2.08.2006

 

Per fortuna mi stupisco ancora.

«Ma la smetta quella signora, quella abbronzata lì, quella del deserto e del cammello. Lei, quella signora lì di cui non ricordo il nome... se si chiamasse Maria Rossi lo ricorderei»
roberto calderoli, rivolto a Rula Jebreal giornalista de La7, Matrix, Canale 5, 6 febbraio

Se queste parole le avesse dette un tizio qualunque, un ignorante di una valle qualunque, avrebbero assunto la valenza che meriterebbero: pari a zero.
Ma sono parole dette da chi, per mandato degli elettori italiani, ha partecipato alla revisione della nostra Costituzione e non per nulla, toccherà a noi, con un referendum, rimetterla a posto e salvaguardarla da possibili attacchi futuri.
Ho sempre detto che ci vuole molta fantasia per accettare il fatto che calderoli sia un ministro del parlamento italiano, come ci vuole molta fantasia a concepire il fatto che un leghista qualunque possa stare seduto nel parlamento italiano, ma ridurre il tutto al fatto che sono solo dei leghisti è irragionevole.
Sono soci, affiliati alla cosca berlusconiana, ovvero quell’orda di barbari che hanno raso al suolo il nostro paese. Qualcuno dovrebbe finalmente avere il coraggio delle proprie azioni e rivelarsi in chiaro, ovvero assumersi la responsabilità delle proprie azioni. Mi riferisco ovviamente a tutti coloro che votarono per questa feccia. Chiunque abbia votato per il centro destra ha reso possibile che i calderoni, i maroni, i castelli diventassero ministri. Sono quindi tutti colpevoli.
Purtroppo conosco abbastanza il genere umano, tanto da sapere che presto, quando il vento cambierà, le banderuole si assoggetteranno alle nuove tendenze, scordando d’essere state un giorno schiave degli sbuffi opposti. E’ la norma. Purtroppo la coerenza non è più considerata un valore del genere umano, ma semmai una pecca, e in questa politica ridicolizzata e violentata non esiste più appartenenza, non ci sono più idee o ideali.
Siamo circondati dalla povertà, che non è solo quella materiale che ci fa passare sui cadaveri altrui per sopravvivere, ma una povertà dell’anima che ci rende ciechi e sordi, incapaci di ammettere persino di vivere un’epoca miserabile.
Io sono fortunata perché ancora mi stupisco delle cose.
Per esempio rimasi colpita dai forum che dibattevano sulla sospensione di Mara Venier da domenica in. Durante la trasmissione, un litigio tra due ospiti illustri Pappalardo e Zequila, degenerò quasi fino alla rissa. I vertici della RAI non tollerarono questa caduta di stile e dovettero agire sanzionando la conduttrice, e condannando i due “opinionisti” all’esilio dal teleschermo, in modo che nessun telespettatore per bene venisse più offeso dalla vista dei due. Fu incredibile scoprire che la gente dibatteva di questo episodio con veemente partecipazione.
Io mi stupisco delle cose, così come mi sono stupita ascoltando i titoli del TG1: “Prodi impotente!” No, non mi sono stupita della sintesi di un concetto (Prodi non può lavorare all’interno dell’Unione e quindi è impotente riguardo al programma), mi sono stupita di come un giornalista, professionista della corretta informazione, non si sia rifiutato di essere un umile servo del servo del padrone. Sono rimasta stupita di come Mimun possa essere schiavo, orgoglioso di esserlo.
Pecunia non olet. E’ triste ma è la regola base che fa girare il mondo, anche quello piccolo e miserabile che circonda tutti noi. Provate a dare uno sguardo, magari riuscirete a stupirvi anche voi.
Rita Pani (APOLIDE)

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