11.05.2004

 

Americanizzazioni

Il processo di americanizzazione dell’Italia prosegue, e quello che per anni è stato un sogno rischia di diventare presto un incubo. Per farla breve, siamo nella merda.
Non sarà certo un fast food a trasformarci, nemmeno quel pachiderma di gerry scotti che apre i suoi insulsi siparietti col ridicolo “Che Dio vi benedica” e nemmeno vedere benestanti idioti intenti a far passare un gippone nei vicoletti di Lanusei, Genova o Roma.
Bisognerebbe ammettere che è improbabile essere americani in Italia, ma come dicevo il processo di americanizzazione è iniziato e prosegue, persino nella netta divisione del popolo in due fasce... “Quelli che possono” e quelli che invece, no!
I sintomi di una conclamazione della patologia si sono avuti ieri quando, allibita, ho letto dell’incoraggiamento e l’invito all’uso dei prodotti OGM da parte di Veronesi (il ricercatore sul cancro). Asseriva di essere disposto ad esserne il primo consumatore, e peggio metteva in discussione la genuinità dei prodotti *genuini*. “I prodotti biologici e naturali non sono controllati, mentre gli OGM sono sicuri perchè derivati da un laboratorio”.
Il mio parere è che il professor Veronesi, vittima dell’americanizzazione dell’Italia che ha provveduto alla disintegrazione della statalizzazione e della crisi economica, che ha portato ai tagli di bilancio riguardanti la ricerca, ha dovuto fare ricorso alla sponsorizzazione privata, quindi quale metodo migliore se non una bella marchetta? Gli OGM sono figli delle multinazionali (Monsanto, per esempio). Avremo quindi una ricerca sul cancro finanziata dalle multinazionali che spesso il cancro lo provocano. This is America!


Arafat morirà. Questo doveva essere il titolo dei giornali di oggi, invece è da ieri, poco dopo le 17 che sento dire Arafat è morto! Anzi no! E’ clinicamente morto! E’ solo in coma! Irreversibile! Reversibile!
Non importa, tanto è da ieri che lo stanno sepellendo anche se non si sa ancora dove.
Dicono che almeno ora arriverà finalmente la pace e come al solito si scordano i fondamenti della storia. A sentir parlare tanti ci si potrebbe fare l’idea che un giorno Arafat si sia alzato e abbia deciso di invogliare dei teppistelli a farsi saltare in aria.
Arafat è un uomo che ha passato quasi tutta la sua vita a lottare per il popolo palestinese, e che purtroppo morirà senza vedere la vittoria del suo popolo, ossia l’indipendenza del popolo Palestinese ed il riconoscimento dello Stato Palestinese.
Ma per i ben pensanti Arafat è solo un terrorista.

Oh sì! Ha vinto bush. Secondo gli analisti questo è un fattore importante che porterà ad un cambiamento.
Sembra una cazzata? Sì, anzi non sembra. E’ proprio una cazzata ma è stata detta esimi politologi, politici, uomini del governo (mi scusino gli uomini).
Due o tre cose sensate non sono state dette, nemmeno dai rappresentanti della sinistra italiana, ovvero che ha vinto la strategia del terrore di bush, che rispolvera il suo socio Bin Laden a due giorni dalle elezioni con quello *spottone* del robot barbuto che semina l’ennesima dose di terrore mediatico; che in Amerika la politica non esiste, che le elezioni americane somigliano più all’elezione del gran maestro di una loggia di capitalisti.
La guerra porta povertà sia ai popoli colpiti che ai popoli belligeranti, ma arricchisce, molto, chi la guerra la fabbrica e la sostiene. In guerra nuore la gente innocente e muoiono i soldati. Chi invece la guerra la costruisce, purtroppo campa.
Rita Pani (APOLIDE)

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