lo spettacolo deve continuare”.
In effetti di cose ne sono cambiate, per esempio la Juventus è stata retrocessa in B, in modo che finalmente l’Inter potesse giocare da sola e vincere lo scudetto, in modo che un po’ dei soldi spesi potessero rientrare nelle tasche di Moratti. Sì poi c’era anche la Telecom, le intercettazioni, la casualità e il fato. Ma che importa? Moggi insegna “etica dello sport” nelle scuole e quindi una cosa è certa: le cose sono davvero cambiate.
Ma un morto è un morto, e non lo si può accettare passivamente, quindi le misure saranno drastiche. Lo hanno detto loro, eh?! Non me lo sto inventando. Hanno detto che “è ora di applicare la legge pisanu”. Vero, poi c’è stato anche chi ha detto che non serve a nulla, applicare una legge che non serve a nulla … Ma chi l’ha detto era distratto e se pure parlamentare della Repubblica, non s’è ascoltato.
Mi voglio ascoltare, quindi mi aggiungo ai 45 mila: per me è poco fermare il calcio per una o due domeniche, per me dovrebbe esserci una vera rifondazione del calcio, ovvero la mattina vai a lavorare, la sera vai a giocare, ti pago i rimborsi spese e non protesti se il campo è in terra battuta e ti sbucci le ginocchia quando cadi per terra …

Rita Pani (APOLIDE)


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