6.17.2006

 

Considerazioni sparse e pure demagogiche (chi se ne frega?) circa l’arresto di un piduista.



Godo!

Vado oltre le battute che da ieri inondano il Web, sebbene mi sia piaciuta molto quella che Andrea mi ha spedito sul cellulare “Vuoi passare una notte con una troia? Tela procura il principe di Savoia!”
Ci sono sempre risvolti lessicali notevoli in queste vicende, o meglio, c’è sempre qualcuno che non si astiene dal parlare.
A guardar bene questa vicenda, sembrerebbe che un pezzo grossissimo, di elevata caratura morale e quindi insospettabile, sia stato incarcerato per reati abominevoli, ma non è così, a meno ché non ci siamo trasformati tutti in bruno vespa, lui sì capace di passare almeno tre ore della sua vita in ginocchio davanti al savoia, arrivando al punto di chiamarlo “Altezza reale”. (Puntata di "Porta a Porta", in onda giovedì 8 giugno, ore 23.15, su Raiuno, dedicata alle grandi famiglie reali europee. Vittorio Emanuele e Marina di Savoia, per la prima volta in uno studio televisivo, per parlare delle vicende di Casa Savoia e delle altre grandi famiglie reali d'Europa.)
Tornato in Italia per volere del suo amichetto di loggia P2, ora rischia di rimanerci, per qualche anno, o almeno questa sarebbe la speranza di chi come me ha sempre continuato a pensare che il figlio del traditore non fosse altro che un assassino criminale qualunque, avido e persino incapace. Memorabile la sua intervista durante la quale riuscì a dire che le leggi razziali firmate dall’Italia per compiacere quel pazzo criminale di Hitler non fossero poi questa immane tragedia.
Non importa quindi l’uccisione di un ragazzo di 19 anni, non importa il suo coinvolgimento in un traffico d’armi, non importa nemmeno la sua iscrizione alla loggia P2, era sua altezza reale e sarà sempre sua altezza reale, per tutti i bruno vespa che albergano all’interno di voi.
E allora via alle danze, con un gasparri che chiede l’intervento del CSM nei confronti dei giudici che hanno portato all’arresto di un imbecille criminale, con Manovani che dubita del giudice perché Campione d’Italia è lontana da Potenza, con Mastella che auspica tempi brevi, con i familiari che, indegni persino di nominarlo, accostano il parente cretino alla figura e alla vicenda di Enzo Tortora, ed è il figlio a raggiungere l’apoteosi quando minaccia prima il giudice: “Se sta sbagliando non lavorerà mai più”, poi addirittura se stesso “Se non mi fanno vedere mio padre farò lo sciopero della fame”.
Ed è qui che la vena cinica, (demagogica? E CHI SE NE FREGA?) e vendicativa, scatta prepotentemente.
E che sciopero della fame, sia, allora! Per mesi, fino a perdere 70 chili, e che sia galera ma quella vera, e non assoggettata alla modifica del codice voluta dai piduisti, che a 70 anni libera (quasi) tutti costringendo ad arresti domiciliari dorati. Carcere per stare vicinissimo ai sudditi italiani che si dividono una cella in 12, tra odore di muffa e di umanità, di scarpe e mutande sudice, a lavorare in cucina a pelare patate e rimestare pentoloni che odorano di tutto tranne che di cibo, sottoposto magari alle vessazioni di chi, in quella galera ci marcisce da innocente, dimenticato dal sistema che non garantisce la tutela per chi non ha i danari per pagarsela, o non ha mai avuto un ministro che si occupasse dei “tempi brevi” della giustizia.
L’era dei RE è finita, noi in Italia non vi volevamo, stavate tanto bene a fare un cazzo da mane a sera in Svizzera, potevate restarci. Poveraccio! Voleva riprendersi gli ori e i palazzi ed ha finito per taroccare macchinette mangia soldi e a far girare puttane, insieme alla criminalità organizzata.
Bello esserrerre!
Rita Pani (APOLIDE festante)

Comments:
Copio da Repubblica:
giudizi sui sardi. Il gip di Potenza, Alberto Iannuzzi, ha commentato una dichiarazione diffusa ieri dall'ex Presidente della Repubblica, Fracesco Cossiga, molto critica verso l'inchiesta e il pm che la coordina, Henry John Woodcock. "Se il senatore Cossiga avesse
conosciuto il giudizio di Vittorio Emanuele di Savoia sui sardi sono sicuro che non avrebbe detto ciò che ha detto, ha detto Iannuzzi, che ha poi fatto riferimento a una conversazione telefonica, intercettata dagli investigatori, fra Vittorio Emanuele di Savoia e il suo assistente, Gian Nicolino Narducci.

Argomento di conversazione, il cattivo funzionamento di uno dei motori della barca del principe, il quale ritiene che il lavoro di riparazione sia stato fatto male o non sia stato eseguito affatto, per "derubarci e basta". I giudizi di Vittorio Emanuele sui sardi sono implacabili e alcuni sono irriferibili: "Puzzano e basta", dice ad un certo punto. Il suo assistente ribatte: "Sono figli di p... deficienti".

Dopo aver appreso questo, esigo che il principe pappone sia trasferito al carcere di Badecarros (NU) dove spero che qualche compagno puzzone sardo possa scannarlo come gli ultimi dei maiali. La ghigliottina sarebbe un lusso per questo grossissimo pezzo di merda.
Chi scrive è Rita Pani (dati pubblici)
 
Beh, beh. Mia madre sin da quando ho memoria continuava a dire che padre (e poi figlio quando ha iniziato ad imperversare) avevano la faccia da porci schifosi. In questi giorni c'è una certa soddisfazione, in casa :D
 
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