1.17.2006

 

Iniziamo a cambiare canale ogni volta che berlusconi è in TV

L’italiano è come un bambino di dieci anni, nemmeno tanto intelligente.
L’italiano è un bambino di quinta elementare che non sta seduto nemmeno al primo banco.
Così ci vede il presidente del consiglio che, scordatosi di entrare nella cabina telefonica per cambiarsi d’abito, è restato vestito da presidente del Milan e ha annunciato la prossima discesa in campo della sua squadra d’aggressione verbale per la battaglia elettorale.
“Una squadra con attacco e difesa.” L’attacco serve a reiterare le minchiate sull’UNIPOL, la difesa dovrà, in modo estenuante, inculcarci i benefici apportati da cinque anni di regime di stampo mafioso piduista.
A noi l’arduo compito di difenderci, semplicemente cambiando canale ogni qualvolta quella ridicola faccia da Michael Jackson ci violenta imponendosi, non gradito, alla nostra vista.
Infondo, dobbiamo comprendere che lo strimpellatore di Arcore, non è in grado di intendere nulla che sia diverso dal lamè, dai lustrini, dal cerone e dall’apporto economico che i dati auditel portano tramite le concessionarie della pubblicità, nelle sue tasche oltremodo gonfie.
Non abbiamo a che fare con un politologo, nemmeno con un uomo dotato di ideale, qualunque esso sia, siamo di fronte ad un piazzista; quale migliore soddisfazione se non quella di sbattere la porta in faccia d un piazzista che ci molesta?
Sta a noi perché di certo non potremo fare affidamento sulla politica buonista del centro sinistra, che non cede alle provocazioni e che invita ad abbassare i toni, mentre dall’altra parte l’imperatore delle banane organizza una massa di mercenari pagati con i soldi che ci ha estorto. Mai una volta che un politico del centro sinistra, cedendo alle provocazioni abbia ricordato ai bambini un po’ tonti la disinvoltura dell’affarista di Arcore, la sua collusione con la mafia, la sua tessera 1816 della loggia P2, il piano di rinascita democratica della stessa loggia, venduta come riforma dello stato; nessuno che si sia preso la briga di contare gli anni di galera che i ministri, i viceministri, o semplici deputati hanno accumulato in questo lustro.
Probabile che ci si debba distinguere per classe ed eleganza, ma è anche probabile che al bambino seduto agli ultimi banchi, e nemmeno tanto intelligente, farebbe bene ragionare sul perché delle cose, per esempio sul fatto stesso che in Italia, il berlusconismo ha consentito che uno dei difensori di berlusconi, presidente del consiglio plurindagato, condannato e prescritto,potesse legiferare in materia di giustizia, arrivando persino a cambiare le regole del processo penale.
Immagino che a quel punto persino l’ultimo imbecille che sta dietro la lavagna inizierebbe a chiedersi come sia stato possibile che un tale avanzo di galera abbia potuto governare l’Italia a suo piacimento ed indisturbato per cinque anni.
So che a quel punto anche il povero Massimo D’Alema dovrebbe renderci conto, ma per questo sì, che c’è ancora tempo.
Rita Pani (APOLIDE)

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