6.06.2006

 

7 in 40 giorni. In attivo la fabbrica degli eroi.


Pare essere l’unica fabbrica italiana in attivo, quella degli eroi. Noi ci sdegniamo, loro si stringono alle famiglie, nel più vivo cordoglio. L’abito da cerimonia hanno imparato ad usarlo anche loro, e lo hanno già rodato a Ciampino, poi alla basilica, dove 150, 200 auto blu cercavano affannosamente parcheggio.
E’ la regola del bipolarismo, dicono, che garantisce la discontinuità che continua con imbarazzante fervore. Avevo voglia di scrivere a Prodi, ma non l’ho fatto quando ho realizzato che avrei potuto scrivergli solo una cosa: “Vaffanculo!”
Ho sintomi di inaudita violenza stasera, mi verrebbe da fare ritorno alle forche in piazza per appenderci quelli che da forza italia urlano che è colpa della sinistra in Iraq i terroristi seguono la politica italiana. Ma ci appenderei anche qualcuno di sinistra che persevera nell’attuazione del piano di rientro scritto dall’ex ministro della guerra martino.
Gente senza palle, democristiani della peggior specie. Pacifondai.
Sono sardi gli eroi di stasera, e aspetto che domani mi si parli di senso della patria, di amore per la missione di pace, di sacrificio per la democrazia e giuro che sputerò sulla prima divisa che dovessi vedere per strada, fosse anche quella di un vigile urbano.
Ragazzetti senza futuro se non quello di mettere una firma dopo la leva che era obbligatoria, per avere la certezza di sapere che cos’è uno stipendio e forse persino di sentirsi un eletto perché alla fine, se non va in guerra e ci crepa, percepirà una pensione e non dovrà morire mentre zappa la terra.
Soldi facili, da mettere via per poter avere una casa e non rischiare di finire a 50 anni senza sapere dove abitare. Nessun amor patrio, solo amore per la sopravvivenza.
Da sarda dico che è giunta l’ora di una sola guerra, quella da fare anche poco pacificamente per liberare la nostra terra dall’invasione militare che ha devastato la nostra isola, dall’abuso colonialista del capitalismo italiano che ci sfrutta e ci deruba. Se solo volessimo, potremo essere autonomi veramente e veramente indipendenti.
Da comunista mando a fare in culo questo governo di ipocriti democristiani, auspico l’uscita dall’unione delle vere forze di sinistra e la rinascita di un vero e glorioso partito comunista che racchiuda in sé solo e soltanto gli ideali che ci sono stati tramandati da Gramisci a Berlinguer.

Rita Pani (APOLIDE)


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