11.02.2006

 

Parla come mangi

E dire che in Sardegna si fatica per far tornare di uso comune la Limba. (Lingua Sarda)

Leggo che a Milano è in progress il piano per la pollution charge al fine di evitare il peggioramento della situazione dell’environment recandosi in auto al centro, magari per un brunch all’italiana.
E’ doveroso spiegare alle persone prive di know-how che non si tratta di una “carica di polluzione” ma una tassa antinquinamento, un semplice e banale pedaggio. Certo, detto così, in italiano, assume un aspetto grezzo e fastidioso, ed è per questo che assolutamente necessitava di un abbellimento “inglesizzato”. La tecnica dell’abbellimento è ormai storia vecchia; per un po’ funziona, poi formatosi quel quid di know-how nella popolazione, anche il cittadino meno predisposto alle lingue straniere si incazzerà in italiano. Successe con l’austerity nel 1973. La gente era felice dell’austerity, i bambini scorrazzavano liberi per le strade con le biciclette o i pattini a rotelle. Poi però qualcuno nominò quel periodo in italiano “austerità quasi carestia” e la stessa gente, prima felice, iniziò a bestemmiare in turco.
Ne abbiamo fatto di strada da allora! Eravamo per esempio orgogliosi del made in Italy, ora indossiamo scarpe “fabbricate in Taiuano”, probabilmente perché non esiste più il ministero del lavoro diventato welfare; in effetti anche i lavoratori non esistono più, è in progress la loro trasformazione in contractors.
Deve suonare davvero indecorosa, quasi cattiva la lingua italiana per sentire questo pressante bisogno di trasformare tutti in ridicoli sottoprodotti americanizzati.
Pensate ad un genitore privo di know-how che dovesse apprendere dell’omosessualità del figlio: “Papà caro sono un finocchio!” “Papà, devo dirti che sono omosessuale!” Sarebbe una tragedia, allora molto meglio avvisare il genitore dell’ orientamento gay del figlio.
Peggio ancora se la notizia è più sconvolgente. “Papà caro sono transessuale!” Ammettiamolo sarebbe una brutta batosta anche per il più aperto e cosmopolita genitore del mondo, allora non è meglio un più fantascientifico figlio transgender? “Papà devo dirti una cosa: sono un transgender!” me lo immagino il padre con gli occhi che brillano mentre chiama a sé la moglie: “ Elvira! Corri! Nostro figlio è un supereroe! Si trasforma senza nemmeno mangiare le noccioline!”
Quando leggo i giornali sono felice che ormai i Manzoni, i Pavese, i Pratolini siano morti, quando invece qualcuno mi parla in tomato ketchup burping diet coke neppure l’ascolto.

Rita Breads ( STATELESS)


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