12.28.2006

 

Come se i morti non bastassero mai

Aggiungiamo un cadavere alla catasta di quelli che già stanno in ogni angolo di Iraq, decomposti o freschi, e finalmente la democrazia avrà vinto. Almeno, questo è il messaggio che dovrebbe scaturire dalla data di scadenza, impressa con un marchio a fuoco sulla schiena di Saddam Hussein.
“Da impiccarsi entro la data riportata sulla schiena”.
E’ una democrazia atipica quella esportata in Iraq da popoli “compassionevoli” guidati dai più grandi democratizzaztori al mondo, una democrazia che nonostante la sua “giovinezza” riesce a produrre ricchezza.
Il mercato delle auto, per esempio è fiorente; le vendite aumentano a livelli esponenziali, non importa né la marca né il modello, né il colore né la cilindrata. L’importante è che esplodano.
La democrazia esportata in Iraq, abbatte quotidianamente il numero dei disoccupati, facendoli saltare in aria e disintegrandoli mentre stanno in coda, per essere assunti nelle forze di polizia, che l’Italia ha onorevolmente addestrato, svolgendo così la sua parte di civiltà d’esportazione.
Il governo democratico dell’Iraq è la copia esatta delle migliori democrazie del mondo, che hanno provveduto a collaborare allo stravolgimento della storia e della cultura di quell’antico e fiero popolo. E’ stato davvero ammirevole il comportamento del presidente Talabani, che a me tanto ricorda qualcuno; dichiaratosi contrario alla pensa di morte, ha abilmente evitato di dover essere costretto, da presidente, a porre la sua firma sul decreto che attuerà la pena di morte. Non è perfettamente in stile democratico?
L’Italia è uscita fischiettando e con notevole ritardo dalla abominevole tragedia irachena, ed ora da lontano, democraticamente, si dichiara contraria alla pena di morte, salvando la faccia ma senza impegno. Nessuno ha osato dichiarare con forza che Saddam Hussein non deve essere ammazzato, se non altro per non aggiungere abominio all’abominio. Soltanto Pannella ha iniziato un classico sciopero della fame, che non sortirà a nulla, anzi! Si maligna che ogni tanto Giacinto, abbia bisogno di una dieta.
Il popolo dei pacifisti, arresosi troppo tempo fa guarda ciò che resta dei propri vessilli arcobaleno, a volte con nostalgia, ma senza troppa convinzione. Segno che ormai rivendicare il bisogno/diritto alla pace sia anche un po’ demodé.
L’unica indignazione possibile è un sorriso di sdegno quando i cronisti, contabilizzando i cadaveri quotidiani, ipotizzano il pericolo di una guerra civile.
Se in Iraq non c’è la guerra civile ed incivile allora, vogliono davvero farci credere che ci sia la democrazia, e quindi è necessario ucciderne pure un altro. Come se i morti non bastassero mai.

Rita Pani (APOLIDE)


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