1.16.2007

 

Turismo da fiction

Mi raccomando al governo. Fate presto a ripristinare la cultura in Italia, perché mi sa che siamo davvero alla frutta; anzi forse stiamo già digerendo.
Va sempre più aumentando in Italia, il fenomeno del turismo da fiction, ovvero ci si reca sempre più spesso nei luoghi usati come ambientazioni di storielle gialline o molto rosa, confezionate ad arte per lo svago dell’italico cervello, troppo condizionato dalla fatica della sopravvivenza.
Ovviamente non me lo sto inventando, sto semplicemente rifacendomi ai dati di “uno studio” elaborato dal Centro Internazionale di Studi Luoghi & Locations per Expocts S.p.A del gruppo Fiera Milano, e presentato (a chi?) oggi a Roma.
“I ricercatori” hanno scovato per esempio il “vino Elisa”, omaggio a Elisa di Villombrosa, o il B&B Montalbano in Sicilia.
Il castello di Aglié, umile dimora dei Ristori, ha decuplicato il numero di visitatori: da 8.549 del 2003 a 92.091 del 2004 per assestarsi, nel 2006, a 57.056 presenze. Vale pressappoco lo stesso per il bar della fiction Carabinieri in Umbria, mentre in un paese siciliano, il sindaco che offrì il suo studio per girare le scene del questore che cazziava Montalbano, riceve in media 3000 visitatori in un mese.
Non è poi così strano se pensiamo che ieri a Erba, una folla sostava davanti al cortile della casa del massacro, con tanto di bambini al seguito. Non è nemmeno strano se ricordiamo la stessa “moda” davanti la casa del piccolo Samuele Lorenzi, dove a distanza di anni, ancora lo stato italiano paga fior di quattrini per garantire la sorveglianza delle forze dell’ordine.
Non è strano per nulla a pensarci bene. Recentemente ad Assisi, sono stata a visitare le bellissime chiese che oltre ad innumerevoli opere d’arte, contengono anche le spoglie di Santa Chiara e San Francesco. Girando attorno alla lapide sulla tomba di quest’ultimo, una signora esclamò: “Da Santa Chiara è meglio! Qua non si vede nulla.”
Mi torna alla mente la mia adolescenza quando, un professore un po’ matto portò la nostra classe in visita didattica alla fabbrica della birra Dreher, ora Heineken, ad Assemini (CA). Rischiò il licenziamento.
Mi sento antica se penso d’aver portato mie figlie al museo di via Tasso, alle Fosse Ardeatine, o alla Basilica di San Pietro.
Mi deprimo se ripenso alla mia bambina davanti al Mosè di Michelangelo. La prossima volta mi organizzerò per portarla a Gubbio, a ripercorrere le orme di Don Matteo, a cercare i luoghi calpestati da Terenc Hill e Nino Frassica.

Rita Pani (APOLIDE)


Comments:
A distruggere il turismo della mia (mia e di quelli che la amano come me) Isola ci sta pensando RE SORU... non è certo colpa della televisione.
 
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